Chi pensava che, con l’ordinanza del Consiglio di Stato, l’università della Basilicata avrebbe, finalmente, reintegrato in servizio la prof.ssa Colella, non aveva fatto i conti con il rettore Antonio Mario Tamburro che, invece, aveva l’intenzione opposta. Ecco, infatti, cosa scrive il magnifico: «stanti i particolari aspetti di problematicità della vicenda processuale i quali non mancano di riverberarsi sul provvedimento dal giudice adottato, questo Ateneo si è rivolto all’Organo di consulenza Erariale al fine di individuare gli aspetti precisi per una sua corretta esecuzione». Come si vede, Tamburro prende tempo, col rischio che la prof.ssa Colella resti fuori servizio per sempre, come si evince anche dall’articolo del Mondo di seguito riprodotto. Il magnifico, però, si sarebbe dovuto astenere da ogni decisione nei confronti della docente, a causa delle querele e controquerele pendenti tra i due. È difficile non ravvisare un abuso d’ufficio nei confronti di chi non «mantiene una posizione di indipendenza, al fine di evitare di prendere decisioni in situazioni, anche solo apparenti, di conflitto di interessi». In questo caso, però, vi è l’aggravante della certezza del conflitto d’interessi. «Che fare» per risolvere questa situazione? Suggeriamo al professore di sbarazzarsi della Colella, magari somministrandole cicuta lucana (visto che in alcune intercettazioni non si dice come ammazzarla). O, molto più semplicemente, di reintegrarla in servizio nell’interesse degli studenti, dell’università e del territorio lucano.
Basilicata, per Colella la palla di nuovo al Tar
Fabio Sottocornola. Si ingarbuglia la vicenda di Albina Colella, titolare della cattedra di geologia all’università della Basilicata e in attesa di processo per accuse di truffa, peculato e concussione nella gestione di progetti di ricerca finanziati dall’Unione europea. Per questo motivo la docente era stata sospesa dalla cattedra nel 2004. Ma dopo due ricorsi al Tar Basilicata, Colella si è rivolta al Consiglio di Stato chiedendo la revoca della sospensione dal servizio. E il consiglio, in un’ordinanza del 18 dicembre scorso, aveva smentito il Tar e stabilito che l’ateneo doveva riammettere in servizio la docente, chiarendo che «il tempo trascorso dai fatti contestati (risalenti al 2002) attenua le esigenze cautelari» fatte valere invece dall’ateneo. Ma a due mesi di distanza, il provvedimento è rimasto sulla carta. Così, giovedì 14 febbraio Colella ha inviato al rettore Antonio Tamburro una diffida a ottemperare, entro 30 giorni, a quanto disposto. Altrimenti potrebbero partire, tra fine marzo e inizio aprile, le procedure per la nomina di un commissario ad acta incaricato di gestire il reintegro della docente. Ma adesso la vicenda si gioca tutta sui tempi. È infatti rientrato in scena il Tar regionale che ha fissato al 3 aprile l’udienza per discutere il merito di quanto deciso dal Consiglio di Stato. Il tribunale non ha invece ancora stabilito quando affrontare nel merito i due ricorsi precedenti e non li ha nemmeno raggruppati insieme a quest’ultimo, anche se riguardano la stessa vicenda. Procedura assolutamente inedita per la difesa Colella, rappresentata dall’avvocato Luciano Garofalo. E con un tempismo curioso: in caso di sentenza negativa del Tar, Colella sarà costretta a restare fuori. E attendere anni prima di un nuovo pronunciamento del Consiglio di Stato sul merito della vicenda.
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Prof A. Colella, non si stupisca; a me avevano chiuso l’ufficio di ricerca… O Beata Santa Maria!