Dai baroni della medicina all’università merchandising e ai dirigenti Asl

I libri sono il nostro tormento e la nostra passione, come la scienza che ci affratella; e se ci capita che un maestro sia insigne, lo onoriamo…

Carlo Castellani. C’era una volta il barone! Ricordate? Con fare deciso si aggirava tra i malati, seguito da uno stuolo di assistentucoli rapiti dai suoi gesti imperiosi, intimoriti dal suo sguardo severo e serioso; ogni suo impercettibile sbatter di ciglia veniva colto da quei discepoli non senza un batticuore, un’ansia, un brivido che li attraversava da capo a piedi. «Avrà guardato me?» si chiedeva l’avvenente specializzanda. «Avrà voluto che io…» si domandava angosciato lo studente di Enna in procinto d’esame. Lui, fascinoso, elegante, guardava tutti e nessuno… un silenzio tombale regnava nella sala… «sssssilenzio!» bisbigliava l’aiuto anziano, non appena Lui alzava la mano sapiente – tanto da sembrare essa stessa intelligente, certo benedetta da Ippocrate – e si apprestava alla percussione del torace del paziente di Asciano. «Qui… Tu! …Vieni …Percuoti …e ausculta! Qui!» S’avvicinava l’assistente tremante, confuso, rosso come un peperone, mentre gli altri sorridevano saccenti, rilassati per lo scampato pericolo… Pregava Iddio Carmelo Cacace da Enna di sentire ed intuire qualcosa, di fare la diagnosi lì, accanto a Lui, il divino; come sarebbe stato bello sentire… «Bravo, così si visita un malato … bravo … ehm come ti chiami giovinotto?». Ti spremevano, ti umiliavano, turbavano i tuoi sogni di ventenne quei potenti, ti tiravano dietro il libretto e tu dai a studiare di più e meglio, per strappar loro il fatidico: vada, giovinotto vada… ora sì che la sa! 18 vada!! Li odiavi ma li ammiravi nello stesso momento, ascoltavi le loro lezioni e li vedevi grandi, immensi e ti convincevi che in fondo ti volevano anche bene. Erano i tuoi incubi, ma ti davano qualcosa, e se ti capitava di incontrarne uno che ti ammaliava per due ore parlandoti di Semeiotica del torace, lo onoravi, ne riconoscevi la cultura, la passione che metteva nel suo parlar di scienza ed uscivi fuori dall’aula convinto che non ti saresti più scordato di quella lezione. Sì, era uno str…. ma, caspita, che maestro!! Ti aveva dato… e tanto!! Caniggia, Rocco, Marcolongo, Lenzi…

Oggi i nuovi baroni sono i dirigenti d’Azienda, grigi, vuoti omarini senza cultura; furbi, non intelligenti, mediocri politicanti; teorici della burocrazia più ottusa; li trovi nei loro uffici, nelle loro stanze sempre chiuse, in riunione a discutere di come risparmiare sulla pelle del paziente d’Asciano e su quella di Carmelo Cacace ormai aiuto anziano. Uno stuolo di vassalli li protegge da tutto e da tutti, direttori, direttorini, segretarie, nani e ballerine tengono questi monarchi fuori dal fragor della battaglia; non puoi avvicinarli, tu, umile dipendente, sono molto, molto impegnati…

Non si recano mai sul campo, stanno rintanati nelle loro stanze ricoperti di scartoffie da deliberare, da firmare e da approvare… stanno bene attenti a non urtare troppo il paziente d’Asciano e sono maestri nel decidere cose impopolari senza che l’utente sappia, lasciando Carmelo Cacace a subire le conseguenze della loro ottusità. Non puoi parlare con loro, non li puoi toccare né vedere sono molto, molto impegnati… A colpi di delibere ti impongono, ti ordinano, pianificano sulla carta ogni problema e burocratizzano tutto; sono privi di buon senso, di stile; grossolani nei modi, arroganti negli atteggiamenti, fanno i forti coi deboli e stanno attenti a non urtare i forti; sensibili alle politiche di corridoio, le più meschine, le più basse; il loro scopo è quello di salire, salire, il loro sogno è quello di occupare posti ancor più importanti; vengono da partiti politici forti, il loro passato è di assoluta fedeltà alla fazione cui appartengono; generalmente sono stati mediocri professionisti, niente sanno di scienza, ma hanno annusato a suo tempo il vento buono, la tessera ha dato loro una mano ed eccoli ai posti di comando, tracotanti nella loro assoluta mediocrità: se li vedi fuori dal proprio regno, non dareste loro una cicca… eppure sono uomini da qualche decina di milioni di lire al mese e non contenti, avidamente elemosinano contratti milionari anche oltre i limiti d’età pensionabile. Li hanno messi lì a raddrizzare la baracca, e loro, caporali fedeli, pur di far vedere quanto son bravi, a capo basso senza curarsi di niente e di nessuno, tagliano sul personale dipendente, non comprano nemmeno un lapis, pretendono qualità ed offrono mediocrità; se malauguratamente capita loro di aver bisogno per sé o per qualcuno cui devono, hanno la faccia tosta di avvicinarti o meglio, farti avvicinare, e con fare mellifluo ti chiedono se tu potessi… se ci fosse la possibilità… fottendosene delle liste d’attesa contro le quali hanno abbaiato fino ad un’ora prima. Se capita di inaugurare una nuova azienda son lì in prima fila, sorridenti al click dell’obbiettivo, poi rientrano nel loro bunker blindato e non li vedi più, ma li senti, ne avverti la presenza nell’aria, nei ”distinti saluti” che concludono le loro secche e fredde delibere. Se dirigessero un’Azienda vera, con operai veri e tosti, sarebbero da paragonarsi ai padroni delle ferriere di due secoli fa. Stizziti stracciano le tue richieste e non rispondono mai ai tuoi lamenti; per metterli un po’ in apprensione bisogna minacciare l’atto legale, allora rivedono leggi, leggine che li possano tirar fuori dall’imbarazzo. Odiano i sindacati di categoria perché a volte contrastano timidamente il loro agire da assoluti monarchi ed allora li convocano in riunione e promettono, si giustificano, chiedono collaborazione ed approvazione. Generalmente decidono e poi ti chiamano a ratificare le loro decisioni delle quali democraticamente ti hanno informato. Il loro chiodo fisso è il risparmio, ad ogni costo, su tutto e su tutti; forse si risparmiano anche di notte… perchè la mattina devono deliberare, sono molto, molto occupati… Il tempo non ricorderà le loro delibere perentorie, non saranno ricordati nel bene, né nel male… il tempo li spazzerà via.

Professor Angelo Caniggia… capitano mio capitano… come ti rimpiango! Ho sempre, ingiallita dal tempo, la tua lezione sulla Semeiotica del torace: memorabile! Il tempo non l’ha spazzata via.

17 Risposte

  1. Essendo stato ricoverato per mesi e mesi e stando ormai anni in ospedale per cure salvavita, assicuro che tali baroni esistono ancora: non solo mettono sull’attenti e insultano le porette dottorande e maschili pendant ma insultano e prendono per le mele anche le colleghe (o i colleghi) al loro seguito. Alcuni si dichiarano berlusconiani, altri prodiani, ma sempre pezzi di merda -umanamente parlando – mi paiono. O forse… ho il “paraocchi ideologico”… Mi cacceranno dal Belpaese dove si va a froci ma non lo si dice, si va a puttane e coca ma si fanno i moralisti, si dice di essere rivoluzionari ma si chiede il permesso ai carabinieri per fare la rivoluzione…
    Una risata vi seppellirà – motto del Sessantotto
    bardo

  2. Paolo, sei tu che studiavi Bernardo Tolomei? Ma ci hai scritto un libro si o no?
    Con la vittoria del palio, i civettini si interrogano curiosi: chi era costui oltreché il fondatore di Montoliveto si sa?
    a.

  3. Sull’ultima rettorale.
    Ovvero
    La crisi e la colpa

    Malgrado l’interdizione giudiziaria del predecessore e la scellerata serie di crimini compiuti che han fatto fallire quella che credevamo essere la nostra università dobbiamo leggere comunicati di questo tenore!
    Nessun provvedimento e neanche una parola sulle delinquenziali conduzioni dell’ateneo da parte di un clan di malavitosi, ma ancora una volta la sfacciata sicumera nel contrabbandare tutto questo per una “crisi”, termine con cui non si potrebbe raggirare neppure un totale demente, visto che tale lemma indica uno “stato transitorio di particolare difficoltà o di turbamento, nella vita di un uomo o di una società” (http://www.dizionario-italiano.it/definizione-lemma.php?definizione=crisi&lemma=C0FC1000)!
    Ci troveremmo quindi coinvolti tutti con pari responsabilità in una eccezionale congiuntura dovuta a cause non identificabili e su cui non v’è nulla da fare né da dire ed il punto sta nello spirito di sacrificio di cui ognuno dovrà dare prova perché da questo dipenderanno le possibilità di riscatto dell’ateneo!
    In sostanza sarebbe nostro dovere salvare l’ateneo e nostra inescusabile “colpa” non riuscirci!
    Dopo i danni disastrosi e le omissioni omertose anche la dignità derisa e l’intelligenza insultata!

    Prof. Cosimo Loré

  4. Quesito chiave per i signori Mario Formisano, Cosimo Loré, Giovanni Grasso ed altri.

    La Procura che continua a lavorare con grande impegno e che ha più volte chiamato a testimoniare il sottoscritto e quest’ultimo con i suoi costanti scritti e le subentranti denunce del titolare di questo blog rappresentano altrettante attività doverose e meritorie o vili atti di infami sciacalli che infieriscono sulla comunità accademica senese approfittando della gravissima “crisi”?

    Se non si chiarisce in maniera definitiva, ufficiale e pubblica questo punto essenziale è segno che non vi è alcuna soluzione di continuità con il malaffare che ha massacrato la nostra vita e l’ateneo senese né alcuna speranza di effettiva salvezza!
    CL

  5. Per Archie (Archimede)
    Solo ora vedo la tua noticina. Purtroppo ho avuto dei problemi col pc.
    Ho scritto un libro sul Tolomei e, ora posso dirlo, lo sto facendo stampare anche perché è piaciuto, se così posso dire, al prof. Ascheri senior cui l’ho sottoposto. Purtroppo la venalità degli editori e la loro infingardaggine mi hanno fatto ritardare i tempi. Dalla Fondazione non ho avuto un quattrino e questo nonostante Gabriello arcangelo e premiata ditta sia andato a Roma a baciare i piedi del papa in onore del neo-santo. Dal che si deduce quanto a costoro freghi della storia, della cultura, ecc.
    E io ho fatto sempre regolare richiesta di piccoli finanziamenti, ma, certo, non essendo “amico degli amici” la Siena mafiosa ha sempre respinto ogni denaro e ogni promozione.
    Ma dove si crede di vivere? Sulla luna? O nel regno della rinata barbarie italico-senese?
    Tolomei era un aristocratico che voltò le spalle al mondo e perciò subì un certo ostracismo dalla Siena mercantile oligarchica. Una sua tesi era talmente rivoluzionaria da “potare i coglioni” a tutta la repubblica mercantile… ma vi costringerò a leggere il libro!
    Bardo Senese (ahimé)

  6. …io piccola, oscura dipendente di una ASL di altra Regione, mi riconosco in pieno nel disagio/malessere che evoca la lettura dell’articolo in chi conosce bene queste realtà! Questo articolo mi sembra di averlo scritto io!…
    Sono riportate le stesse cose, gli stessi spettacoli che vedo quotidianamente!… Anch’io ho conosciuto a suo tempo “i baroni”!… e facendo il paragone con oggi… è una gara dura nello stabilire chi è peggio! Il fatto è che non si tratta solo di una sola categoria di mediocri parassiti: l’intero Belpaese sta seguendo questa rotta!!! …e tu piccolo dipendente cosa fai? Se protesti ed alzi la voce… se va bene vieni considerato con sufficienza, compatimento, come “bambino capriccioso” che fa le bizze!… Se va male te la fanno pagare cara!… Comunque sia non ottieni mai nulla! E continui ad arrovellarti nella tormentosa ricerca di un modo di combattere e di stare meno peggio che puoi, conservando un briciolo di autostima!

    ***

  7. …oscura dipendente di una ASL di altra Regione, quello che ha aggiunto per commento dell’articolo completa e conferma un quadro non evidente solo a chi è in assoluta malafede e in aperta collusione o supinamente sottomesso al malcostume imperante.
    …l’intero Belpaese sta seguendo questa rotta!!! Non a caso ritengo che si possa a ragione parlare di Repubblica Criminale Italiana per l’invasività degli abusi e soprattutto l’inaudita indifferenza delle vittime ormai incapaci di qualsiasi difesa.

  8. Fosse solo un problema delle Asl e delle Facoltà di Medicina! Direi anche le umanistiche si sono ben adeguate a farla pagare cara al bambino capriccioso!

  9. I peggiori parassiti e lestofanti li ho conosciuti a Lettere. E più facevano i sinistri più eran sinistri personaggi…
    Confermo.
    Bardo

  10. Grazie per avermi riportato indietro con gli anni ricordando il professor Caniggia e tutti gli altri che mi hanno fatto morire di paura, ma diventare un buon medico. Mi spiace leggere però della triste situazione dell’ateneo senese che circa 30 anni fa era una delle università piu prestigiose Grazie 🙂
    P.S. Saluti anche al Prof. Loré, quando ho fatto Medicina Legale, lui era un giovane assistente 🙂

  11. Clinica medica anno 1978 sessione estiva: “giovanotto lei farà carriera” disse il barone mai dimenticato prof. Angelo Caniggia. Grande il suo carisma.

  12. …ricambio i saluti nel ricordo del Maestro Professore di Clinica medica, materia oramai indecifrabile nella miriade di “crediti” che sciagurati riformatori hanno introdotto come sostitutivo dei pilastri formativi di un’era tramontata: Caniggia con Comparini e Barni e “uscivi” capendo il senso fondamentale della Anatomia Umana e della Medicina Legale. Loré

  13. Siamo tutti seduti sulle spalle dei Giganti ed è giusto ricordare le grandi figure del passato. E adesso? Dove sono questi maestri? Ve lo dico io! Sono tutti intenti a coltivarsi i loro piccoli orticelli e le loro scimmiette ammaestrate. Se adesso l’università di Siena naviga nelle acque di capo Horn la colpa è dei successori di questi giganti (con le dovute eccezioni). Adesso godetevi le vostre scimmiette, i vostri orticelli e le vostre rovine fumanti.

  14. Chi ricorda Daniele dispensatore di umane ossa al Laterino negli anni 1972-1973? Che tempi!

  15. …e in particolare il prezioso osso sfenoide, così delicato e desiderato?

  16. A Ovidio (e a tutti gli interessati) che scrive: «Chi ricorda Daniele dispensatore di umane ossa al Laterino negli anni 1972-1973? Che tempi!», ricordo che potrà vedere ed ascoltare Daniele Mulinacci martedì 10 maggio alle ore 11, nell’Aula Magna della Facoltà di Lettere e Filosofia (via Roma 47, Siena), dove sarà proiettato il video “Antiche Mani” che racconta attraverso parole e immagini alcuni mestieri legati all’universo delle collezioni universitarie.

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