Al grande professore di “Economia Aziendale“, non gli passa neanche per l’anticamera del cervello che non si può considerare «risparmio» la mancata spesa per un’attività che la legge impedisce di fare. Non può dire, per esempio, d’aver fatto risparmiare l’Ateneo non comprando una Ferrari per le sue funzioni di Rettore, per un motivo molto semplice: la legge non lo consente. Invece, ascoltare, o leggere di seguito, quel che, con disinvoltura e convinzione, ha dichiarato Angelo Riccaboni in Tribunale.
Da Radio Radicale (udienza del 24 febbraio 2016; brano da 36:26 minuti a 37:27 minuti): «Quello che sicuramente è stato importante è una gestione caratterizzata dal massimo dell’attenzione alle spese. Questo è ovvio! Che sei in quella situazione, devi dare anche degli esempi: basti ricordare, anche soltanto, quel piccolo incontro per i saluti di Natale, che naturalmente è stato offerto dal Rettore, come persona fisica. Lo dico, come esempio di un’attività gestionale improntata a una tensione esasperata, esasperata al risparmio, per due motivi: sia perché era giusto farlo, per ridurre i problemi di tipo finanziario; ma anche per un altro motivo, l’esempio. Cioè, all’interno di un’organizzazione se non si dà l’esempio a tutti i livelli è difficile che questa induzione del risparmio, dell’attenzione alle risorse, è difficile che si propaghi.»
Pagare il rinfresco per gli auguri di Natale, sarebbe stato un danno erariale. Al contrario, se Angelo Riccaboni avesse rinunciato ai 216.000,00 € dell’indennità di carica per i sei anni da rettore, o decidesse, oggi, di rinunciare all’indennità da consigliere nel CdA della Banca MPS, quello sì che sarebbe un risparmio e un bell’esempio a tutti i livelli.
Pubblicato anche, con lo stesso titolo, su:
– Lo Stanzino Digitale (27 dicembre 2017).
– Il Cittadino online (2 gennaio 2018).
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Alcune geniali azioni di Angelo Riccaboni per il risanamento dell’Ateneo senese
Marco Sbarra. Caro Professor Grasso, vorrei esprimerle il mio dispiacere per l’esito del processo e la speranza che quello di secondo grado possa essere a Lei favorevole.
Ora il professor Riccaboni, dopo aver così bene operato nell’Università di Siena, avrà la possibilità di mettere in mostra le sue indubbie qualità manageriali nel governo del Monte. Finalmente, grazie alla sua riconosciuta indipendenza dal Sistema Siena – l’elemento magmatico che ha “liofilizzato” pure l’Università – la Città riavrà una banca pulita, efficiente e rispettosa dell’etica.
Coraggio Professore, tenga duro e continui ad esserci d’esempio come uomo libero e coraggioso.
Rabbi Jaqov Jizchaq. C’è sicuramente l’esigenza di fare luce sul passato, ma ancor più pressante è l’esigenza di “fare luce” sul futuro. I dati parlano chiaro: i docenti di ruolo oggi sono poco più di 600, dunque perdita di 400 docenti su 1.000 a casaccio e smantellamento di intere aree scientifiche solamente a causa dell’anagrafe: anzi, chi meno mangiò al tempo delle abbuffate, quello risulta adesso più penalizzato. Anche chi dice che il numero è quello “giusto” per un piccolo ateneo, dovrebbe spiegare “giusto” per cosa, giacché si tratta semplicemente di quelli che non sono andati in pensione, senza dunque particolari affinità, che non siano quelle anagrafiche. Chi, sovente per puro caso, è sopravvissuto al terremoto, ha maturato un’insana idea di predestinazione e di onnipotenza, ritenendosi talvolta autorizzato a calpestare la dignità altrui.
E poi ci si dovrebbe chiedere se nella cornice della politica universitaria oramai consolidatasi, a prescindere dal colore dei governi (prossimo ministro: Superciuk, l’eroe dei fumetti che rubava ai poveri per donare ai ricchi), un “piccolo ateneo” povero ha una qualche possibilità di sopravvivenza, insistendo in un territorio dove nel raggio di cinquanta chilometri vi sono altri due grandi atenei ricchi. Dopo la débacle della perdita del 40% dei docenti, il reclutamento è ripreso a scartamento ridotto (non al livello di oltre il 50% come nei grandi atenei finanziariamente “virtuosi”, a causa del gravame dei debiti che ancora pesano su Siena). E poi in quali settori? Ci sono le emergenze, e poi c’è semplicemente la legge del più forte e la lotta per la vita, come Tarzan nella giungla.
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