Due realtà con sorprendenti analogie, l’ateneo senese e quello di Tor Vergata, ripropongono una riflessione su una pratica diffusa in regime di autonomia universitaria e cioè l’acquisto e ristrutturazione, con fondi ministeriali, e poi la vendita del patrimonio immobiliare. Il collega Francesco Russo, Ricercatore del Dipartimento di Chirurgia e Segretario della locale sede Federazione CISL dell’Università di Roma Tor Vergata, ci scrive suggerendoci una lettura che ha aspetti inquietanti e che potrebbe spiegare alcuni possibili retroscena di questa frenetica attività.
Francesco Russo. Il disegno di legge di riforma della “governance” negli atenei (in particolare la composizione dell’organo di autogoverno CdA) e l’omesso trasferimento dei contributi Inpdap ed Irap registratosi a Siena potrebbero suggerire una rilettura della situazione presso l’Ateneo di Roma Tor Vergata, anche alla luce di quanto sta accadendo nell’ateneo senese.
A Tor Vergata è già operante sostanzialmente quanto dovrebbe prevedere il realizzando disegno di legge Gelmini in itinere parlamentare sulla composizione del CdA organo di autogoverno dell’Ateneo. Infatti, dei 5 membri presenti nel CDA di Tor Vergata, solo lo studente è eletto direttamente, mentre gli altri 4 membri sono cooptati dal Rettore su una rosa di nomi indicata dal Senato Accademico, che è viceversa elettivo (delegatus non potest delegare dicevano i Romani tanti secoli fa ed era la culla del diritto!!). Nell’Ateneo di Tor Vergata, con la modifica di Statuto tutt’ora vigente, realizzata dal precedente rettore Finazzi Agrò (in carica anche lui per dodici anni, come il Rettore Piero Tosi a Siena), furono eliminate tutte le componenti elettive dei docenti e ricercatori ed anche quelle che all’epoca erano presenti in rappresentanza degli interessi della collettività (Regione, Provincia, Comune e Tesoro). Inoltre, attualmente e sin dal rettorato precedente, a quanto risulta allo scrivente, i Revisori dei Conti sono cooptati direttamente dal CdA di Ateneo e, magna pars, dal Rettore configurando così il classico caso di controllato che si sceglie il controllore!
Previdenza Inpdap ed Irap: sulla base delle pessime notizie provenienti da Siena, ho chiesto formalmente lumi – in qualità di segretario sindacale Cisl Università – all’attuale Rettore Prof. Renato Lauro che mi ha risposto d’aver ricevuto dagli uffici competenti conferma sull’effettivo trasferimento mensile delle prebende (imposte Irap e versamenti Inpdap). Non completamente convinto di ciò – e soprattutto non essendoci in CdA rappresentanti eletti dai docenti e ricercatori –, insieme a circa 40 altri medici, ho scritto questa volta per il tramite di studio legale, chiedendo formalmente copia dei mandati di pagamento da Ateneo ad Inpdap, cioè della prova dell’avvenuta corresponsione del dovuto, in ossequio per l’appunto a ciò che mi aveva scritto il Rettore. Il Rettore Lauro ha celermente risposto reiterando ciò che aveva precedentemente scritto e invitandoci a chiedere ad Inpdap la certificazione previdenziale: infine Inpdap con una breve nota ha risposto allo studio legale sostenendo che per trasmetterci la certificazione della situazione previdenziale degli istanti (cosa ben diversa da ciò che avevamo chiesto originariamente!!), avrebbe dovuto prima ricevere dall’Ateneo di Tor Vergata la documentazione di servizio per ogni istante!!! Risposta quantomeno curiosa ma francamente dilatoria e forse sospetta ma, in soldoni, negativa rispetto alle originarie richieste. Faccio presente – a chi fosse a digiuno della materia – che i versamenti previdenziali riguardano soldi nostri dei lavoratori e per oltre il 9% della base imponibile specifica addirittura prelevati dalla busta paga, configurando in questo caso se non versati da parte dell’Amministrazione reati penali assai gravi di tipo appropriativo!!!
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