Cosa c’è dietro la “frettolosa alienazione” del patrimonio immobiliare in regime di autonomia universitaria?

sienatorvergataDue realtà con sorprendenti analogie, l’ateneo senese e quello di Tor Vergata, ripropongono una riflessione su una pratica diffusa in regime di autonomia universitaria e cioè l’acquisto e ristrutturazione, con fondi ministeriali, e poi la vendita del patrimonio immobiliare. Il collega Francesco Russo, Ricercatore del Dipartimento di Chirurgia e Segretario della locale sede Federazione CISL dell’Università di Roma Tor Vergata, ci scrive suggerendoci una lettura che ha aspetti inquietanti e che potrebbe spiegare alcuni possibili retroscena di questa frenetica attività.

Francesco Russo. Il disegno di legge di riforma della “governance” negli atenei (in particolare la composizione dell’organo di autogoverno CdA) e l’omesso trasferimento dei contributi Inpdap ed Irap registratosi a Siena potrebbero suggerire una rilettura della situazione presso l’Ateneo di Roma Tor Vergata, anche alla luce di quanto sta accadendo nell’ateneo senese.

A Tor Vergata è già operante sostanzialmente quanto dovrebbe prevedere il realizzando disegno di legge Gelmini in itinere parlamentare sulla composizione del CdA organo di autogoverno dell’Ateneo. Infatti, dei 5 membri presenti nel CDA di Tor Vergata, solo lo studente è eletto direttamente, mentre gli altri 4 membri sono cooptati dal Rettore su una rosa di nomi indicata dal Senato Accademico, che è viceversa elettivo (delegatus non potest delegare dicevano i Romani tanti secoli fa ed era la culla del diritto!!). Nell’Ateneo di Tor Vergata, con la modifica di Statuto tutt’ora vigente, realizzata dal precedente rettore Finazzi Agrò (in carica anche lui per dodici anni, come il Rettore Piero Tosi a Siena), furono eliminate tutte le componenti elettive dei docenti e ricercatori ed anche quelle che all’epoca erano presenti in rappresentanza degli interessi della collettività (Regione, Provincia, Comune e Tesoro). Inoltre, attualmente e sin dal rettorato precedente, a quanto risulta allo scrivente, i Revisori dei Conti sono cooptati direttamente dal CdA di Ateneo e, magna pars, dal Rettore configurando così il classico caso di controllato che si sceglie il controllore!

Previdenza Inpdap ed Irap: sulla base delle pessime notizie provenienti da Siena, ho chiesto formalmente lumi – in qualità di segretario sindacale Cisl Università – all’attuale Rettore Prof. Renato Lauro che mi ha risposto d’aver ricevuto dagli uffici competenti conferma sull’effettivo trasferimento mensile delle prebende (imposte Irap e versamenti Inpdap). Non completamente convinto di ciò – e soprattutto non essendoci in CdA rappresentanti eletti dai docenti e ricercatori –, insieme a circa 40 altri medici, ho scritto questa volta per il tramite di studio legale, chiedendo formalmente copia dei mandati di pagamento da Ateneo ad Inpdap, cioè della prova dell’avvenuta corresponsione del dovuto, in ossequio per l’appunto a ciò che mi aveva scritto il Rettore. Il Rettore Lauro ha celermente risposto reiterando ciò che aveva precedentemente scritto e invitandoci a chiedere ad Inpdap la certificazione previdenziale: infine Inpdap con una breve nota ha risposto allo studio legale sostenendo che per trasmetterci la certificazione della situazione previdenziale degli istanti (cosa ben diversa da ciò che avevamo chiesto originariamente!!), avrebbe dovuto prima ricevere dall’Ateneo di Tor Vergata la documentazione di servizio per ogni istante!!! Risposta quantomeno curiosa ma francamente dilatoria e forse sospetta ma, in soldoni, negativa rispetto alle originarie richieste. Faccio presente – a chi fosse a digiuno della materia – che i versamenti previdenziali riguardano soldi nostri dei lavoratori e per oltre il 9% della base imponibile specifica addirittura prelevati dalla busta paga, configurando in questo caso se non versati da parte dell’Amministrazione reati penali assai gravi di tipo appropriativo!!!

Inoltre un’altra osservazione che mi ha insospettito alquanto (nonché di ulteriore analogia con Siena) è che il numero dei docenti (professori e ricercatori) dell’Ateneo di Tor Vergata è cresciuto moltissimo più che triplicato (erano circa 500 nel 1991, oggi sono oltre 1500), ma non mi risulta che sia cresciuto così, proporzionalmente, anche il Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) statale. È forse ipotizzabile che – quanto ad Inpdap ed Irap – accada all’Ateneo di Roma Tor Vergata (e magari in qualche altra realtà universitaria con le stesse dinamiche di crescita) quel che malauguratamente è successo all’Ateneo di Siena, confidando infine nella vendita dei gioielli immobiliari di famiglia? Io ovviamente mi auguro fortemente di no, chiaramente.

Infatti, a Siena c’è la meravigliosa Certosa di Pontignano di proprietà dell’Ateneo Senese che la banca Monte dei Paschi vorrebbe avere a disposizione da vendere con mandato irrevocabile, mentre a Monteporzio Catone a due passi da Roma c’è la stupenda Villa Mondragone edificata dal Cardinale Borghese e poi storico Collegio dei Gesuiti ed adesso di proprietà dai primi anni 80 dell’Ateneo di Tor Vergata grazie alla lungimiranza ed avvedutezza del compianto primo Rettore di Tor Vergata Gismondi.

Inoltre, sempre stando ad Agenzie di Stampa, a Siena si pensa di vendere o di comprare addirittura immobili e terreni di proprietà universitaria, che fanno da sempre gola ai costruttori, perché storici e addirittura si ipotizza la vendita per sanare il bilancio universitario del grande e famoso Policlinico Le Scotte che credo sia di proprietà dell’Ateneo. Viceversa a Roma abbiamo assistito – sulle ceneri della precedente Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico Tor Vergata – alla creazione di una Fondazione di diritto privato (Fondazione PTV – Policlinico Tor Vergata) da parte dell’Ateneo di Tor Vergata e della Regione Lazio (soci fondatori paritari) che per Statuto notarile “gestisce le attività sanitarie del Policlinico” in aperta contraddizione con il DPR 254 del 2001 (Regolamento per la costituzione delle Fondazioni Universitarie) e della relativa Adunanza della II sezione del Consiglio di Stato. Tale Fondazione PTV è oggetto – tra l’altro – di impugnativa al TAR Lazio per svariati motivi di censura, comprensivamente di avere utilizzato – secondo noi in maniera costituzionalmente illegittima perché materia devoluta alla legiferazione nazionale e non regionale – come fonte normativa una Legge della Regione Lazio (26 del 2007) che all’ art. 42 espressamente prevede la creazione (per la sola Università di Tor Vergata) di una Fondazione di diritto privato per il suo Policlinico ed anche quello di avere acquisito la personalità giuridica di diritto privato alla Regione Lazio (conflitto di interessi ??) senza viceversa passare – ex DPR 361/2000 – dal Prefetto di Roma e senza quindi la prevista autorità vigilante del Miur.

Inoltre, sarà un caso, ma le residenze universitarie per gli studenti nel terreno sede del Campus di Tor Vergata sono edificande proprio ad opera e per la committenza dello stesso fondo immobiliare “Aristotele” che a Siena ha comprato dall’Ateneo l’ex Complesso Psichiatrico del San Niccolò per sanare il deficit previdenziale Inpdap che lo ha riaffittato allo stesso Ateneo a canone sociale e su cui è in corso una inchiesta della polizia giudiziaria. Sarà un ulteriore altro caso, ma a Roma l’immobile “La Romanina”, storica sede sul Grande Raccordo Anulare da sempre del Rettorato di Tor Vergata, degli uffici amministrativi e della Facoltà di Legge, è stato oggetto nel 2007 di compravendita immobiliare da “Montepaschi Leasing”, che lo ha riaffittato contestualmente all’Ateneo stesso a canone rilevante (sales and lease back) nelle more della edificazione delle sedi definitive del Rettorato, degli uffici amministrativi e della Facoltà di Legge nel terreno del Campus Universitario.

Si fa peccato a pensare male ed io sono certamente un terribile peccatore: ma a volte diceva qualcuno più famoso ed importante di me ci si azzecca!! Ed allora dico: è ipotizzabile che – per il tramite di una lettura ed interpretazione quanto meno “originale” ed assai forzata della Legge Ruberti sulla autonomia universitaria – si stiano realizzando in alcuni atenei italiani operazioni similari miranti a “fare cassa”: per esempio omissione di versamenti Inpdap ed Irap, bilanci di esercizio poco leggibili, miranti a massicce assunzioni clientelari di personale, al ricorso eccessivo di consulenze (vedi per esempio la questione della difesa erariale di Ateneo da parte degli Avvocati del Libero Foro cioè a pagamento invece di ricorrere all’Avvocatura di Stato e/o al proprio Ufficio Legale di ruolo assunto e stipendiato, che a Tor Vergata è frequentissima)?? È possibile, inoltre, che dolosamente o colposamente questa gestione “allegra” delle risorse universitarie possa infine creare vere e proprie voragini nei bilanci di esercizio universitari, che alla fine costringano gli atenei a svendere ai soliti noti il loro storico patrimonio immobiliare? Non dimentichiamoci infatti che sempre la Legge Ruberti non prevede più la designazione da parte del MIUR del Direttore Amministrativo di Ateneo (che una volta controllava per conto del Ministero), ma la sua scelta direttamente da parte del Rettore in carica e ciò potrebbe rappresentare un elemento di ulteriore vulnerabilità nella tutela degli interessi collettivi e della sostenibilità economica dell’Ateneo stesso a medio-lungo termine.

Inoltre, sempre all’Ateneo di Roma Tor Vergata si possono fare altre ulteriori considerazioni, che fortunatamente non riguardano Siena, sul rispetto formale e sostanziale della normativa vigente per il corretto pagamento della ex indennità De Maria ai docenti e ricercatori strutturati con funzioni assistenziali sia al Policlinico che nelle varie strutture convenzionate. Ricordo, a questo proposito, a Tor Vergata il lunghissimo e perdurante contenzioso – durato oltre quindici anni – e le varie sentenze passate in giudicato in fase attualmente d’esecuzione ad opera di Commissario ad acta. Aggiungo ancora che l’Ateneo di Tor Vergata – per quello che attiene alle parti fisse e ricorrenti del salario assistenziale – paga l’indennità aggiuntiva ex art. 31 del DPR 761/79 in misura sicuramente inferiore a quella che gli altri Atenei italiani pagano e soprattutto di quanto previsto dai contratti CCNL della dirigenza medica a cui essa va perequata secondo legge e giurisprudenza consolidata. A titolo esemplificativo, non sono stati mai applicati a Tor Vergata né gli adeguamenti dell’indennità di esclusività nelle varie fasce di anzianità previste dalla Legge 229/99, né i CCNL 2002-2005 della Dirigenza Medica SSN (primo e secondo biennio economico) e il CCNL 2006-2009 della Dirigenza Medica SSN (primo biennio economico), né è stata mai versata nel mese di Dicembre la componente assistenziale della tredicesima mensilità stipendiale.

Inoltre, per ciò che attiene gli adeguamenti degli stipendi universitari a mezzo DPCM, all’Ateneo di Roma Tor Vergata assistiamo da sempre ad un cronico ritardo nell’adeguamento alle tabelle di Legge, nonché nella corresponsione dei relativi arretrati.

Infine, al momento in cui scrivo sempre all’Ateneo di Roma Tor Vergata non è stata ancora applicata la sentenza della Consulta (191 del 2008) sulla ricostruzione della carriera dei tecnici laureati divenuti ricercatori mediante Legge 382/1980, né per ciò che attiene la parte corrente né naturalmente men che meno per la parte degli arretrati (!!!).

Ce ne è quindi a sufficienza, credo, per sospettare difficoltà finanziarie notevoli e possibili similitudini tra i due Atenei in oggetto.

Ci si chiede inoltre – da sempre data la lunghezza del contenzioso amministrativo e la persistente pervicacità delle posizioni di rifiuto della Amministrazione Universitaria di Tor Vergata a modificare la sua posizione in merito al corretto pagamento delle componenti assistenziali salariali dei suoi docenti e ricercatori strutturati con funzioni assistenziali – se esista una corrispondenza biunivoca di uguaglianza tra il corrispettivo che l’Ateneo di Roma Tor Vergata (cd “provvista”) riceve periodicamente a mezzo di mandati di pagamenti dalla Regione Lazio per il pagamento dei salari assistenziali dei suoi docenti e ricercatori e quello che viceversa effettivamente viene erogato agli aventi diritto quale appunto corrispettivo per lo svolgimento delle loro prestazioni assistenziali previste dall’incardinamento nella strutturazione assistenziale del Policlinico Tor Vergata e delle altre strutture romane convenzionate a tal guisa con l’Ateneo.

Ci sarebbe, inoltre, da sviluppare il tema sulla Fondazione PTV – Policlinico Tor Vergata che è di fatto un vero e proprio laboratorio sperimentale per l’applicazione di una normativa e contrattualistica di tipo privatistico ai lavoratori docenti e ricercatori dell’ Ateneo di Roma Tor Vergata strutturati con funzioni assistenziali, da estendere poi credo altrove e sulla ostinata chiusura del precedente Rettore Finazzi, dell’attuale Rettore Lauro e di tutto il management della Fondazione PTV (Direttore Generale Bollero in testa) alla apertura di un tavolo di concertazione-contrattazione integrativa con i legittimi rappresentanti sindacali in merito alle questioni attinenti alla strutturazione assistenziale dei docenti e ricercatori strutturati. Tavolo sindacale, viceversa, presente nella totalità credo di tutte le altre realtà universitarie italiane.

Mi domando  perché non si vuole che il lavoratore docente e ricercatore tramite il suo rappresentante vigili sull’andamento, organizzazione dell’Amministrazione?? Quali sono i motivi di questa cronica e quasi totale mancanza di trasparenza amministrativa e contabile al Policlinico Tor Vergata e nell’Ateneo, considerando a puro titolo esemplificativo che ci sono stati negati formalmente gli ultimi due bilanci di esercizio del PTV, ma potrei continuare a lungo??

Ma questa sarà un’altra storia, sempre che l’amico Prof. Giovanni Grasso ci vorrà ancora suoi ospiti nella sua bella rubrica.

15 Risposte

  1. «Non ci siamo mai sentiti vicini ai docenti come casta, ma come lavoratori si, e ce ne sono tanti che sono lavoratori veri.»
    Per la RdB Università di Siena
    Lorenzo Costa
    ……………………..
    deo gratias… dunque qualche docente lavora; e io che credevo che lavorassero solo i sindacalisti! La realtà è che di un paio di generazioni (ormai) di precari e ricercatori sfruttati a sangue (la formidabile “casta” dei lavoratori con contratti da mille euro al mese o tremila euro lordi all’anno…), che si sono man mano trovati ad operare su un terreno sempre più desertificato e la cui esistenza è stata devastata dalla presente situazione (locale e nazionale) senza sbocco, anche i sindacati se ne sono altamente e beatamente strafregati: adesso vengono a dirci che anche qualcuno lavora?

  2. Signori, fate molta attenzione, perché la questione della “frettolosa alienazione” è il cor della vicenda accademica senese: da anni sostengo che l’ateneo muore tra cattiva amministrazione e sguaiato nepotismo, deleteria burocrazia e sospetta edilizia.
    Nulla avviene per caso e una indagine seria – non solo giudiziaria – deve analizzare anche questo aspetto: perché si è prima scelto il settore edile quale principale obiettivo dell’ateneo e si è investito denaro che non c’era (e come è stato possibile comprare e costruire senza soldi???) fino all’estremo fallimento e poi (apparentemente per necessità e urgenza…) si è ipotecato e svenduto precipitosamente l’intero ateneo???
    E che razza di cattedratici e ricercatori sono i vari giuristi, economisti, ingegneri, informatici che a Siena continuano a tacere omertosi salvo qualche monotona esplicita dichiarazione di contrarietà a quanto compare in questo blog oltre che – ma questa è una vecchia indegna solfa – alle indagini giudiziarie considerate inopportune se non indebite interferenze???
    Vale molto poco un corpo docente che mette all’indice o ignora quei rari casi di colleghi vigili e capaci di scoprire, illustrare, denunciare il malaffare che ha assassinato la ricerca e la dignità e messo a rischio gli stipendi, perché assomiglia molto ad una congrega di vili manovali di associazioni criminali piuttosto che ad una comunità di nobili saggi capaci di far progredire le scienze e soprattutto le coscienze!!!
    Credo che anche Giovanni Grasso come il sottoscritto si senta disonorato da simile ciurma.
    Prof. Cosimo Loré

    Post scriptum: ancora una volta la Procura di Siena può (rectius: deve!) trarre linfa vitale per le proprie indagini da quel che compare in questo blog. CL

  3. Si pensi che con l’eroica Cattedratica Albina Colella (geologa) a Potenza e l’intrepido Tommaso Gastaldi (Cattedratico di statistica) a Roma La Sapienza abbiamo avviato un contenzioso senza tregua con il malaffare di quegli atenei, rettori in testa (Tamburro ora deceduto e Guarini ora decaduto): questo prova che basta un poco di buona volontà (e di coraggio) e qualche confidenza con Leggi e Procure.
    Cosimo Loré

  4. Per una utile analisi delle vicende senesi cosa fare ora e come procedere evitando errori propizi ai rei in cerca di delegittimazione delle indagini?
    Agire con scrupoloso rigore scientifico nella ricerca e raccolta dei dati oggettivi validi all’acquisizione della prova nel processo!
    Rifuggire da ogni personale interpretazione non conforme al metodo che deve ispirare ogni seria ricostruzione storica e definizione giuridica.
    Pervenire ad una ineccepibile e inattaccabile esposizione di fatti ed atti documentati ed attinenti alla sfera della sicura oggettività.
    Solo così si opera correttamente ed utilmente rendendosi artefici di un lavoro incontestabile premessa solida alle conseguenti valutazioni.
    Se si sa far ciò si resta nell’ambito di propria pertinenza e competenza perchè il bravo scienziato è chi parla attraverso l’evidenza e l’empirismo.
    Ricerca rigorosa e processo penale si incontrano felicemente né v’è rischio d’equivoco fra scienza e diritto ogniqualvolta “res ipsa loquitur”. CL

  5. Professori o travestiti?!
    Atenei così inaffidabili sul piano gestionale come quello romano e senese sono credibili sotto il profilo scientifico e didattico?
    Ecco un altro quesito chiave cui nessuno risponde per motivi anche questi scandagliabili senza soverchi sforzi d’intelletto!
    Come si osa accreditarsi alle funzioni divenute delicatissime ed improbe di rettore e preside rifiutando ostinatamente di affrontare un dramma che ad alcuni di noi semplici docenti sta assorbendo anche le notti e le feste con grave nocumento esistenziale e professionale?!
    Sta per iniziare un nuovo corso nella facoltà medica e sarà bene chiarire subito con il neopreside quel che la sua ambigua perniciosa ed offensiva latitanza in fase di candidature ha impedito di verificare a fondo, a cominciare dai suoi rapporti con la ghenga del malaffare che ad uno spirito critico e libero nonchè responsabile deve suscitare allarme e pronta reazione con tutte le conseguenze accademiche e giudiziarie che la contingenza impone.
    Vecchi e nuovi figuri della storia e della politica hanno invano cercato di legittimarsi attraverso il bruto dato quantitativo del consenso (spesso del tutto inconsapevole e quindi non valido), ma i loro crimini non hanno potuto ovviamente trovare giustificazione né restare impuniti nella confusione tra fase politica e giudiziaria, elettorale e penale della vita pubblica.
    Si badi bene che i concetti qui esposti sono da educazione civica per le scuole elementari e restiamo allibiti di fronte alle facce dei nostri cosiddetti colleghi che ostentano fretta o fastidio, indifferenza o indisposizione ogniqualvolta tentiamo di ripetere a voce quel che qui scriviamo e alla magistratura esponiamo…
    Ma che diavolo di uomini e donne prima che professoroni e professorini sono soggetti siffatti?!

    Cosimo Loré

  6. Ogni tempo la sua pena

    Eppure nel passato senese vi sono episodi a testimoniare la vivacità degli intelletti e la reattività degli interessati allorquando qualcuno osava tradire l’altrui fiducia ed esporre a rischi o a danni la collettività: la donna sorpresa nel tentativo di avvelenar le acque dei bottini vitali per la comunità cittadina fu processata e trascinata nella Piazza del Campo dove fu scorticata e bruciata viva!
    http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-9751db3c-d029-4996-955b-560f36ca5e31.html
    Quale dovrà essere la “pena esemplare” che il Direttore della Nazione di Firenze invoca per i responsabili dei moderni misfatti nel suo editoriale del 29 luglio 2009?
    Maledetta l’estate che blocca la macchina della giustizia, penale ovviamente, perché quella che doveva consentire una rapida inchiesta interna neanche si è messa in moto: infami, ché quando un docente era solo sfiorato da un sospetto agiva con spietata speditezza…
    Usque tandem?!
    Prof. Cosimo Loré

  7. «Quando non si può avere la confessione, è sufficiente la contrizione del cuore» (Caterina da Siena, “Dialogo della divina Provvidenza”). Ma qui i tempi son cambiati, la durezza dei cuori e delle cervici di certi indecenti docenti è ormai a prova di atomica. Il prof Loré ha ragione nell’additarli quali criminali: tali sono. Una ghenga o cricca di delinquenti da anni ha le mani in pasta in accademia. L’università ridotta a un covo di rettili velenosi con appoggio infame (!!!) di canaglie del Palazzo. Maledetta l’estate, infatti!
    E maledetti questi “uomini” che sempre tramano nell’ombra fortemente volendo il male altrui, sol per invidia (notare bene!!!).
    Se li conosci li eviti…
    Bardo

    P.S. -Mi par di ricordare, dai miei studi, che la “strega” avvelenatrice, fu sorpresa alle Fonti di Follonica, ormai interrate (e in via di riesumazione). Un cronachista locale – che si occupa spesso di cacce, palii, giostre e tornei -, tal Balestracci, pare abbia scritto che la tale era solo una poveretta insana di mente, innocua, scambiata per una avvelenatrice. La pena fu quella che ha segnalato Cosimo Loré, la stessa che Ivan Groznij (Ivan il Terribile) dava ai “boiari”…

  8. Eccessi – almeno ai nostri occhi di uomini “moderni” e “civili” – la storia ce ne offre in quantità e con una fantasia che rende la ricerca divertente e la lettura appassionante: lo storico Dansette racconta che il Rettore della Sorbona (gloria e vanto dell’accademia francese) cumulasse qualche altro incarico (la storia si ripete) tra cui quelli di Cardinale di Rohan, Principe-Vescovo di Strasburgo, Grande Elemosiniere di Corte, Langravio di Alsazia, Principe del Sacro Romano Impero, Ambasciatore Straordinario a Vienna, Accademico di Francia. I nostri – almeno sul piano scenico e carismatico – scompaiono di fronte a tanto splendore e furore onnipotente e superiore magnificenza! E non ci lasciano neppure la fase ludica senza la quale – a ben guardare – ogni ricerca scientifica diventa attività impiegatizia e qualsiasi intento didattico è destinato a naufragare nella noia che un docente che non sa comunicare divertendo scatena in menti giovani e gagliarde.

    A tal proposito talvolta mi chiedo come mai nessuno sente il bisogno ed ha il gusto di scrivere a chiare lettere in una doverosa opera di informazione pubblica entrando nel merito degli attuali accadimenti senesi e come si spiega questa mia insistita scrittura ospitata dall’altra anomalia accademica rappresentata dal collega titolare di questo blog, entrambi visti e ripetutamente apostrofati anche dai vertici cittadini come rompiscatole con le rotelle non tutte in perfetto ordine… Eppure ci è sempre stato insegnato che il vero serio studioso ha titolo ad accedere al supremo consesso accademico solo se dotato di spiccato senso critico e capace di ostinata opposizione al supino senso comune, uomo di scienza e coscienza vissute con fede nelle predica e nella pratica! E comunque anche la vita ci insegna che solo l’intraprendenza e l’indipendenza intellettuale rendono l’esistenza umana esperienza degna di essere vissuta e la dignità e il decoro valori difesi.

    D’altra parte ed anche oltre oceano esempi eccitanti invitano a viver con passione e anche impulsivamente la propria condizione di animali sociali e uomini civili. Perfino il nuovo Presidente degli Stati Uniti ci conforta nel suo libro autobiografico ricordando i suoi difficili incontri con la realtà delle comunità cittadine con cui si era dovuto – apparentemente ad armi impari – confrontare: «“Non te l’avevo promesso che avremmo fatto succedere qualcosa?” “Certo”, rispose Mona facendomi l’occhiolino. Dissi loro che le avrei lasciate sole per almeno un paio di giorni, poi mi diressi verso la macchina. Mi sentivo euforico. Dentro di me capii che potevo fare quel lavoro. Avrei riorganizzato tutta quella dannatissima città.» Siamo pazzi noi a fare la nostra parte di cittadini e di cattedratici affetti dall’utopia se non di “riorganizzare” almeno di definire le responsabilità in questa nostra “dannatissima” città e nella nostra vecchia moribonda Università?!

  9. …O erano pazzi gli “Ideologi” quando – ormai decenni fa – dirigevano i partitini rivoluzionari e i movimenti spontaneisti (oggi so’ persone perbene: tutti nell’ovile PD e …altrove)? Ormai i “maestri” hanno pappa e fica + denari e potere: mica come me che si autofinanzia rivistine storiche sol per la gloria…!? Siam fessi, fessi agli occhi del dannatissimo mondo mondano. Io poi più testardo of you: non mi fo “buggerare” dal falò delle vanità, dalle frivole cose mondane: mi daran cicuta come al Socrate, il nemico dei Sofisti (ergo gli “Ideologi”, i cattedratici di Lettere o i cincischioni di Medicina arraffatori). Però attenzione: la Setta reazionaria dei Pitagorici (cfr: Boyle) entrò in crisi e si scisse quando si scoprì l’incommensurabilità dei numeri, delle figure geometriche…
    «Ora è tempo di andare: io a morire, voi a vivere. Qual sia la miglior cosa a tutti noi è ignoto fuorché al dio» (Socrate, “Apologia di Socrate”, Dai “Dialoghi” di Platone).
    Senese Paolo Bardo

  10. …fessi poi mica tanto, mio caro Bardo, visto che con niun di lor mi cambierei e non tanto per l’incerto incedere di alcuni e il penale pendente su altri, quanto per la già denunciata noia che provoca il contatto con questi tristi figuri.
    Le loro sorti come le nostre sono affidate al caso o alla provvidenza, ma ruoli e rapporti ormai non possono alimentarsi se non di vane vendette, meschine manovre, subdoli segnali: quello che ho alfin ben compreso è che la finzione domina la scena per le loro passate e finora impunite luride trame di canaglie al potere.
    Fino a quando resteranno a piede libero non vi potrà essere speranza di risanamento e di ripresa nell’ateneo e in città.

    Prof. Cosimo Loré

  11. …un poco mi han rovinato il riposo notturno perché talvolta ho dubbi sulla mia mentale salute visto che spesso da solo mi trovo a dire brutte parole a voce alta il cui contenuto riguarda il mistero che circonda l’operato di chi per legge e logica aveva da confezionare e controllare i conti! Ma porcaputtana che paraculata criminale è la vita: nel tempio degli alti studi giuridici ed economici nessuno – né rettori né direttori amministrativi né revisori di questo paio di… – calcolava almeno fino a che punto convenisse imbrogliare e falsificare atti e bilanci elargendo contratti e consulenze agli amici degli amici e pagando con soldi nostri ospitate regali nei più lussuosi alberghi e ristoranti senesi!
    Ma che giustizia è quella che manda a calci in culo in galera solo immigrati, ammalati e cittadini in attesa di giudizio (si riveda l’esemplare film di Sordi) e cincischia e tartaglia e barcolla di fronte ai potenti e benestanti saccheggiatori della cosa pubblica e della vita umana, autori di reati continuati e aggravati dai modi subdoli e dagli esiti catastrofici?
    Con che faccia ci si potrà anche solo risalutare in questa città e in una università come questa?!
    Ed anche in una facoltà di medicina dove l’elezione del preside è avvenuta come se niente fosse accaduto in una maniera che rende le cosiddette votazioni vomitevoli dal punto di vista clinico e civicamente spregevoli?!
    Prof. Cosimo Loré

  12. Anzitutto correggo un nome: il matematico da me citato è Boyer e non Boyle (altro personaggio). I politicanti locali son quelli descritti dal prof. Loré: somiglian tanto alla canaglia mussoliniana, quella che dava scapellotti se non ti toglievi il cappello quando passava il gagliardetto. Questi finti democratici han fatto sette gerarchiche di fanatici terroristi e di spacciatori di droga nel passato, passando sopra i morti innocenti. Oggi si son pappati i miliardi con lobbies di ingegneri e con omertà accademiche, distruggendo il verde, sfasciando l’Università…ma sempre col ghigno e l’orgia “a pelle”.
    In città vi è “panem et circenses” e solo pochi si occupano del mio bollettino storico o dei tuoi pregevoli studi, ad esempio.
    L’ordine regna a Varsavia, come sempre.
    “Si, siamo gli zimbelli d’Europa,” disse Sénécal.
    (Flaubert, “L’educazione sentimentale”).
    Il Bardo

  13. […] Ieri su “Il Mondo” è uscito un articolo sulle vendite (o svendite?) degli immobili delle università italiane. Di seguito si riporta il passo che riguarda l’ateneo senese; è consigliata anche la lettura, su questo blog, dell’articolo: «Cosa c’è dietro la “frettolosa alienazione” del patrimonio immobiliare in regime di autonomia…». […]

  14. […] Zoja. Caccia agli immobili universitari. L’ex ospedale psichiatrico San Niccolò è una magnificente struttura, inaugurata a Siena nel […]

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