Sull’ateneo senese “pensieri e parole” dei politici nel silenzio dei brocchi scalpitanti per fare il rettore

«Non s’era mai visto un disastro come quello dell’Università di Siena e la città non può da sola riparare al danno. Occorre un serio intervento di riorganizzazione e di dimagrimento, ma la priorità oggi riguarda i lavoratori, stando però attenti a non trasformare l’Ateneo in uno “stipendificio”. Le condizioni imposte dalla Banca MPS all’Università sono molto dure, ma rappresentano una sorta di correzione pedagogica. Riguardo alle Scotte occorre ricordare che la regione Toscana non è un immobiliarista può acquistare l’immobile purché si ragioni in termini di sistema universitario toscano, aziendalista e di valorizzazione dell’Ateneo.» Ecco i rimedi ed i pensieri “illuminati” dei nostri politici. E i brocchi scalpitanti per fare il rettore cosa dicono?

Enrico Rossi, assessore alla salute della regione Toscana: «Per quanto riguarda il risanamento dell’Ateneo senese e la possibilità di vendere Le Scotte alla Regione per ripianare il debito, credo che il nostro ruolo non sia quello di fare gli immobiliaristi. Prima di ragionare di vendite immobiliari serve un progetto nel quale contestualizzare l’idea di riequilibrio degli atenei. Come assessorato alla sanità abbiamo finanziato l’acquisto di brevetti, un’operazione che è nel nostro interesse perché finanziare l’università e la ricerca, creando uno sbocco per la produzione di brevetti rappresenta un passo in avanti importante per lo sviluppo. Dunque, anche in un’ottica più specifica di riorganizzazione dell’azienda mista, come è quella ospedaliera, credo che, con un progetto sulla ricerca alla base, si possa puntare ad un finanziamento comprensivo anche dell’acquisto, da parte della Regione, di beni immobili, dopo aver affrontato tutti i passaggi politici necessari. Insomma, acquistare si può, purché ciò avvenga all’interno di un ragionamento di sistema universitario regionale, aziendalista e di valorizzazione dell’Ateneo.»

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