Da “Università: mafia e potere” a “Le mani sull’università”

Froio96terRaffaele Simone. (…) Nel 1996, “Le mani sull’università” di Felice Froio (Editori Riuniti, Roma) «rappresenta una sequel naturale di Università: mafia e potere, e la sua morale non è meno allarmante: nei 23 anni che sono passati da allora, la corruzione nell’università italiana non si è ridotta, anzi, semmai i metodi si sono fatti più raffinati, le tele delle amicizie più solide, le spoliazioni più sistematiche, i campi di scorreria più numerosi e più ghiotti. (…) Infine, al movente professionale, alla corruzione se ne sono saldati via via altri: quello sindacale, quello massonico, e così via, sotto la protezione di una endemica vocazione al consociativismo. (…) La conclusione del lettore non può che essere scoraggiata. Per darmi animo, ho finito per decidere che c’è solo un modo per sopportare un’università che funziona come Froio la descrive: considerarla non come l’università corrotta di un paese avanzato, ma come l’università, ancora in formazione, di un paese arretrato».