Appena 25enne l’università della Basilicata, ma molto chiacchierata. Dopo il primo articolo, di seguito il secondo, che suscita, nel lettore, tanti interrogativi. A chi giova che vi sia un virologo a dirigere il Dipartimento di Geologia? È normale che un rettore riceva bacchettate dalla Regione per un illecito amministrativo e contabile? Può un rettore, coinvolto nelle irregolarità gestionali dei fondi europei, continuare a restare al suo posto? Nel caso di inerzia, l’iniziativa spetta al Ministro o, com’è successo a Siena, alla Procura della Repubblica?
IL DANNO MILIARDARIO ALL’UNIVERSITA’ DI BASILICATA
Da: IL RESTO (27 gennaio 2007)
Filippo De Lubac. Quella “testarda” della prof. Colella è riuscita a realizzare il progetto europeo più ambizioso in una situazione organizzativa difficile. Ha anche fornito risultati superiori al finanziamento ricevuto, talmente apprezzati dagli enti regionali da essere stati pubblicati a loro spese e divulgati online su siti regionali, nonché su riviste scientifiche internazionali. Lei ed il suo dipartimento erano diventati i maggiori referenti scientifici sulle risorse idriche e sul monitoraggio ambientale della Val d’Agri, grazie anche alla collaborazione del Politecnico di Torino, abbassando per giunta i prezzi di mercato in un’area dove erano previsti enormi finanziamenti (10 miliardi di lire per la realizzazione di un sistema di monitoraggio ambientale e 6 miliardi l’anno per 15 anni per la sua gestione). Ma il boccone appetitoso, ovviamente, faceva gola a molti. Al punto che, referente di questo monitoraggio, è diventato IMAA-CNR, del cui consiglio scientifico fa parte l’ing. B. De Bernardinis (ex docente di Ingegneria dell’Unibas), esponente del Gruppo 183, nonché direttore dell’Ufficio Pianificazione, Valutazione e Prevenzione dei Rischi del Dip. della Protezione Civile di Roma, i cui interlocutori nell’Ateneo lucano risiedono nei dipartimenti di Ingegneria del DIFA e del DISGG. Inquietante, e diciamo poco, è quello che abbiamo scoperto in merito alla vicenda giudiziaria: che i documenti contabili del progetto della prof. Colella sono stati trafugati; che il suo studio è stato ripetutamente perquisito; che il consulente della polizia e principale accusatore è stato un ricercatore del DISGG, vicino al Magnifico Prof. Tamburro, al secolo P. Harabaglia, geofisico. Lo stesso che dopo aver eseguito un monitoraggio delle acque privo di rigore scientifico, causando seri danni al progetto della prof. Colella, diventava “l’esperto scientifico” del Dip. della Protezione Civile della Provincia di Potenza in un megaprogetto europeo sul monitoraggio delle acque dove addirittura coordinava team multidisciplinari.
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