Posted on 27 Maggio 2008 by Giovanni Grasso
Tommaso Gastaldi. … I Master crescono ad un ritmo preoccupante, perché in molti casi sono diventati le teste di ponte per far transitare soldi pubblici fuori da istituzioni o società pubbliche. Denaro che puntualmente rientra in tasca ai decisori stessi dei finanziamenti in forme varie, come ad esempio l’insegnamento remunerato nei corsi master. Ne esistono alcuni retribuiti a 500 € l’ora. Per non parlare di presidenti di compagnie primarie che presiedono i Master universitari, anche se formalmente la figura del presidente, nella gestione dei master non è prevista. Il punto però è un altro. È l’arroganza e la presunzione d’impunità con la quale si portano avanti questi giochi. Spesso sulle spalle di qualche ignaro e ingenuo studente, che magari i 10.000 euro per il master li mette di tasca propria, credendo nella bontà dell’iniziativa e nella fiducia che dovrebbe ispirare un’istituzione universitaria sana. Va inoltre detto che alcuni docenti non fanno altro che riproporre nei master la medesima frittata avariata scodellata nei corsi ordinari. Un fenomeno che io, non troppo scherzosamente, chiamo “riciclo dell’ignoranza”. Inutile dire poi che se qualche mosca bianca tentasse di proporre un master genuino e serio, verrebbe prontamente bloccata dai gruppi di potere che gestiscono questo business con ostacoli burocratici di varia natura…
Da: “liberal“, 10 aprile 2008.
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Posted on 22 Maggio 2008 by Giovanni Grasso
La rivoluzione russa e l’interessamento del regime bolscevico fecero la fortuna degli scacchi tra la prima e la seconda guerra mondiale. La guerra fredda consolidò questa fortuna, l’intero mondo divenne una scacchiera su cui le due superpotenze giocavano le loro mosse.
Non deve stupire troppo che i totalitarismi si siano interessati agli scacchi. Tutte le attività dovevano essere poste sotto controllo e finalizzate all’ideologia. E così, se i sovietici hanno attribuito un determinato senso agli scacchi (in un certo periodo come momento rivoluzionario di alfabetizzazione delle masse, in un altro come dimostrazione della superiorità di un sistema ideologico sull’altro) i nazisti li hanno assimilati rielaborandoli secondo la loro ideologia (scacchi ariani e non-ariani).
Questo libro (freschissimo di stampa) rivisita la storia del Novecento attraverso una lente del tutto speciale, quella del millenario gioco degli scacchi divenuto, in Occidente, il gioco da tavolo per eccellenza.
Mario Leoncini, maestro di scacchi e formatore degli istruttori, è vicepresidente vicario della Federazione Scacchistica Italiana. Autore di numerosi libri di carattere tecnico e saggistico, dal 2007 è direttore di Scacchitalia, la rivista federale.
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Posted on 6 Maggio 2008 by Giovanni Grasso
Cosimo Loré. La questione universitaria non si può comprendere se ci si ferma al singolo fatto di cronaca del giorno, cui mancano definitivi approfondimenti, come nel caso di una vicenda concorsuale salernitana oggi alla ribalta (si vedano gli articoli di Gian Antonio Stella e di Dino Cofrancesco). Sul piano delle acquisizioni scientifiche consolidate non c’è però bisogno neppure di scomodare penalisti o criminologi per spiegare perché è la sistematica impunità di quello che, a ragione, si può definire un male cronico e crescente ad aver sfasciato l’università, distrutto ogni diritto dei nostri figli d’aver docenti capaci, azzerato la possibilità di fare ricerca competitiva nella nostra nazione. Il problema non sta nel singolo fatto o misfatto ma nella protervia di coloro che osano attribuire colpe a chi scopre il malaffare, a chi si esprime criticamente, a chi persegue i reati, a chi espone i fatti. Non c’è più possibilità di dialogo quando si arriva a sostenere che i danni all’accademia li provocano l’osservatorio di Tommaso Gastaldi (professore di statistica alla Sapienza, dedito alla prevenzione delle truffe concorsuali) o il periodico di Francesca Patanè (giornalista di Palermo) o lo spazio di Lucia Lazzerini (ordinario fiorentino di Filologia romanza) o il sito di Paolo Padoin (prefetto di Torino) o il blog di Giovanni Grasso (ordinario senese di anatomia). Tutte iniziative che ricordano e richiamano quello che fanno solo rari coraggiosi giornalisti televisivi come Milena Gabanelli con Report. E poi si rifiuta Beppe Grillo perché dice le parolacce! Nulla da dire e firme a volontà di rettori e ministri per varare la miriade dei corsi burla e delle materie fantasma o dei cosiddetti corsi di perfezionamento e talora anche di molto sospetti master inventati, a ben guardare, per distribuire titoli fasulli a docenti e discenti (pro tempore) nella dilapidazione di risorse già allo stremo. In poche parole si può ben dire che in tali casi è tutto finto. Scienziati… ma de che?! Ma che razza di genitori sono… che pezzi di uomini… coloro che tacciono, mugugnano, mentono, manipolano la verità e la realtà prostituendo dignità e decoro? Qui non c’entra un tubo né legittima alcunchè l’eventuale consenso del corpo docente perché la storia insegna che l’indecenza e l’immondizia non si combattono con maggioranze più o meno silenziose: basta rievocare la sparuta decina di eroici docenti che rifiutò di sottometter la propria inalienabile indipendenza intellettuale al Duce. O le battaglie di Curtatone e Montanara in cui pochi valenti studenti e professori d’atenei toscani presero le armi… come ricorda il monumento nel cortile del nostro glorioso ateneo senese: exoriare aliquis nostris ex ossibus ultor! Bossi per le sue abbastanza opinabili ragioni incita ai fucili e fa il Ministro, a noi i legali amici scrivono che ci stiamo esponendo troppo con siffatte scritture: ma che schifo di società è questa?!
Post scriptum: sul concorso salernitano ci informeremo e faremo sapere! I concorsi sono ancora pubblici?
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