Una petizione con richiesta di modifica delle regole dei concorsi a ricercatore

La Rete Nazionale dei Ricercatori Precari ha iniziato una raccolta di firme on-line su una petizione scaturita da numerose discussioni di un gruppo di ricercatori utenti del blog della Rete. «Ci auguriamo» dicono i promotori «che le proposte che esponiamo, che ci sembrano di assoluto buon senso, possano essere condivise e sottoscritte da una più ampia platea di ricercatori in senso lato, come dottorandi e dottori di ricerca, borsisti post-dottorato, assegnisti di ricerca, professori a contratto, cervelli in fuga, ricercatori universitari a tempo determinato o indeterminato, ma anche docenti “strutturati”, e ricercatori nel settore privato. Nel bene dell’Università italiana e nel bene comune.»
Per firmare la petizione.

18 Risposte

  1. Per carità, parole sante, ma che comunque (almeno a me) lasciano un po’ di amaro in bocca e un certo prurito nelle mani. Nella generalità dei casi, il meccanismo così ben descritto nella petizione, più che denunciare uno scandaloso regime di corruttela, rivela solo che i concorsi a ricercatore sono, nella generalità dei casi, pietose sanatorie per situazioni di sfruttamento increscioso che si protraggono per anni, nei confronti di gente che comunque ha tutte le carte in regola per fare quello che fa: l’idea che chiunque abbia avuto accesso alla carriera universitaria con l’attuale, oggettivamente barbaro sistema (come se si potesse scegliere diversamente…), sia ipso facto un farabutto, è da respingere al mittente, come altre forme di populismo, alla stessa stregua della rappresentazione folkloristica della “fuga dei cervelli”, per cui chi va all’estero, poi non torna più o non desidera tornare, magari per stare un po’ qua un po’ là ecc. Ciò detto, il vero problema è: ma che cos’è il “ricercatore”, nell’università italiana di oggi? È un garzone mandato dal droghiere a incassare i debiti sospesi (direbbe Kurz), non ha alcuna autonomia di ricerca, e soprattutto, “la ricerca” non è il suo compito principale: insegna quanto e più di un associato od ordinario, è, a tutti gli effetti, solo un professore malpagato, che nella maggior parte dei casi (eccezion fatta per color che si sono guadagnati la latitanza) si sobbarca anche le innumerevoli rogne legate all’implementazione delle riforme e delle riforme delle riforme eccetera: il ricercatore, è uno che vorrebbe, gradirebbe, desidererebbe, dedicarsi alla ricerca, ma qualcuno, in genere, non glielo consente; dunque, non sarebbe in primo luogo il caso di ripensare questa figura anomala, questo Arlecchino servo di mille padroni, inesistente (in questa forma) nel resto del mondo civile?

  2. Stavrogin hai centrato il problema. Ancora e sempre sotto le mafie accademiche!!! I baroni si pappano soldi e girano in fuoristrada e gli altri sono garzoni che vanno in scooter…
    Quando potremo erigere le forche?

  3. Parole sante … chi sono i ricercatori oggi?… Perché si deve andare all’estero per lavorare … e fare ricerca? In Italia ci sono menti eccelse in questo campo … ma chi ci ‘guberna’ preferisce finanziare il Ponte sullo stretto di Messina…
    È un mondo difficile … Il ricercatore nel nostro paese … è proprio solo un povero Don Chisciotte … con i mulini che gli girano sempre contro …

  4. E almeno non saranno i mulini delle vanità, come nel sogno mistico di Galgano Guidotti… Gli Ideologi-Apologisti come quelli della Facoltà di Lettere sono all’opera facendo una finta opposizione a Berlusconi detto il Cavaliere Nero dai media.

  5. Una petizione con richiesta di modifica delle regole dei concorsi a ricercatore; si, ma è possibile che sfugga l’essenziale, ossia che questa figura non ha più senso, nelle forme e nei modi in cui è stata concepita sin qui: il cosiddetto “ricercatore” a vita nel sistema italiano (figura nomala, inesistente in questa forma altrove), è uno che normalmente non fa ricerca: o è un emerito latitante, come quelli che sono entrati quindici o vent’anni fa, oppure, nel caso dei più giovani, è solo un garzone di bottega, uno che insegna più di un ordinario e inoltre si cucca tutte le rogne didattico-burocratiche? E’ solo un docente universitario che, pur insegnando quanto un ordinario, percepisce 1000 euro che poi diventano 1600 alla conferma; e deve pure stare zitto, perché è stato (dopo lunghi e penosi sacrifici) tolto dal precariato: nell’infame sistema italiano, “ricercatore” vuol dire solo insegnate malpagato e maltrattato (“tu sei solo un ricercatore”, sogliono vantarsi certi ordinari entrati con un po’ di raccomandazioni, zero titoli e un annetto scarso di assistentato volontario, ai tempi in cui Berta filava).

  6. P.S. Ancora sulle caste: scusate tanto, ma udire esponenti dei Capuleti che accusano i Montecchi di essere una “casta”, mi fa letteralmente sbellicare dalle risate: molti di coloro che più di tutti adesso cavalcano l’onda dell’antipolitica, sono consumati politicanti che con la “casta”, soprattutto accademica, hanno prosperato. A Siena (più che altrove) tutto è casta, maggioranza e opposizione, contrade, famiglie, borghesia, massoneria, chiesa e nobiltà: niente accade per caso ed extra ecclesia, nulla salus, qualunque sia la “chiesa” di cui uno fa parte. Siena è perciò una roba per senesi, e bene sarebbe trasferire l’università a Poggibonsi.

  7. …che poi vorrebbe tornare sotto Firenze, come al tempo che fu. Con Siena – retta da caste – ha ben poco a che vedere… forse con certa toponomastica di regime. Mbè, a quei prof. che parlano come dici tu occorre sputare in faccia e creare una vera libera università alternativa, fuori dalle sudicie mafie ultranaziste che vi sono (magari votano Pd).

  8. Oggi, antivigilia del Palio, mi sono imbattuto in un manipolo di personaggi locali, “celebri” (mi dicono) per qualche cosa, in ogni caso pervasivamente presenti nella vita pubblica e con qualche velleità intellettualoide: discettavano amabilmente circa l’opportunità di “darsi le mani nel muso” (sic) per ragioni non ben precisate, ma sicuramente legate al Palio. Da qui parte tutto, e cari miei, è inutile che parliate di casta in una città chiusa nelle sue logiche di rapporti personali di amicizia o di antagonismo che tutto permeano, e in cui la politica è solo un epifenomeno: casta e anticasta sono solo fazioni contrapposte, buone per il gioco dei barberi.
    Non è il luogo appropriato per l’universalismo che già dal nome stesso si vorrebbe legato all’idea di università.

  9. Si, Siena è chiusa e lo diceva anche la borghesia progressista dell’Ottocento. Poi, bipartisan, Pci e fascisti elogiarono certe locali manifestazioni come “feste popolari” e “feste maschie”, ecc. Certo, il campanilismo è sempre deleterio, e non occorre scomodare Gramsci e citare… Mastella, che solo a guardarlo fa venire il ballo di san Vito. Ma al di là di quanto da te denunciato in modo peraltro soft, occorre smerdare i mafiosi istituzionali accademici o meno. Non si può lasciare la piazza – è il caso di dire – a porci e troie.

  10. A stavrogin e Fedeli consiglio, alla vigilia del palio, la lettura di un fondamentale articolo pubblicato su questo blog il 22 marzo 2006 da M.A.G.M.B. col titolo: «Elezioni del rettore, mutazione genetica del palio e classe dirigente a Siena».
    Giovanni Grasso

  11. Ho letto e concordo… Ho visto che anche ex extraparlamentari di sinistra, gente dal viso truce (brrrr… diranno i birri), fanno a gara per bucar il video paliescandosi col palio… E ci dovremo sorbire oltre ai Masoni e ai massoni pure costoro dall’ignoranza forte. Sugli ortolani, come nel blog, concordo… “Botte sante”, chiosava il re per le baruffe contradaiole. La contrada a Siena comanda ed è forse quella del Nicchio che ha imposto, in certo qual modo, l’attuale sindaco.

  12. Sulle contrade: non è forse un caso che andarono a Firenze ad omaggiare Adolf Hitler (le bandiere delle c. senesi sventolavano in Palazzo Vecchio). La cronaca è del tartuchino Silvio Gigli. Mio nonno (abitavamo in tartuca) diceva che il Gigli si dava le arie e non salutava più… Io, faceva, lo ricambio con egual moneta! O.K., O.K., dunque… (Dicevamo della gente vana o no???).
    Ma che fine han fatto le società contradaiole di mutuo soccorso???
    Ora predomina la cena del piatto
    E che vorrà dire Mr. Cenni (conosco benissimo tutta la sua famiglia e ringrazio sorella Manuela pei bei manicaretti…) con la c.d. difesa della senesità?? E se io, nato a Siena, non digerissi né lui né i ricciarelli o il pan pepato?? Sarei anti-senese? Ma mi facciano il piacere!
    Poi vorrei dirne un’altra. Non si fa che straparlare di Santa Caterina. Ci son pure i caterinati, guidati da un “artista”. Ma perché non si citan mai l’Ochino (più ocaiolo di lui… magari Falassi non presenterà eventuali suoi sonetti…) o il Colombini (storia interessantissima… ma è stato messo al bando dai vari Super-storici del Bullettino Senese?) o anche San Bernardino (rimando al mio libro su di lui, snobbato dal Gotha putrescente accademico).
    Ora avete carne al fuoco, fatela rosolare…

  13. Carissimi, mi guardo intorno, parlo con persone disseminate in varie facoltà, e mi sto convincendo di una cosa: i nuovi ordinamenti imposti dal decreto Mussi sono una gran porcata (per usare un termine calderoliano), l’ultimo anello di una degenerazione attuata con una serie di controriforme che hanno ridotto l’università ad una scuola media, luogo di un sapere generico ed arruffato, covo ideale per politicanti, fannulloni e di incompetenti. L’università dei tronfi burocrati sideralmente lontani dalle esigenze e dalla mentalità della ricerca, dei melassosi pedagoghi delle varie SSIS e dei “descrittori di Dublino” che uccide qualsiasi competenza e riduce tutti ad impiegati dell’ufficio del catasto (senza peraltro toccare i gagli del potere reale e la fonte delle distorsioni).
    Ma quello che più mi fa ridere è la retorica dell’ “eccellenza”, in un sistema dove la “valutazione” viene effettuata con parametri tipo il numero di barattoli di pomodori sfornati dalla catena di montaggio, e dove gli atenei si autoproclamano da sé “d’eccellenza” in quanto politicamente più potenti. Il vizio mascherato da virtù.

  14. Stavrogin, cogli nel giusto. Un giorno saraà considerata un’onta la qualifica di professore universitario: in questa Università, ridotta a scuola media mediocre…
    Tutto fa pensare ormai a un fetido regime bipartisan. Lo steso avviene in altri luoghi clientelari di “cultura” eterodiretti, magari, da qualche noto professorone e dalla sua fetida cricca, dal suo clan di leccastivali e veline… L’importante è saper ancheggiare (ehm…) bene…

  15. V’è gente vana come la sanese? Il quotidiano “la Stampa” on line, pubblica un inserto sull’università, sponsorizzato dall’Università di Siena; all’interno campeggia un articolessa dal titolo: “tutti i motivi per scegliere Torino”….

  16. Vi è emergenza democratica – okkio al regime di Veltrusconi! Per vivere bene nel Paese dei ciechi, secondo Wells, bisogna cecarci… Con questa lurida classe dirigente e di pseudopposizione che vuoi che cambi l’Università!? Vedi i VIP senesi e adottati, i proff. con le ville e i suv… Magnoni!

  17. Diverititevi anche voi a prevedere l’esito dei prossimi concorsi universitari 🙂
    http://concorsibanditi.wordpress.com

  18. Merlino, “concorsibanditi” nel senso che sono dei poco di buono quelli che li fanno, oppure “concorsibanditi” nel senso che sono aboliti perché tanto sono una farsa?
    Scusate, ma oggi ho una giornataccia!

Lascia un commento