Sperimentazione Stamina: quando si legifera non su dati scientifici ma sull’onda emotiva

Maria Antonietta Farina Coscioni

Maria Antonietta Farina Coscioni

«Sospensione sacrosanta. Ma che errore illudere i parenti dei malati» (da:  La Stampa, venerdì 11 ottobre 2013)

Giacomo Galeazzi. «È un giorno triste ma era inevitabile che finisse così». Per Maria Antonietta Farina Coscioni, presidente onorario dell’associazione per la libertà di ricerca scientifica intitolata a suo marito Luca, «lo stop a una sperimentazione che non sarebbe mai dovuta iniziare segna il totale fallimento del ministro della Salute e del Parlamento: per inseguire voti ignorano la scienza e la ricerca».

In cosa il ministro Lorenzin ha fallito?
«Ha l’obbligo di farsi garante della salute dei cittadini. Le audizioni degli scienziati nelle commissioni e la rivista Nature avevano già appurato l’assurdità di approvare una legge per sperimentare un metodo che l’intera comunità scientifica aveva bocciato senza pregiudizi e preconcetti. Lo stop dimostra l’inadeguatezza del ministro e l’assenza di qualunque politica del governo sulla ricerca».

Però anche per suo marito Luca avevate provato con le staminali…
«Sono due vicende opposte. Nel 2002 abbiamo seguito un protocollo ben definito di autotrapianto di cellule staminali con l’autorizzazione dei comitati etici. Stavolta, invece, la politica ha assecondato l’ondata emotiva di genitori disperati per la condizione dei figli. Sono stati illusi dall’inizio: è grave che la politica abbia giocato sulla speranza di molti».

Qual è adesso la situazione?
«Totale confusione. Si è legiferato non facendo leva sulla conoscenza scientifica ma per tacitare la propria coscienza e salvaguardare un bacino di voti e di sensibilità. Al confronto con le certezze scientifiche ci si è dovuti fermare. Si chiude una vicenda che non doveva neppure cominciare».