Non è più sanità

Sanita
Cosimo Loré. L’ennesimo evento di cosiddetta (impropriamente …) “malasanità” o − per i palati più raffinati − medical malpractice è riferito ritualmente dalla stampa: quel che sfugge a tutti è ancora una volta non l’errore o sbaglio che dir si voglia, la omissione spinta al menefreghismo, la criminalità sotto il camice connotata di cialtronaggine, bensì il fatto chiave della scomparsa della visita medica! Posso ben testimoniare, dopo trentacinque anni di attività accademica in una facoltà medica, che l’esamificio imperante e le riunioni inutili di commissioni e comitati per la didattica hanno sfasciato quel che singole nobili materie come la Semeiotica Medica e Chirurgica e grandi Maestri riuscivano ad insegnare: l’inizio imprescindibile di ogni contatto (e contratto …) fra cittadino e struttura sanitaria è costituito dalla accurata e documentata raccolta dei dati da perseguire mediante adeguate tecniche di comunicazione verbale e accertamento clinico. Senza le quali ogni sintomo riferito durante l’anamnesi personale e ogni segno rilevato all’esame obiettivo non serviranno a formare il mosaico da cui deve originare il ragionamento clinico preliminare condizione di ogni ipotesi diagnostica del medico e informata consapevolezza del malato. Proprio perché non si sa (né se ne ha voglia) visitare il degente le aziende diffondono ormai cartelle preorientate (con caselle da sbarrare tipo quiz!) e consensi prestampati (per un sommario e perentorio “… firmi qui!”) nella più totale violazione di ogni logica umana prima che legale: se avessimo così agito i vari nostri Maestri ci avrebbero cacciati con piena ragione dalle corsie ospedaliere e dalle sale operatorie.
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