Necessaria la costituzione di parte civile per i danni all’ateneo senese provocati dal trio Riccaboni-Frati-Fabbro

Caravaggio

Con il titolo «Siena: la caduta» e sottotitolo «Era la città ideale, ora sembra diventata un manifesto del cattivo governo. Un mito disarcionato. Da una banca.» il venerdì di Repubblica presenta un servizio di Paola Zanuttini, con foto di copertina che ritrae un fantino mentre cade da cavallo. Si dice che da ieri sera i contradaioli siano stati informati dell’azione legale che il “Consorzio per la Tutela del Palio di Siena” intende attivare contro la Repubblica, che ha diffuso, senza autorizzazione, una foto del Palio. All’interno un altro titolo: «Viaggio tra le ombre della città che fu ideale». Il lungo sottotitolo: «Il crac del Monte dei Paschi vissuto come un trauma. In un posto dove un cittadino su quattro lavora con la banca, dove sport, cultura e il Palio dipendono da un Istituto di Credito. Che ora non ha più credito.» Ho incontrato la giornalista, rispondendo per circa un’ora alle sue numerose domande. Di seguito, quel che ha pubblicato del lungo colloquio, nel quale riporta brevemente i dati riguardanti le azioni truffaldine, relative all’utenza studentesca sostenibile.

Paola Zanuttini. È piena di blogger, Siena, ma si vede che questi lupi solitari ululano le loro verità alla luna, altrimenti la cittadinanza non sarebbe così sconcertata dai noti fatti. Prendiamo Giovanni Grasso, ordinario di Anatomia umana e autore del blog Il senso della misura, dove segnala ogni illecito, abuso o scandalo cui assiste all’Università. Lui scrive, scrive, ma non succede granché, se non interviene la magistratura. Anche le persone che accusa non reagiscono: «Al massimo, se li incontro, mi evitano». Effettivamente, quella che l’ex rettore Luigi Berlinguer definiva una piccola Oxford ha perduto un po’ dello stile britannico. Grasso elenca un rosario di nefandezze. Ce n’è una niente male. Nel 2011/12 entrava in vigore in tutti i Corsi di Farmacia e di Chimica e Tecnologia Farmaceutiche il numero programmato. Siena non l’ha applicato e, non richiedendo i test d’ingresso, si è accaparrata 1120 iscritti, quando ne poteva accogliere 273. Bel colpo per le casse dell’Università, ma non per gli studenti: hanno avuto solo 52 professori, mentre Milano proponeva 147 docenti per 640 iscritti.