Il rettore dell’università di Siena come l’onorevole Trombetta!

Ma mi faccia il piacere!

Angelo Riccaboni. La titolazione della prima pagina de “La Nazione” «Rinviateli a giudizio», sovraimpressa al fotomontaggio che sembra ritrarmi in aula Magna, durante un momento dell’ultima tornata di votazioni per l’elezione del rettore, induce inevitabilmente i lettori a inferire erroneamente il mio personale coinvolgimento giudiziario nella vicenda narrata nell’articolo a cui si rimanda nelle pagine interne. Sono pertanto costretto a ribadire che non sussiste alcuna richiesta di rinvio a giudizio che mi riguarda nell’ambito dell’inchiesta relativa alle elezioni del rettore che si sono svolte nel 2010, e chiedo che la presente venga pubblicata con il giusto risalto per contrastare l’impatto lesivo provocato.

Tommaso Strambi. Il rettore Riccaboni ha ragione: non è tra le persone per cui è stato richiesto il rinvio a giudizio. E, infatti, non emerge né dalla titolazione, né dagli articoli pubblicati. Ma il rettore non può negare che l’inchiesta riguarda proprio la sua elezione al vertice dell’Ateneo per la quale i magistrati ravvisano delle irregolarità, tanto da chiedere il rinvio a giudizio degli indagati.