

Il padre (Leonardo) e la madre (Andrée Estachon) all’uscita dal seggio nel 1979
Marco Pannella. «Non mi batto per il detenuto eccellente, ma per la tutela del diritto nei confronti del detenuto ignoto.» L’ultimo messaggio: «ragazzi, niente tristezza, non mollate mai, sappiate che alla fine abbiamo vinto noi».
Emma Bonino. Non ha mai avuto in vita i riconoscimenti adeguati, nessuno glieli ha mai attribuiti. Ma penso che una riflessione su quello che ci ha lasciato e ci lascia di che cosa è, e che cosa dovrebbe essere la politica, la passione, l’impegno, anche il suo modo di essere, la sua irruenza, il suo modo, appunto, di non presenza dello spettacolo ma per rompere dei conformismi così incrostati debba far riflettere molto i nuovisti dei giorni nostri. Ci mancherà e mancherà a questo Paese, più che a noi radicali che lo abbiamo imparato, digerito, fatto nostro, il senso delle istituzioni, il senso delle regole, il senso del rispetto dell’altro, il senso dello stato di diritto che, ovviamente, serve ai più deboli, ai più fragili, perché i potenti lo ritengono, molto spesso, un intralcio. Molti riconosceranno o diranno di lui che aveva il senso dello spettacolo, dello sberleffo, del pretesto; non è così. Era molto più profondo, questo suo modo di usare il corpo, per esempio, nella conseguente prassi della nonviolenza. Ci sono molte cose da scavare, molte cose che rimarranno in questa società, in questo paese che poco l’ha riconosciuto o meglio molto l’ha amato, ma poco, certamente, ne ha riconosciuto i meriti. Marco non era un mediocre, era un grande nelle sue intuizioni e anche nelle sue debolezze. A noi radicali ha insegnato molto, quasi tutto. A questo paese ha insegnato davvero molto e la classe politica dirigente, per esempio, potrebbe trarne grande ispirazione, nel senso che la politica è impegno, è visione, è credibilità, è coerenza; cose che a volte, anzi molto spesso sono dimenticate. Per il momento la mancanza, il dolore, ma la consapevolezza grave che mancherà veramente a tutti.

Eugenio Montale. Dove il potere nega, in forme palesi ma anche con mezzi occulti, la vera libertà, spuntano ogni tanto uomini ispirati come Andrej Sakharov e Marco Pannella che seguono la posizione spirituale più difficile che una vittima possa assumere di fronte al suo oppressore: il rifiuto passivo. Soli e inermi, essi parlano anche per noi.
Marco Cappato. Riconoscenza e amore per te che mi hai rivoluzionato la vita. Essere speranza invece di “avere”: non me ne scorderò.
Marco Perduca. Per una volta, forse l’unica, nella storia dei “coccodrilli” i riconoscimenti per le lotte di Pannella saranno tutti meritati – tutti.
Roberto Saviano. Addio Marco, sembrava che nulla potesse fermarti e in qualche modo non lo farà la morte.
Vittorio Sgarbi. Gli hanno negato il rango di Senatore a vita preferendogli pizzicagnoli inutili.
Filed under: Apparentemente personale, Per riflettere, Varie | Tagged: Emma Bonino, Eugenio Montale, Marco Cappato, Marco Pannella, Roberto Saviano, Vittorio Sgarbi | 2 Comments »