Alcuni docenti dell’università della Basilicata firmano una lettera a sostegno di Tamburro, “Rector Magnificus” (come ama definirsi), fatto segno, a loro dire, di un «irresponsabile e isterico bombardamento mediatico». Il giorno dopo, il Prof. Aldo Corcella prende le distanze da Tamburro, dichiarando: «le mie dimissioni da Preside mostrano eloquentemente che io non confido più nella mia capacità di contribuire all’avvenire dell’Ateneo “in piena comunione di intenti con il nostro Magnifico Rettore”». Pronta la risposta di Tamburro con una citazione colta: «per favore non fate troppi pettegolezzi». Il Mondo del 16 novembre ripercorre tutta la vicenda con un breve articolo di seguito riprodotto integralmente. Altri articoli su Tamburro e l’università della Basilicata.
LE NUBI DELLA BASILICATA SI FERMANO SU TAMBURRO
Fabio Sottocornola. Nuvole nere si addensano sull’università della Basilicata, guidata da Antonio Tamburro, rettore dall’autunno 2006. Lo scorso 25 ottobre, Aldo Corcella si è dimesso da preside della facoltà di Lettere perché non vuole più partecipare «in maniera attiva alla cosiddetta politica accademica», ha scritto in una e-mail. Più pesante per Tamburro è stato l’abbandono di Vito Copertino, ex prorettore che aveva lasciato l’incarico nelle settimane precedenti. Oltre che essere molto vicino a Filippo Bubbico (ex presidente della regione Basilicata), Copertino è stato il king maker nell’elezione di Tamburro: ha fatto confluire su di lui tutti i suoi voti. C’è chi parla già di una presa di distanza di alcuni partiti (dai Ds a Rifondazione comunista), che avevano visto di buon occhio la nomina del rettore. Ma nelle ultime settimane il clima nell’ateneo si è fatto più cupo: circolano lettere anonime e una sorta di dossier (sempre anonimo) sulla parentopoli nell’accademia lucana. Non mancano situazioni più pesanti: lunedì 8 ottobre la responsabile dell’ufficio stato giuridico per il personale non docente, Adele Schiavo, ha firmato l’attivazione di un procedimento disciplinare contro un sindacalista della Uil che lavora in università. Avrebbe diffamato un prorettore (Carmine Serio) e il direttore amministrativo per avere scritto ai dipendenti che il docente e il dirigente «si sono ben guardati dal rispondere». A che cosa? Alla richiesta di informare tutto il personale sulla vicenda delle progressioni economiche verticali. Cioè una serie di cento promozioni (su 280 persone in servizio) che il sindacato ha sempre ritenuto illegittime. Con tanto di denunce alla Corte dei conti regionale e al ministro dell’università Fabio Mussi.
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