Cosimo Loré. Toghe lucane è una inchiesta giudiziaria e giornalistica che fa onore ad alcuni eroi contemporanei: su tutti al Magistrato Luigi De Magistris e poi al Capitano Pasquale Zacheo, alla Professoressa Albina Colella, ai Giornalisti Carlo Vulpio, Gianloreto Carbone, Nino ed Emanuele Grilli, Nicola Piccenna, che è stato il primo ad accedere agli atti, benchè questi fossero disponibili da ben venti giorni, dato questo sconcertante e attestante la totale colpevole indifferenza della popolazione (che così si conferma formata da persone non idonee e neppure inclini a diventare civili cittadini! Malgrado il sussiego pensieroso e frettoloso osservabile in qualsiasi passante odierno…) e degli addetti ai lavori. In queste ore città frequentate da chi scrive sono “prese” da ben altri affari, senesi in preda ai postumi del Palio e ai suoi costumi colorati, leccesi ad affollar la Prefettura per la presentazione delle divise dei campioni calciatori “firmate” dall’alta moda. Né pare che tiri aria di maggior consapevolezza nelle altre lande italiche, da quelle caotiche delle metropoli ai mille borghi dormienti…
Eppure sol che si rivolga un minuto d’attenzione al contenuto della indagine da poco conclusa alla Procura di Catanzaro, anche se non si è dotati di diplomi di laurea, non si può che sorprendersi di fronte ad un quadro che, al di là degli aspetti e delle fattispecie di pertinenza e rilevanza penale, dovrebbe far tremare chiunque, pur non interessato alla questione criminale e privo del benchè minimo afflato etico, abbia a cuore il proprio spazio vitale, la possibilità di agire nella società, la speranza nel futuro.
Ove poi si è a conoscenza della persecuzione morale e materiale che ha scandito l’attività degli artefici di questa eroica resistenza al malaffare sistematico che peggio di un cancro ha corroso non una regione ma l’intera società italiana, si comprende anche il senso di alcune vituperate affermazioni, in particolare del De Magistris: «… oggi, deviati sono quei pochi magistrati che fanno inchieste, i pochi giornalisti che scrivono, gli investigatori che fanno il loro dovere.» O: «… fino a poco tempo fa si parlava di singoli che deviavano: politici, giornalisti, magistrati e persino agenti dei servizi. Ora invece deviati sono considerati quelli che cercano di contrapporsi a quella che ormai è una metastasi. Non scherziamo. Qui andiamo davvero verso la crisi finale dello Stato di diritto.»
Sagra dell’evidenza per noi avvezzi e inclini a ricercare – anche per mestiere – quel che celano le apparenze e a scoprire i tasselli della umana vicenda e gli alibi della diffusa indifferenza, ideale humus per i coltivatori di menzogne e i pifferai magici che infestano istituzioni, partiti, logge, sindacati, chiese, mafie, lobby, congreghe variamente assortite. Del resto il massimo per l’italiano verace è dichiarare di farsi i fatti propri, salvo strepitare quando sente sofferenza personale per un callo proditoriamente pestato! Amicale e leale il grido al sottoscritto rivolto da giuristi e cattedratici, con veemenza protesi a sostenere la propria assoluta refrattarietà anche alla semplice conoscenza di analoghe questioni e fattispecie.
Quid iuris? Sarà bene – se si vuol tentare di amministrare ancora la giustizia – non farlo nel nome del popolo italiano, cui la cosa non solo non frega, ma disturba assai (e lo riscontriamo già nel microcosmo dei nostri rapporti più privati e personali scanditi dal solito: macchitelofafffare? Mallasciaperdere!). I soldi… solo i soldi… sempre i soldi… fortissimamente i soldi… a qualsiasi costo… Questo soltanto alberga nei cervelli e nei cuori di una umanità non a caso definita “mucillagine“ dall’ultimo Rapporto Censis. Come l’amico Nicola Piccenna ha avuto modo di constatare nei 113 faldoni e relativi supporti informatici siam tutti coinvolti fino al collo, a vario titolo: rari gli eroi, molti i malavitosi, innumerevoli gli inconsapevoli, sia tra i complici che tra i fiancheggiatori, sia tra le vittime dirette che tra quelle non elencate negli atti ma non meno derubate di felicità e futuro, defraudate in maniera subdola e decisiva di risorse ambientali ed energetiche, derise nell’eventuale aspirazione alla tutela dei propri inalienabili diritti, offese in dignità e decoro.
Basterebbe chieder conto di dove e come viene estratto il “nostro” petrolio in Lucania o del perché non si è ancora mai indagato sulle ragioni reali della cospicua presenza di idrocarburi nel miele della Lucania. O di dove e come sono stati alienati macchinari e laboratori della Barilla a Matera o del perché la farina con la ocratossina ha consentito di imbandire tante tavole di famiglie, scuole, mense, ristoratori, etc. O delle ragioni che han consentito al Pubblico Ministero Cazzetta di far cercare altra sostanza tossica e logicamente di farle annotare che “…grazie a Dio non si rileva alcuna presenza di detta sostanza!”.
Perché scriviamo così? Falcone a chi gli chiedeva perché si esponeva (andava anche ai salotti televisivi a parlare del proprio lavoro! Se oggi De Magistris appare un minuto viene censurato dai vari D’Alema, Violante e compagni…): “…per spirito di servizio!”. Noi rispondiamo che è l’effetto di una innata curiosità verso la conoscenza oltre che l’istinto naturale che ci allerta quando il rischio è a livelli di guardia.
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Ringrazio Cosimo Loré e Giovanni Grasso per aver voluto accendere i riflettori sull’inchiesta “Toghe Lucane“, la più grande degli ultimi cinquant’anni, su cui c’è una forte volontà politica di silenzio, per il coinvolgimento dei poteri forti e della Magistratura.
Onore al PM L. De Magistris che ha avuto questo coraggio e lo ha pagato sulla sua pelle. Onore a certi giornalisti e capitani dei carabinieri. Ma come ultimamente spesso accade in Calabria e Basilicata, crocevia di affari di miliardi di euro legati ai fondi europei e al petrolio, le persone non asservite al potere vengono spedite altrove o tolte di mezzo. De Magistris trasferito a Napoli, il capitano Zacheo trasferito a Fermo, i giornalisti imbavagliati con una ridicola ipotesi di reato che però consente di intercettarli e controllarli per qualche anno, ed io sospesa con un provvedimento amministrativo scaturito da un polverone giudiziario e da accuse palesemente inveritiere ed opinabili, i cui responsabili sono stati da me denunciati.
Albina Colella
… urca! Se leggo bene ora tocca a Giovanni e a me! Ma allora è davvero una valle di lacrime! CL
Già, state attenti!
Anche in considerazione di certi rapporti tra l’Università della Basilicata e quella di Siena…
le giuste affermazioni del prof. Cosimo Loré confermano la necessità che rinnovareleistituzioni insieme a ateneopalermitano, ateneopulito, quirinoparis, ilsensodellamisura, continui la battaglia per la legalità, sperando che le indagini della magistratura facciano il loro corso.
P.P.
Sperare nelle indagini della Magistratura?
Ma il problema è proprio la Magistratura in Basilicata!
Tra gli indagati eccellenti di Toghe Lucane ci sono i vertici giudiziari delle Procure di Potenza e di Matera, che secondo l’accusa farebbero parte di un sodalizio criminoso in grado di condizionare procedimenti penali, delegittimare e condizionare appartenenti alle istituzioni che esercitano il proprio dovere, persone che “osano” denunciare il malaffare dei cd. “colletti bianchi” o che si imbattono nell’orbita dei centri di potere occulti che operano in Basilicata. http://archiviostorico.corriere.it/2008/agosto/10/giudice_chiamava_cartomante_spese_dello_co_9_080810027.shtml
E noi dovremmo sperare nella Magistratura?
Il responsabile delle indagini a mio carico è indagato per corruzione in atti giudiziari, associazione a delinquere e truffa aggravata, sic!
Il PM che che si occupa della mia querela per diffamazione al rettore Tamburro da più di un anno e mezzo, si deve difendere da una accusa di peculato per aver usato il telefonino di servizio per 65 telefonate in 6 mesi al numero a pagamento 899 per sapere di cartomanzia, astrologia e previsioni del lotto, per 16 mila telefonate al marito in due anni e per 22 mila telefonate nello stesso periodo a Daniele Cenci, presidente del Tribunale di Potenza, col quale si sospetta una liason…sic!
Chi volesse approfondire la più vasta e documentata inchiesta sulla “casta” giudizial-politica operante in Italia e sul sistema di relazioni istituzionali in Basilicata, può cliccare su
http://www.horatiocat.com/europa/toghelucane.htm
e sul sito de Il resto http://www.ilresto.info/11.html dove troverà interessanti documenti giudiziari.
In particolare, alle pagine (capovolte) 11-16 http://www.ilresto.info/areadownload/2008-04-29convalida_sequestro_marinagri.pdf si trovano le accuse a carico dell’indagato Pietro Gentili, il responsabile delle indagini a mio carico nonchè socio del complesso turistico Marinagri (fortemente voluto dalla regione Basilicata), un colossale affare che io potevo compromettere, come è poi accaduto. Il secondo sequestro di Marinagri da parte del Pm L. De Magistris si deve, infatti, anche ad una perizia geologica che ha confermato le mie dichiarazioni agli inquirenti. Come esperta di ambienti deltizi, avrei potuto denunciare pubblicamente (come avevo già fatto in passato per il sito delle scorie di Scanzano) il rischio geologico (esondazione) del delta del fiume Agri su cui è ubicato Marinagri, sottoposto a vincolo di inedificabilità dal Piano di Assetto Idrogeologico (PAI). Avrei potuto anche compromettere l’attribuzione alla società Marinagri di alcuni terreni demaniali dell’alveo abbandonato del F. Agri, vedi pagg. 14-15 del http://www.ilresto.info/areadownload/2008-04-29convalida_sequestro_marinagri.pdf
con la semplice divulgazione di documenti scientifici sulla datazione della disattivazione del vecchio alveo fluviale; avrei potuto anche stabilire se si era trattato di un fenomeno naturale di avulsione fluviale, o invece se c’era stato un opportuno “invito” dovuto all’intervento umano, come qualcuno sostiene. Ma prima che ciò potesse avvenire sono stata travolta da un polverone giudiziario, grazie ad accuse palesemente inveritiere ed opinabili, alcune addirittura comprovate da documenti presenti agli atti giudiziari (vedi http://www.ateneopalermitano.it/787908/art03.htm).
Il graditissimo informatore degli inquirenti durante le indagini è stato P. Harabaglia, un ricercatore dell’entourage del prof. A. Tamburro, rettore dell’Università della Basilicata, autore della denuncia a mio carico e convivente della direttrice (C. di Maio) del dipartimento geo-ingegneristico DISGG, che insieme al dipartimento DIFA ospita i consulenti scientifici di fiducia della Regione Basilicata (che finanzia l’Ateneo) sull’area di Marinagri http://www.horatiocat.com/europa/pai.htm . Il DISGG, il DIFA e il prof. Tamburro hanno osteggiato l’istituzione del Dip. di Scienze Geologiche per cui mi sono battuta e di cui ero direttore http://www.horatiocat.com/europa/dipartimento.htm . Il rettore Tamburro continua a mantenermi sospesa nonostante due ordinanze contrarie del Consiglio di Stato.
Stimatissimo prof. Loré,
pur essendo lontana… grazie, infinitamente grazie per il Suo impegno, per la Sua Illuminata Energia… è vero noi italiani siamo come ci ha descritto perché il buio ci circonda… ma quando si incontra un Luce che è alimentata dall’Anima allora finalmente possiamo vedere… e quindi seguirLa… solo così si può contrastare il malaffare, l’indifferenza… Farò girare + che posso queste notizie in modo che molti possano finalmente capire e “vedere”… ma sopratutto seguirLa e sostenerLa almeno con le intenzioni, con il potere del pensiero positivo, che tanto può aiutare come le preghiere…
con immensa gratitudine
RZ
Stimatissimo prof. Lorè.
Leggendo le inchieste. Leggendo i protagonisti, ma sopratutto vivendo in questo assurdo belpaese, mi rendo sempre più conto dell’inutilità di un sistema giuridico. Dell’inutilità del sistema giornalistico, dell’inutilità, ma questo si sapeva già da tempo, del sistema parlamentare. Ma sopratutto, è proprio il caso di dire, si stava meglio quando si stava peggio.
Se scandali del genere e di siffatta portata, coinvolgenti personalità politiche, accademiche e del diritto, lo ambientassimo almeno due decenni addietro, credo che il frastuono mediatico e l’indignazione popolare sarebbe stata enorme.
Adesso la cosa che mi colpisce è l’assordante silenzio, su cui la vicenda versa. L’assordante silenzio in cui riversano tutti i protagonisti della vicenda. L’incredibile destino e futuro toccato a tutti i protagonisti indagatori.
E questo mi lascia senza più parole.
Chissà forse è vero quello che diceva Bettino Craxi: «In Italia chi tocca i giudici muore».
Credo però che non avrebbe mai immaginato che sarebbero “morti” ache gli stessi magistrati.
Anche grazie al suo mentore Berlusconi.
Ma questa è un’altra storia e un pò fuori contesto.
Saluti
Ad Majora
Giordano
Bene!
Da quel che si evince -forse mi ripeto- il prof. Loré fa onore alla città. Ci aspettavamo -ingenui!- che il Gotha della Sinistra cattedratica insorgesse contro la malauniversità che regala pure pessimi assessori alla cultura ecc., invece nisba! Ma perché? È logico: ormai costoro pensano solo alla ciccia e sono collusi con la corruzione, a partire dai concorsi pilotati per amici e parenti. Essi ballano, però, sul Titanic che affonda. Sapremo ben presto individuare i responsabili del degrado morale… Nessuno è incolpevole. Non si tratta di usare corda e sapone ma almeno -un minimum di democrazia- cacciare gli intrusi e i collusi, gli agenti come i principali attori. A ciascuno puzza questo barbaro regime, come chioserebbe Machiavelli il Grande.
L’assordante silenzio sull’inchiesta Toghe Lucane…. sembra proprio che la stampa nazionale abbia avuto precise disposizioni in merito; non si comprende altrimenti perchè taccia su fatti così gravi. Solo il coraggioso settimanale lucano Il Resto ne parla, riportando le gravi accuse ai magistrati lucani e ad alti ufficiali dell’Arma http://www.horatiocat.com/europa/sodaliziogiudiziario.htm
Ma perché questo silenzio nazionale? Forse per le “merende” sul petrolio lucano?
http://www.horatiocat.com/europa/petrolio.htm
… in ragione del mio settore scientifico e di una lunga attività in ambito di perizie penali mi sono letto molti chili di atti più del cittadino comune e pertanto posso dissentire quando leggo “ma questa è un’altra storia e un pò fuori contesto” posto che proprio dall’indagine in questione sono emersi intrecci e collegamenti che dimostrano quanto il malaffare italico risponda ad una logica unica (e non limitata ad una regione) che accomuna soggetti che si riconoscono e si sostengono a vicenda. Purtroppo non esiste una cordata di coloro che vorrebbero opporsi a questa così disgraziata solidarietà criminale. Si è troppo criticata la logica dell’antimafia e si sono boicottati in vario modo i rari magistrati milanesi e palermitani che hanno mirato alla efficienza costituendosi in pool. Risponderei anche a chi si domanda perchè non sono stati proposti provvedimenti restrittivi nei confronti dei 33 per cui è stato richiesto il rinvio a giudizio e come mai non figurano anche altri ben noti personaggi ai vertici delle istituzioni lucane e italiane: per il semplice motivo che bisognava evitare di allargarsi a fatti e misfatti di non assoluta evidenza su cui si sarebbe incentrata l’opera demolitoria delle folte schiere di avvocati e giornalisti finanziati a tale scopo. Per questo motivo sono stati “scremati” oltre cento soggetti sicuramente poco raccomandabili che hanno ora le mani libere per aiutare i magnifici 33 ad inquinare le prove …
… se il responsabile del blog lo ritenesse potrebbe mettere in prima pagina quanto inserisco nel successivo commento; il fatto è che una simile notizia doveva essere da un mese a nove colonne sulle prime pagine di tutti i quotidiani, mentre il silenzio assordante degli organi di stampa e l’assoluta indifferenza della popolazione fanno presagire il peggio per la nostra povera patria …
… una doverosa precisazione sugli atti qui pubblicati là dove si legge: «…quel giornalaccio che si stampa a Matera “Il Resto” di cui è giornalista o cronista tale PICCENNA che io ho già querelato sei sette volte presso il vostro ufficio…» Ebbene, Nicola Piccenna è nostro prezioso collaboratore sia in ambito di indagini penali che di ricerca scientifica, cui è particolarmente versato per grande talento naturale, eccezionale esperienza acquisita, superiori doti morali. Tra i suoi primati il fatto che ad oggi è il solo a corrispondere in pieno all’obbligo di dare una informazione corretta e completa con http://www.ilresto.info
Italiani brava gente? No, tutti imbroglioni…
Venerdí 12.11.2010 – 14:05
La crisi in cui versa il Governo fa intravedere la fine di un’epoca: il berlusconismo. Il popolo dei travaglini non vede l’ora di archiviare un’era che reputa costellata di scandali, vedendo in questa fine la panacea di tutti i mali. Ma c’è chi non è così ottimista. Chi è convinto che non basterà rinnovare la politica per cambiare un sistema endemico, un fattore antropologico. La corruzione a tutti i livelli della vita economica, civile e politica, la pratica degli scambi di favori, lo sfruttamento di risorse pubbliche a vantaggio di interessi privati e la diffusa ‘mafiosità’ dei comportamenti fanno parte dell’italiano come il cacao è l’elemento base per fare la cioccolata. E non è tutto, la maggior parte della popolazione se ne vanta. Non si tratta di furbizia e nemmeno di quello che il filosofo Hobbes chiamava Homo homini lupus, ovvero la guerra di tutti contro tutti, è piuttosto una naturale tendenza a fregare il prossimo, considerandola una abilità, da imparare e insegnare a figli e nipoti. Politici di destra, politici di sinistra, artisti, cantanti. Chi magari per non pagare le tasse, chi per trovare un posto al sole della tv, chi per prendere più voti in una provincia. Artisti dell’imbroglio. Che a volte non è imbroglio vero. Ma spesso più caos. Sotterfugio. O interpretazione alternativa della regola. Così in Italia (e senza alcun moralismo, per carità) può essere divo Fabrizio Corona, i condannati siedono in Parlamento e pontificano, chi non paga le tasse è un furbo e chi si vende per comparire in un reality lo fa perché “lo fanno tutti”. Potere del nostro paese. Che ha resistito ai francesi, ai tedeschi e agli spagnoli. Agli eserciti e alle razzie. Al nord e al sud. Probabilmente perché già 1000 anni fa in Italia erano in gradi di farli tutti fessi. “Come siamo giunti alla misera situazione nella quale ci troviamo? Quella degli scandali e delle raccomandazioni ad ampio raggio?” E’ questa la domanda a cui vuole dare risposta Roberta De Monticelli, studiosa di fenomelogia e docente all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Il male è antico e affonda le sue radici nella struttura primigenia degli italiani che “prendono il mondo così com’è”, senza nessun riguardo per la virtù. Come se questa popolazione avesse un impedimento insito e una difficoltà naturale a riconoscere e discernere il giusto dall’ingiusto. La filosofa dunque, nota per gli studi di filosofia morale sul concetto di persona e coscienza e per le interpretazioni del pensiero di Husserl, teorizza nel nuovo libro in uscita per Cortina editore, La questione morale, lo ‘scetticismo etico’ del popolo italiano. Una sorta di sospensione del giudizio su tutto ciò che è da considerarsi virtuoso e corretto.
Ma non è solo la filosofia ad indagare la natura ‘truffaldina’ del popolo italiano. “In Italia, fottere l’altro – una parola più tenue non renderebbe l’idea – è un vizio che è quasi un vanto. Io ti fotto è una legge: di più, un comandamento”. Convinti di questo, due giovani giornalisti, Marco Morello e Carlo Tecce, nel nuovo libro in uscita per Ponte Alle Grazie IO TI FOTTO hanno esplorato ogni angolo d’Italia alla ricerca dei mille versanti del ‘fottere’, dai più quotidiani e apparentemente veniali ai più imprevisti e diabolici: dai meccanici e i tassisti pronti a fregare il prossimo cliente fino ai professionisti del raggiro, abili a evadere il fisco e poi a passare per moralisti, lenti a dichiarare bancarotta, lesti a scappare. E ancora: i mutui e le carte di credito patacca, le vacanze-estorsione, il fottere in Rete, la carità truffaldina di Onlus inesistenti o sprecone… Per finire con il “fottere pubblico”: gli appalti, le consulenze, gli espedienti micro e macro per svuotare le casse dell’Italia. Una progressiva “estensione del dominio del fottere” che rischia di coinvolgere non solo le alte sfere, i grandi criminali e i poveri diavoli, ma oramai la stessa classe media, impoverita e resa cinica dalla sensazione di esser rimasta l’unica a farsi ancora imbrogliare. In Io ti fotto c’è dunque di tutto e ce n’è per tutti: è un libro spassoso, scritto con una verve rara nei libri d’inchiesta, ma è al contempo un reportage impietoso e allarmante che mette in guardia dal motto “tanto in Italia tutti fottono”…
Marco Morello
Giornalista. Catanzarese, nato a Milano nel 1982, vive a Roma. Ha scritto per Panorama, Affari & Finanza della Repubblica,
il sito web del Sole 24 Ore, il Giornale, il Corriere dello Sport, First e altri periodici. Per brevi periodi è stato anche a Rainews24 e all’agenzia Agi. Ha contribuito con racconti e inchieste a Mediocri (2008) e Peccatori (2009) di Antonello Caporale.
Carlo Tecce
Giornalista del Fatto Quotidiano e collaboratore di Micromega. Irpino, nato a Castelfranci nel 1985, vive a Roma. Ha scritto per La Gazzetta dello Sport, il Guerin Sportivo, Il Mattino e l’Unità. Ha raccontato il sistema di Raffaele Lombardo in Sicilia e i circoli sportivi romani per Mediocri (2008) e il suo terremoto e le ragazze di Papi in Peccatori (2009) di Antonello Caporale.
Roberta De Monticelli
Insegna Filosofia della persona all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Tra i suoi libri Esercizi di pensiero per apprendisti filosofi (Bollati Boringhieri 2006) e L’ordine del cuore (Garzanti 2008). Per le nostre edizioni ha curato La persona: apparenza e realtà (2000).
http://www.affaritaliani.it/coffeebreak/fottere111110.html
Toghe Lucane… Secondo Stato massoni e logge di fratelli illuminati degni di David Icke… il ricercatore di complotti o per Alexandra Robbins “Skull e Bones” ma come mai i massoni sono entrati anche nelle piscine pubbliche comunali? Poco tempo fa ancora senza risposte ad oggi… la polizia al sequestro delle piscine comunali… trova simbologia massonica di loggia grembiule da gran maestro venerabile… chi ha fatto il rito scozzese in piscina comunale? Forse dovuta al rimpasto di Vercelli e Saluzzo o vi sono altri Comuni Italiani coinvolti? Segreto mistery massonico? Di gang di loggia? Mistery mistery freemasonry…
Sergio Morando.