Nella riunione della Conferenza dei Rettori (Crui) del 25 marzo u.s., i Rettori hanno discusso, tra l’altro, anche dei contenziosi sollevati dai collaboratori ed esperti linguistici (Cel). Atteso che per quelle università inadempienti, rispetto a quanto previsto dalla L. 63/2004, l’ammontare complessivo parziale delle condanne si aggira sui 30 milioni di euro, la Crui, onde evitare nuovi contenziosi, ha invitato tutti gli atenei a tenere un comportamento uniforme sul trattamento economico dei collaboratori linguistici, ex lettori di madre lingua straniera. In particolare, è attribuibile al massimo, «proporzionalmente all’impegno orario assolto, tenendo conto che l’impegno pieno corrisponde a 500 ore, un trattamento economico corrispondente a quello del ricercatore confermato a tempo definito; tale equiparazione è disposta ai soli fini economici.» Per i Cel si applica, in base al CCNL, il trattamento normativo previsto per il personale tecnico-amministrativo part time, con possibilità per i collaboratori linguistici di esercitare altre prestazioni di lavoro.
L’Università di Siena, però, è andata oltre l’attuale invito della Crui. Sta, infatti, corrispondendo da anni ai Cel non il trattamento economico previsto per il ricercatore confermato a tempo definito ma quello del ricercatore a tempo pieno (Art. 5 del CCI). Inoltre, l’ateneo senese ha riconosciuto l’esperienza acquisita ricostruendo la carriera pregressa, con relativo trattamento economico, non solo ai Cel a tempo indeterminato ma anche a quelli assunti con contratto a tempo determinato. Si è mai visto che ad un ricercatore, al momento dell’assunzione, gli venisse ricostruita la carriera pregressa di assegnista, borsista o contrattista? E il danno erariale? È tutto da definire! Sicuramente supera gli 8 milioni di euro: più o meno quanto ricaveremo dalla vendita del Palazzo Bandini-Piccolomini.
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