Ma il Rettore dell’Università di Siena c’è o ci fa?

Il Mondo pubblica oggi la replica del rettore di Siena a un articolo del 13 febbraio che riferiva dei rapporti imbarazzanti tra il magnifico e il suo consigliere finanziario, docente del nostro ateneo e gestore unico, da venti anni, di una Società in grado di compiere operazioni mobiliari e immobiliari. Ebbene, Riccaboni non poteva approntare peggior difesa! E poi, perché screditarsi a difendere l’indifendibile? Ma ancor più grave, perché arrivare a giustificare le assenze (passate e future) del docente a lezione e al ricevimento degli studenti?

Angelo Riccaboni. In merito a quanto pubblicato nella rubrica «In cattedra», (il Mondo 6), preciso quanto segue. Secondo la normativa vigente, la posizione di socio di maggioranza di una società a responsabilità limitata ricoperta da un docente universitario non comporta lo svolgimento di un’attività professionale né l’esercizio di commercio o industria e non viola quindi la normativa (articolo 11 comma 5 lettera A del Dpr 382/1980). Infatti, il possesso di quote, seppur di maggioranza, all’interno di una società di capitale, come la Srl, configura un investimento di carattere finanziario e non un esercizio di commercio, industria o di attività professionale. Pertanto, anche nel caso citato dall’articolo, l’assenza di incompatibilità scaturisce dall’applicazione delle norme e non da una mera valutazione di carattere soggettivo. Mi preme inoltre respingere con forza la connotazione di assoluto discredito con la quale viene caratterizzato l’ateneo di Siena in apertura del pezzo. Nella consapevolezza delle criticità affrontate, è giusto tenere presenti il percorso di risanamento da tempo efficacemente avviato, e i molteplici riconoscimenti della qualità della didattica e della ricerca ottenuti.

Fabio Sottocornola. L’articolo dava conto di un’interrogazione presentata al ministro Francesco Profumo da parte di una parlamentare e di un’altra interrogazione formale sottoposta al rettore da David Cantagalli, consigliere di amministrazione dell’ateneo. Non si capisce, dunque, perché il rettore parli di «discredito». Quanto all’argomento, l’articolo ha riportato sia le domande sia la risposta fornita dal rettore, cioè la posizione di Lorenzo Frediani, professore a tempo pieno e socio di maggioranza di una Srl. Semmai va aggiunto un aspetto successivo alla stesura. Lo stesso membro del CdA, a proposito della risposta ricevuta dal rettore, scrive: «Non sono affatto soddisfatto delle argomentazioni addotte». E chiede di sottoporre la questione all’Avvocatura generale dello Stato.

6 Risposte

  1. Angelo Criccaboni: «Nella consapevolezza delle criticità affrontate, è giusto tenere presenti il percorso di risanamento da tempo efficacemente avviato, e i molteplici riconoscimenti della qualità della didattica e della ricerca ottenuti.»

    A me uno che fa un discorso del genere dopo aver approvato un bilancio di previsione 2012 in disavanzo di 22 milioni fa venire in mente una parola sola: *buffone*.

    Saluti

  2. Non dimenticate un altro motivo ricorrente di Riccaboni: l’obbligo delle 120 ore per associati e ordinari. Ebbene, si può sapere quanta attività didattica fanno Riccaboni e Frediani? E non solo nell’anno appena trascorso. Ma negli anni scorsi. Qui non si capisce, perché i due compagni di merenda si sostengano vicendevolmente. Addirittura, il rettore dichiara nella lettera (con evidenti rilievi penali) firmata da lui e dalla Fabbro che Frediani può essere chiamato in ogni momento al rettorato per impegni istituzionali. Come se l’impegno istituzionale prioritario non fossero le lezioni e il ricevimento degli studenti. Cose da pazzi!

  3. E si ritorna al punto di partenza sollevato a più riprese da Rabbi: si manda in prepensionamento chi serve e si tiene chi non serve e, per giunta, fa danni. Si chiudono i corsi di laurea utili e trainanti e si tengono in piedi quelli inutili per interessi personali. Chi li conosce potrebbe dirci se i due protagonisti di questa brutta storia, Riccaboni e Frediani, siano docenti che fanno lezione o, piuttosto, docenti che si fanno da anni sostituire dagli assegnisti e dottorandi o, peggio, dal primo che passa per piazza San Francesco. Non dimenticate l’altra brutta vicenda del Madoff della Piana, che dichiarò su questo blog di fare tanta attività didattica! Al posto di chi?

  4. Più lo leggo e più mi viene da vomitare. Il discredito dove sarebbe? E quale sarebbe il percorso di risanamento? Per caso si riferisce a quello previsto da Focardi-Barretta sul quale sputava fango continuamente da tutti i pulpiti su cui riusciva a salire? Perché altri non se ne vedono, a parte quelle boutade cui può credere solo quell’altro dissestatore (di banche e di città) di Ceccuzzi sul blocco dei mutui e sulle dismissioni immobiliari. Quanto ai riconoscimenti delle classifiche: in primo luogo non siamo a Discoring e delle classifiche bisognerebbe fregarsene e in secondo luogo bisogna vedere come sono fatte queste classifiche che vengono citate perché, per esempio, quella di Shangai con la quale il Criccaboni si sciacqua tanto la bocca e con la quale riesce ad abbindolare solo quel chianino che siede in Piazza del Campo 1 che a stento sa cos’è un’università, come si può leggere qui http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/12_febbraio_10/parentopoli-declino-sapienza-stella-1903219662600.shtml non è molto attendibile. Come mai Frati non rettifica le affermazioni di Gian Antonio Stella? Un’altra cosa: ma il Frediani quanti anni ha? Come mai non è andato in prepensionamento? Non aveva i requisiti? O forse l’hanno trattenuto perché troppo indispensabile? Al Criccaboni converrebbe rispondere a queste domande invece che perdere tempo a scrivere al Mondo per rettificare non si sa bene cosa. Comunque se non vuole rispondere qui, speriamo debba presto farlo ai Carabinieri. Perché parliamoci chiaro: quella lettera che il curatore del blog ha pubblicato contiene più di una notizia di reato.
    Saluti

    P.S. A proposito della vicenda del SUM e del danno erariale: meno male che a sentire Riccaboni l’Ateneo senese era estraneo! Infatti il Bigi era direttore amministrativo di un condominio al Corviale, mica all’università di Siena! E non è finita qui: parliamo di Bettini e Calabrese e vediamo che rapporti avevano con il SUM. Vergognatevi tutta la vita!

  5. Tanto per rimanere sul tema del ‘disgusto’, leggete questo: http://shamael.noblogs.org/?p=4232. Io vado a comprarmi una scatola di Maalox. Buona emesi a tutti.

  6. Leggere quel che Fabbro e Riccaboni scrivono al Preside di Economia per esonerare un docente dai suoi compiti didattici indigna non poco: «La prego di voler considerare che potrebbero verificarsi assenze alle lezioni e al ricevimento studenti… perché il prof. Frediani può essere chiamato a partecipare a sedute urgenti presso questo Rettorato anche con brevissimo preavviso.» In che veste la direttrice amministrativa si permette di intervenire in questioni riguardanti la didattica? Possibile che il Preside non abbia preso alcun provvedimento sul caso? Magari, dichiarando semplicemente irricevibile la lettera? Ma ancor più grave, da quanto dice Gino Greco, è quel che accomuna Riccaboni e Frediani: due docenti che, par di capire, non hanno svolto e non svolgono sufficiente attività didattica. E il rettore pretende dagli altri 120 ore di lezioni? Ma che si aspetta ad accogliere il suggerimento di Outis di «precipitare dalle finestre la scrivania del rettore, come il pianoforte di Chopin nel grande poema di Norwid?».

    Università di Siena: «non ci resta che sopportare, da una parte l’arroganza dei colpevoli, dall’altra l’inerzia più che sospetta di chi dovrebbe provvedere»

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