Università di Siena: verità nascoste e cialtronate evidenti

La vicenda dell’Ateneo nella crisi senese

Zoom (9 agosto 2012). La doccia fredda sui 5,4 milioni di euro che secondo il Ministero dell’Economia sarebbero stati pagati in eccesso ai dipendenti dell’università di Siena non è un semplice fatto contabile e nemmeno un episodio da circoscrivere all’interno dell’ateneo. Come nel caso delle retribuzioni negate ai dipendenti del Monte dopo i cambiamenti al vertice, ma soprattutto con le sempre più palesi difficoltà della Banca a far fronte alle sue debolezze, siamo di fronte al venire al pettine di complesse vicende riguardanti il modo con cui sono state gestite le nostre istituzioni più prestigiose, un modo determinato soprattutto da come è stata concepita la politica in città.

Il calvario dell’Ateneo è ormai iniziato da ben 4 anni e, oltre ai noti problemi del drammatico deficit, vede protagonista la Procura della Repubblica di Siena che ha indagato e richiesto il rinvio a giudizio di 18 persone per il dissesto e di 10 persone per le presunte irregolarità nell’elezione del Rettore, tanto per rimanere alle questioni più eclatanti. Perché esiste anche un esposto per la presunta irregolarità della nomina del direttore amministrativo, un altro per presunti traffici immobiliari su beni dell’Ateneo e così via. Un complesso di questioni che pone problemi di legittimazione dell’Ateneo non solo sotto il profilo giuridico, ma anche sotto l’aspetto politico perché è evidente che si tratta di un bene di tutta la città e non di una cittadella fortificata impermeabile all’esterno. A parte una mozione proposta dalle Liste Civiche, poi accorpata in un documento unitario di maggioranza e opposizione mai discusso per le note vicende del Comune, altro non è emerso in seno alle istituzioni locali nonostante che il Comune, la Provincia, la Banca, la Camera di Commercio, la Regione ed il Governo abbiano un rappresentante ciascuno nel CdA dell’Ateneo.

E ancora: l’ex Sindaco Ceccuzzi è intervenuto all’assemblea dei lavoratori esasperati per questa vergognosa vicenda del salario accessorio ed ha fatto generiche promesse che, al momento, non ha alcun titolo per onorare, tanto più che il suo partito si è ben guardato dal prendere delle chiare posizioni. Proprio com’è avvenuto sulla vertenza sindacale al Monte dove, alle sporadiche dichiarazioni di sostegno allo sciopero, nelle file delle forze di centrosinistra si sono contrapposti apprezzamenti niente affatto velati per il piano di “lacrime e sangue” del nuovo vertice montepaschino.

I problemi dell’Università senese, in un tale contesto, non sono quindi soltanto quelli, pur pesantissimi, di un dissesto finanziario che sembra aggravarsi invece di cominciare a risolversi, ma nella perdurante ostinazione a volersi nascondere le responsabilità scaricando volta volta i problemi su chi resta colpito. Non dobbiamo però dimenticare che la vicenda dell’Ateneo è stata soltanto la prima a manifestarsi, ma non è isolabile da un contesto dove, purtroppo, si trova in buona compagnia.

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