Il presidente della Repubblica e la «prepotente urgenza» dell’università di Siena

È il presidente Giorgio Napolitano, ad aprire nell’aula magna i lavori del XX Convegno di Pontignano (Regno Unito e Italia: condividiamo lo stesso futuro?), organizzato dal British Council e dall’Ambasciata Britannica in Italia. A tal proposito, straordinario è il commento di un giornale senese: «Riconoscimento per l’università: il presidente della Repubblica sarà in Banchi di Sotto». Ebbene per cosa, questo martoriato ateneo, dovrebbe ricevere apprezzamenti? Proprio in questo momento e dal capo dello Stato? È forse un titolo di merito l’esistenza di 18 indagati in attesa del rinvio a giudizio per peculato, truffa, falso ideologico e abuso d’ufficio, per una voragine da 250 milioni d’euro nei conti dell’ateneo? O che vi siano altri dieci indagati, sempre in attesa del rinvio a giudizio, che attestando falsamente la regolarità del procedimento elettorale avrebbero indotto in errore il Ministro che, proprio sul presupposto della regolarità delle elezioni, emetteva il decreto di nomina? O che vi sia un rettore, tra l’altro privo della piena legittimità ad esercitare le sue funzioni, perché irregolarmente eletto, che esponga di frequente al ridicolo l’istituzione che dovrebbe rappresentare? Forse, occorrono apprezzamenti per i vertici dell’ateneo, impreparati e insipienti, che adottano disposizioni amministrative irregolari e, quindi, impugnabili? E che dire dell’azione truffaldina relativa all’utenza sostenibile per l’attivazione dei corsi di laurea in Farmacia, Chimica e Tecnologie Farmaceutiche, Scienze Biologiche e il conseguente scadimento dell’offerta formativa? E della nomina dell’attuale direttore amministrativo e della sua retribuzione, non approvata dal CdA e superiore, di circa 30mila euro, a quella prevista per il nostro ateneo? E dell’inesistenza del necessario e obbligatorio piano di rientro dal disavanzo d’amministrazione? E il tentativo di speculare sull’università, con la costituzione di un fondo immobiliare che gestisse gli edifici da alienare? Ecco tutto questo è solo una piccola parte del malaffare, ma dimostra chiaramente le responsabilità dei vertici passati e attuali, la mancanza di senso delle istituzioni, le piccinerie, l’irrazionalità e, per alcune decisioni, l’imbecillità manifesta. Allora cosa dovrebbe dire il presidente della Repubblica? Che la condizione intollerabile dell’Università di Siena è un tema di «prepotente urgenza», una realtà che ci umilia in Europa e ci allarma, non solo per la voragine nei conti ma per il dissesto, anche morale, di un Ateneo dal glorioso passato!

Articolo pubblicato anche da: il Cittadino Online (21 settembre 2012) con il titolo: La “prepotente urgenza” dell’Università di Siena.

Università di Siena: chiarezza immediata sulle elargizioni ad alcuni docenti

«Io sono arrivato nel 2007 e da allora nessun docente è mai stato pagato direttamente dal Polo universitario. Con una convenzione il Polo trasferiva all’ateneo senese alcuni fondi che però non coprivano tutte le spese» ha dichiarato il Prof. Salvatore Bimonte, delegato del Rettore per il Polo Universitario di Grosseto. Quindi, è stato l’Ateneo senese a corrispondere i cinquemila euro a bimestre ad alcuni docenti.

Stipendi gonfiati ai professori senesi (Il Tirreno Grosseto, 6 settembre 2012)

Lorenzo Santorelli. Parte da Siena una storia che capitolo per capitolo si arricchisce di segnalazioni anonime, plichi postali e blog per arrivare all’epilogo, momentaneo, di un esposto alla Procura maremmana che chiama in causa il Polo universitario grossetano. A presentarlo ieri è stata la Lega Nord della città del palio che vuole vederci chiaro sui compensi dei docenti dell’ateneo senese che hanno insegnato a Grosseto. «Abbiamo presentato un esposto sui compensi pagati negli anni dal Consorzio del Polo universitario ai docenti dell’Università di Siena – fa sapere in una nota Francesco Giusti, segretario comunale del carroccio senese – chiedendo alla Procura di indagare sulla correttezza dei pagamenti, se i servizi corrisposti siano stati effettivamente resi e se sia stato rispettato il regolamento per incarichi retribuiti al personale docente». Giusti parla genericamente di «cifre molto importanti» che però nelle carte depositate agli uffici di Via Monterosa verrebbero indicati nell’ordine di circa cinquemila euro che alcuni professori, a cadenza bimestrale, avrebbero affiancato al loro stipendio.

I fatti in questione risalirebbero al 2005, ma le camicie verdi vogliono verificare se nel lasso di tempo che conduce ai giorni nostri quel modus operandi sia proseguito. «È ancora più scandaloso – aggiunge l’esponente leghista – alla luce dei tagli al compenso accessorio ai dipendenti che guadagnano somme ai limiti della soglia di sopravvivenza. Crediamo che la responsabilità politica di tutto ciò ricada sul Pd, sull’ex sindaco Franco Ceccuzzi e sulla Cgil universitaria». La faccenda sarebbe da circoscrivere all’interno di piazza del Campo e ai sommovimenti legati a un comune commissariato, un’università dai bilanci dissestati, una banca ed una fondazione in cerca di liquidità e di identità con il nuovo ticket Viola – Profumo. Se non fosse che nel plico spedito in forma anonima alla sede senese della Lega Nord sarebbero contenute alcune buste paga dei docenti che chiamerebbero in correo il Polo grossetano. Ad aggiungere pruriginosità alla vicenda ci ha pensato Fratello Illuminato, un blog dal vago richiamo massonico, ma molto letto negli ambienti accademici e politici senesi.

In un post di fine agosto viene preso di mira un «professore universitario con la barca a Marina di Grosseto. A tutta pesca e non solo di pesce». Dopo aver consultato «alcuni documenti che probabilmente finiranno su qualche tavolo», vengono denunciati presunti favoritismi a vantaggio di docenti vicini all’attuale rettore, Angelo Riccaboni (storpiato in Criccaboni), che oltre alla normale retribuzione dell’università «percepivano ben altri stipendi con tanto di busta paga da un Consorzio universitario (finanziato anche da Fondazione Mps)». La Fondazione che, fino alla recente stretta ai rubinetti, è stata la colonna del Polo insieme a Camera di commercio, Provincia e Comune. Il delegato del rettore, Salvatore Bimonte, respinge ogni addebito. «Io sono arrivato nel 2007 e da allora nessun docente è mai stato pagato direttamente dal Polo universitario. Con una convenzione il Polo trasferiva all’ateneo senese alcuni fondi che però non coprivano tutte le spese». Bimonte cita se stesso come esempio. «A me non spetta nessuna indennità extra se sto a Grosseto invece che a Siena. Al massimo un rimborso forfettario di alcune decine di euro per la benzina e l’usura della macchina».

A Siena il silenzio della stampa locale e dei siti allineati sposta le notizie censurate sui settimanali a grande tiratura

Da due lunghi servizi di Panorama e L’Espresso sulla crisi delle istituzioni senesi intitolati “La festa è finita” e “Siena città chiusa” riportiamo i passi riguardanti la censura della stampa locale e dei siti allineati e la controinformazione svolta dai blog liberi.

Siena Leaks corre in piazza del Campo

Mikol Belluzzi (Panorama 12 settembre 2012). Anche Siena ha la sua Wikileaks. Nella città toscana le notizie più scottanti non si leggono più sui giornali locali, ma ormai corrono velocissime e incontrollabili su internet. E molti si chiedono chi sia il Julian Assange locale. La caccia all’uomo è iniziata un paio d’anni fa, quando il blog Fratello illuminato ha iniziato a essere una delle fonti più informate sugli scandali cittadini: commenti, ma anche decine di documenti che talpe e gole profonde mettevano online per la gioia di tanti senesi, entusiasti di questa improvvisa e benvenuta controinformazione. In tanti hanno provato a mettersi sulle tracce di questo censore dei costumi senesi, che nelle sue indignate cronache ha come bersagli preferiti l’ex sindaco Franco Ceccuzzi, soprannominato «Frank» o «il cittadino semplice», il numero uno della Regione Toscana Enrico Rossi, detto il «Montesquieu di Pontedera», mentre il Pd è il «Partito dissestatori». Ma chi è l’inafferrabile Fratello illuminato? Prima di tutto un buon informatico, visto che i server (soprannominati «Latitante» e «Contumacia») si trovano all’estero, pare in Norvegia e in Canada. E poi un personaggio trasversale, che ha rapporti con banchieri, amministratori e politici. Gli stessi che quotidianamente vengono «fustigati» dal blog L’eretico, alias Raffaele Ascheri, e dal sito Ilsensodellamisura.com, fondato e gestito da Giovanni Grasso, che dal gennaio 2006 denuncia la sempre più difficile situazione in cui versa l’Università di Siena, travolta da una dissennata gestione finanziaria. Ma di tutti gli scandali cittadini, capitolo per capitolo, sono pieni anche i blog Il cittadino online, Il santo di Siena e Il gavinone, che per i senesi è la grata che raccoglie l’acqua a piazza dei Campo. Per tutti gli altri la fogna.

Sabina Minardi (L’Espresso 13 settembre 2012). (…) E su Internet: «Le voci libere si trovano nei blog», informa un professore: l’Eretico di Siena, Fratello illuminato, Il senso della misura, Il Gavinone. Da Facebook è partita una protesta con un leader, Giulio Burresi, studente di Storia dell’arte: dice di ispirarsi a Ranuccio Bianchi Bandinelli, «fiero perché i senesi gli tolsero il saluto». Dalla sua pagina è nato un Osservatorio per la cultura, apartitico, che si riunisce nelle librerie. Anche in vista di Siena capitale della cultura. La città se lo è messo in testa.

All’Università di Siena è stato tutto un “magna magna”! Continua ancora?

È iniziata la campagna contro il rettore dell’università di Siena, definito dissestatore e abusivo, per il suo supposto ruolo nel dissesto dell’ateneo e per la sua irregolare elezione. Sul blog di “Fratello illuminato” è iniziata la pubblicazione, sembra documentata da prove inconfutabili, delle irregolarità commesse da Riccaboni quando svolgeva ruoli di governo, quali Preside della Facoltà di Economia, Presidente del Nucleo di Valutazione e delegato per il Polo aretino dal 1997 al settembre 2006. Intanto, la Lega Nord ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Grosseto; di seguito il comunicato stampa. Ripeto quel che ho chiesto in tempi, apparentemente, non sospetti: «Nell’interesse dell’università di Siena è meglio che il rettore si dimetta o che sia sospeso dalle sue funzioni?»

Francesco Giusti (Lega Nord Siena). La sezione comunale della Lega Nord Siena ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Grosseto sui compensi pagati negli anni dal Consorzio del Polo Universitario Grossetano ai docenti dell’Università di Siena. Nell’esposto abbiamo chiesto alla Procura maremmana di indagare sulla correttezza dei pagamenti, se i servizi corrisposti siano stati effettivamente resi e se sia stato rispettato il Regolamento per incarichi retribuiti al personale docente. Si parla di cifre molto importanti e quanto pagato si è sommato allo stipendio ordinario, consentendo ai professori di avere redditi altissimi a fronte dei servizi resi. Ancora più scandaloso è che, di recente, l’Università di Siena abbia tagliato il compenso accessorio ai dipendenti che guadagnano somme ai limiti della soglia di sopravvivenza. Noi della Lega crediamo che la responsabilità politica di tutto ciò che accade a Siena e all’Ateneo ricada sul Pd, sull’ex sindaco Franco Ceccuzzi e sulla Cgil universitaria, che ha accettato, all’Università come altrove, le imposizioni dell’ex deputato.

Preoccupazioni giuste ma inutili per un asilo infantile

Rabbi Jaqov Jizchaq. Serpeggia la voce che vogliano cedere anche l’immobile di Pian dei Mantellini, ex Chimica, attualmente Matematica. Ma come? Mi sembra tutto un po’ paradossale: a novembre partono i nuovi dipartimenti; eccetto un certo numero di fortunati che rimangono dov’erano, in tempi rapidi gli altri dovranno cercare ospizio altrove, raggiungendo il nuovo dipartimento di appartenenza, giusto? E non si conosce nemmeno, né la destinazione di alcuni, né l’esatto ammontare delle sedi (o “plessi”, come va di moda dire adesso)? Immagino il caos che ne seguirà per la didattica. Temo che anche su questo urga una parola di chiarezza.
L’anno accademico, comunque, non parte sotto i migliori auspici. Aggiungo due cose.

1) Per quanto ne so, fra un anno partono le lauree abilitanti: cioè a dire per insegnare nelle scuole medie e medie superiori non basterà il TFA (tirocinio formativo attivo) o i crediti formativi richiesti, ma servirà aver conseguito il titolo presso una specifica sede dichiarata “abilitante”. Le magistrali “abilitanti” conquistate da Siena sono veramente pochine (quasi punte). Dunque che fine faranno gli attuali corsi di laurea di quelle materie (tutti i settori umanistici, molti settori scientifici) per le quali l’insegnamento è comunque da sempre uno sbocco privilegiato, se non saranno buoni nemmeno per avere diritto all’insegnamento?

2) A parte settori con forti sbocchi professionali che sono stati abili nell’attingere sostanziose risorse anche al “mondo esterno”, le altre, residue lauree magistrali, spesso non hanno, infatti, più nemmeno i dottorati e dunque una proiezione alternativa nella ricerca: adesso vi sono (ma purtroppo solo in alcuni settori: addirittura due su dieci in economia) i dottorati regionali in collaborazione fra i tre atenei maggiori, sponsorizzati dalla Regione, e mi domando se non sia urgente generalizzare questa pratica, ai dottorati non farlocchi, ma che non hanno più la forza di sorreggersi in una singola sede, e addirittura ai corsi di laurea stessi, anziché continuare a ricicciare, accorpare, mescolare membra sparse come nel pentolone della sòra Cianciulli, anche in considerazione del fatto che le massicce uscite di ruolo dei docenti non colpiscono solo Siena. Altrimenti assisteremo solo a un triste declino dell’università pubblica.

3) In questo periodo tutti sono agitati per la faccenda delle idoneità, dell’ANVUR, delle mediane ecc. …ma qui mi pare che chi si piglia un’idoneità (sia egli precario, ricercatore o associato) lo faccia essenzialmente con spirito decoubertiano, oppure nella speranza (ancorché remota) di venir chiamato altrove, giacché, a parte le solite eccezioni e i soliti settori politicamente ed accademicamente “forti” sopravvissuti alle intemperie, in generale a Siena non c’è più trippa per gatti: con la fuga determinando forse un auspicabile alleggerimento del debito, come nel caso dei prepensionamenti, secondo i conti della serva che oramai paiono presiedere al “dibattito culturale” intorno alle sorti dell’ateneo, ma anche la perdita, esattamente come in quel caso, delle migliori energie. Fuori sia i vecchi, che i “giovani”: sicché alla fine si dirà che la medicina ha funzionato, sebbene il paziente sia morto. Anche qui, non sarebbe inutile una qualche ulteriore riflessione per una maggiore chiarezza intorno alle prospettive dell’ateneo in ordine al mantenimento o la cessione dei suoi “asset”, di molti settori attualmente assai penalizzati e non inutilissimi, nonché della gente che ci sta dentro, giacché un clima di totale incertezza non invoglia certo ad un maggiore impegno chi ha già la valigia in mano, pronto ad andarsene, per quanto obtorto collo.