Il rettore si deve dimettere affinché sia garantita autorevolezza e legittimità al vertice dell’ateneo senese

RiccascopinoFrancesco Giusti (candidato in “Impegno per Siena”). Dopo la sentenza del Giudice del Lavoro, Delio Cammarosano, sul trattamento accessorio, che dichiara cessata tra le parti la materia del contendere sull’oggetto della controversia, a decorrere dall’1/1/2012 e condanna l’Università degli Studi di Siena al pagamento dei lavoratori ricorrenti del trattamento economico, è lecito domandare al candidato a Sindaco Bruno Valentini (sostenuto da molti uomini dell’establishment universitario, fedelissimi di Riccaboni e Fabbro) ed al suo Presidente del Comitato elettorale, l’ex Pro Rettore Minnucci, se sono in grado di giustificare ed avallare l’atteggiamento tenuto dall’attuale Rettore e dal Direttore Amministrativo, arroccati in difesa di una posizione assolutamente ingiustificabile.

Adesso non posso che ribadire, per l’ennesima volta, la necessità di un passo indietro del Rettore Riccaboni, del quale è doveroso chiedere le dimissioni, e, di conseguenza, del Direttore Amministrativo Fabbro. Solo con le dimissioni di Riccaboni e nuove elezioni del Rettore si potrà garantire autorevolezza e legittimità del vertice dell’Ateneo.

Ancora una volta appare chiaro come il candidato a Sindaco del Centro Sinistra, Bruno Valentini, sostenuto, come già detto sopra, da molti docenti universitari a loro volta paladini del duo Fabbro–Riccaboni, non possa rappresentare il cambiamento in Città, ma solo la continuità di quel sistema marcio che ne ha rovinato le Istituzioni senesi. Per il vero cambiamento è dunque necessario che i senesi comprendano che è doveroso votare fuori dal “groviglio” e non votare per chi fa riferimento a quella politica che ha gestito fino ad oggi la nostra Città.

È necessario ricordare che la scelta di voler sospendere il salario accessorio sia stata una decisione unilaterale del Direttore Amministrativo Ines Fabbro e del Rettore Riccaboni, i quali, arroccandosi sulle proprie posizioni, hanno anche fatto condannare alle spese legali l’Università di Siena. Ricordo, a tal proposito, che come Segretario comunale della Lega Nord di Siena ho presentato, in data 21 marzo 2013, una denuncia alla Procura della Repubblica di Siena ed alla Procura presso la Corte dei Conti della Toscana contro il Rettore Riccaboni ed il Direttore amministrativo, chiedendo che venisse attivata un’indagine sulla sospensione unilaterale del pagamento degli emolumenti relativi al trattamento accessorio. Già allora scrivevo: «Ciò che è avvenuto all’Università di Siena – vale a dire intervenire in maniera unilaterale – è del tutto arbitrario. L’erogazione del trattamento economico accessorio trova la propria disciplina in disposizioni di legge e in quel contratto collettivo nazionale che è tuttora vigente».

Sette anni fa, per molto meno, fu sospeso il rettore Tosi. Che si aspetta a interdire Riccaboni?

Altan-criccaUniversità di Siena: la Lega torna a invocare il commissariamento

Francesco Giusti. La querelle tra il rettore Riccaboni e il Fatto Quotidiano, secondo il nostro modo di vedere, dà luogo a due riflessioni. La prima è che tutto ciò conferma quanto asserito ormai da anni dalla Lega Nord di Siena, che ha sempre tenuto sotto la lente d’ingrandimento le vicende universitarie senesi, dandosi da fare per tenere alta l’attenzione sull’enorme problema che la pessima gestione dell’Ateneo avrebbe (come, infatti, ha) causato all’intera Città. La seconda, più importante, riflessione è che da questo diverbio a distanza viene messa in evidenza l’assoluta mancanza di trasparenza e l’altrettanta assoluta arroganza gestionale dei vertici dell’Ateneo. Com’è possibile, ci chiediamo, che documenti così importanti, come i verbali dei Revisori dei Conti, vengano tenuti celati ai cittadini? A maggior ragione quando contengono osservazioni, critiche e prescrizioni (oltre che auspici) che – per legge – i Revisori comunicano a Rettore, Direttore Amministrativo e CdA dell’Ateneo, con l’intenzione, evidente, di ricondurre l’attività amministrativa e finanziaria entro i limiti della legge. Com’è possibile che documenti così importanti siano portati a conoscenza dei Cittadini da fonti non istituzionali come i blog?

Da questa vicenda emerge, a nostro parere, tutto il profondo distacco che gli attuali vertici dell’Ateneo hanno dalle istituzioni, per prima quella a capo della quale si trovano. Ciò non fa che rafforzare l’opinione della Lega Nord di Siena che i suddetti vertici debbano essere estromessi, tramite quel commissariamento che noi invochiamo dalla scoperta del buco, dalla gestione di una così prestigiosa e antica istituzione in modo che vengano attutiti, se non annullati i disastrosi effetti di una gestione così approssimativa, dilettantesca e ambigua.

Sullo stesso argomento: David Busato – Università di Siena a rischio commissariamento? Primapagina online (2 febbraio 2013).

Università di Siena: sul duplice esposto in Procura è, forse, il silenzio dei colpevoli?

La notizia sul duplice esposto alle Procure di Siena e Arezzo era stata pubblicata da “La Nazione” (nella cronaca dei due capoluoghi di provincia) e da “il Cittadino Online” il 16 ottobre. La denuncia contiene accuse gravissime nei confronti del rettore e di un nutrito gruppo di suoi collaboratori, interni ed esterni all’Università di Siena. Sull’argomento è uscito oggi, su “Il Mondo”, un breve articolo (di seguito riportato integralmente) che vedrà certamente, a differenza dei primi due e in considerazione della rilevanza nazionale della testata, un intervento chiarificatore dei diretti interessati.

Autunno nero per Riccaboni (Il Mondo 2 novembre 2012)

Fabio Sottocornola. All’orizzonte di Angelo Riccaboni, rettore a Siena, si affacciano nuvole nere. Segnale di un autunno/inverno che si annuncia difficile. A metà dicembre si terrà l’udienza preliminare che potrebbe mandare a processo una decina di persone per presunte irregolarità che avrebbero favorito la sua elezione durante il ballottaggio del 2010 contro lo sfidante Silvano Focardi. Va detto che il magnifico non è indagato. Ma se i sospetti degli inquirenti trovassero conferme, la sua posizione rischia di indebolirsi. Un altro problema potrebbe arrivare da un recente esposto, presentato alle procure di Siena e Arezzo da Francesco Giusti, segretario della Lega Nord nella città del Palio. Vi sono descritti ruoli e attività del capo ateneo, che è stato anche preside di Economia, nell’ultimo decennio fino alla sua elezione, in particolare nei rapporti con il polo aretino. Nell’esposto si chiede di fare luce sui legami corsi tra il rettore e un gruppo di una decina persone che hanno, di volta in volta, insegnato o collaborato ai master coordinati dall’economista, oppure fatto consulenze per l’università. Però alcuni di essi sono anche titolari di società private che, sempre secondo la denuncia, hanno operato in convenzione anche con alcuni centri di ateneo. Come è il caso di Telos consulting, una srl che ha registrato nel 2011 un fatturato di 860 mila euro (utili pari a 77 mila) guidata dall’ad Simona Arezzini, tra le principali collaboratrici di Riccaboni. Inoltre, alla ribalta finisce il ruolo che Riccaboni ha svolto al fianco di Loriano Bigi (ex direttore amministrativo), per definire le pagella dei dirigenti e «distribuire il salario accessorio». Sono gli anni, tra il 2005 e 2008, in cui si forma il buco in bilancio che pesa ancora sui conti. Toccherà adesso alle procure valutare se intrecci, cattedre e consulenze siano nella norma. Oppure no.

Università di Siena: chiarezza immediata sulle elargizioni ad alcuni docenti

«Io sono arrivato nel 2007 e da allora nessun docente è mai stato pagato direttamente dal Polo universitario. Con una convenzione il Polo trasferiva all’ateneo senese alcuni fondi che però non coprivano tutte le spese» ha dichiarato il Prof. Salvatore Bimonte, delegato del Rettore per il Polo Universitario di Grosseto. Quindi, è stato l’Ateneo senese a corrispondere i cinquemila euro a bimestre ad alcuni docenti.

Stipendi gonfiati ai professori senesi (Il Tirreno Grosseto, 6 settembre 2012)

Lorenzo Santorelli. Parte da Siena una storia che capitolo per capitolo si arricchisce di segnalazioni anonime, plichi postali e blog per arrivare all’epilogo, momentaneo, di un esposto alla Procura maremmana che chiama in causa il Polo universitario grossetano. A presentarlo ieri è stata la Lega Nord della città del palio che vuole vederci chiaro sui compensi dei docenti dell’ateneo senese che hanno insegnato a Grosseto. «Abbiamo presentato un esposto sui compensi pagati negli anni dal Consorzio del Polo universitario ai docenti dell’Università di Siena – fa sapere in una nota Francesco Giusti, segretario comunale del carroccio senese – chiedendo alla Procura di indagare sulla correttezza dei pagamenti, se i servizi corrisposti siano stati effettivamente resi e se sia stato rispettato il regolamento per incarichi retribuiti al personale docente». Giusti parla genericamente di «cifre molto importanti» che però nelle carte depositate agli uffici di Via Monterosa verrebbero indicati nell’ordine di circa cinquemila euro che alcuni professori, a cadenza bimestrale, avrebbero affiancato al loro stipendio.

I fatti in questione risalirebbero al 2005, ma le camicie verdi vogliono verificare se nel lasso di tempo che conduce ai giorni nostri quel modus operandi sia proseguito. «È ancora più scandaloso – aggiunge l’esponente leghista – alla luce dei tagli al compenso accessorio ai dipendenti che guadagnano somme ai limiti della soglia di sopravvivenza. Crediamo che la responsabilità politica di tutto ciò ricada sul Pd, sull’ex sindaco Franco Ceccuzzi e sulla Cgil universitaria». La faccenda sarebbe da circoscrivere all’interno di piazza del Campo e ai sommovimenti legati a un comune commissariato, un’università dai bilanci dissestati, una banca ed una fondazione in cerca di liquidità e di identità con il nuovo ticket Viola – Profumo. Se non fosse che nel plico spedito in forma anonima alla sede senese della Lega Nord sarebbero contenute alcune buste paga dei docenti che chiamerebbero in correo il Polo grossetano. Ad aggiungere pruriginosità alla vicenda ci ha pensato Fratello Illuminato, un blog dal vago richiamo massonico, ma molto letto negli ambienti accademici e politici senesi.

In un post di fine agosto viene preso di mira un «professore universitario con la barca a Marina di Grosseto. A tutta pesca e non solo di pesce». Dopo aver consultato «alcuni documenti che probabilmente finiranno su qualche tavolo», vengono denunciati presunti favoritismi a vantaggio di docenti vicini all’attuale rettore, Angelo Riccaboni (storpiato in Criccaboni), che oltre alla normale retribuzione dell’università «percepivano ben altri stipendi con tanto di busta paga da un Consorzio universitario (finanziato anche da Fondazione Mps)». La Fondazione che, fino alla recente stretta ai rubinetti, è stata la colonna del Polo insieme a Camera di commercio, Provincia e Comune. Il delegato del rettore, Salvatore Bimonte, respinge ogni addebito. «Io sono arrivato nel 2007 e da allora nessun docente è mai stato pagato direttamente dal Polo universitario. Con una convenzione il Polo trasferiva all’ateneo senese alcuni fondi che però non coprivano tutte le spese». Bimonte cita se stesso come esempio. «A me non spetta nessuna indennità extra se sto a Grosseto invece che a Siena. Al massimo un rimborso forfettario di alcune decine di euro per la benzina e l’usura della macchina».