Università di Siena: sul duplice esposto in Procura è, forse, il silenzio dei colpevoli?

La notizia sul duplice esposto alle Procure di Siena e Arezzo era stata pubblicata da “La Nazione” (nella cronaca dei due capoluoghi di provincia) e da “il Cittadino Online” il 16 ottobre. La denuncia contiene accuse gravissime nei confronti del rettore e di un nutrito gruppo di suoi collaboratori, interni ed esterni all’Università di Siena. Sull’argomento è uscito oggi, su “Il Mondo”, un breve articolo (di seguito riportato integralmente) che vedrà certamente, a differenza dei primi due e in considerazione della rilevanza nazionale della testata, un intervento chiarificatore dei diretti interessati.

Autunno nero per Riccaboni (Il Mondo 2 novembre 2012)

Fabio Sottocornola. All’orizzonte di Angelo Riccaboni, rettore a Siena, si affacciano nuvole nere. Segnale di un autunno/inverno che si annuncia difficile. A metà dicembre si terrà l’udienza preliminare che potrebbe mandare a processo una decina di persone per presunte irregolarità che avrebbero favorito la sua elezione durante il ballottaggio del 2010 contro lo sfidante Silvano Focardi. Va detto che il magnifico non è indagato. Ma se i sospetti degli inquirenti trovassero conferme, la sua posizione rischia di indebolirsi. Un altro problema potrebbe arrivare da un recente esposto, presentato alle procure di Siena e Arezzo da Francesco Giusti, segretario della Lega Nord nella città del Palio. Vi sono descritti ruoli e attività del capo ateneo, che è stato anche preside di Economia, nell’ultimo decennio fino alla sua elezione, in particolare nei rapporti con il polo aretino. Nell’esposto si chiede di fare luce sui legami corsi tra il rettore e un gruppo di una decina persone che hanno, di volta in volta, insegnato o collaborato ai master coordinati dall’economista, oppure fatto consulenze per l’università. Però alcuni di essi sono anche titolari di società private che, sempre secondo la denuncia, hanno operato in convenzione anche con alcuni centri di ateneo. Come è il caso di Telos consulting, una srl che ha registrato nel 2011 un fatturato di 860 mila euro (utili pari a 77 mila) guidata dall’ad Simona Arezzini, tra le principali collaboratrici di Riccaboni. Inoltre, alla ribalta finisce il ruolo che Riccaboni ha svolto al fianco di Loriano Bigi (ex direttore amministrativo), per definire le pagella dei dirigenti e «distribuire il salario accessorio». Sono gli anni, tra il 2005 e 2008, in cui si forma il buco in bilancio che pesa ancora sui conti. Toccherà adesso alle procure valutare se intrecci, cattedre e consulenze siano nella norma. Oppure no.

Una Risposta

  1. Questi uffici con disgusto inesprimibile prendono atto dell’ignominiosa farsa che vede 15 direttori di dipartimento su 15 facenti parti della disgustosa cricca berlinguerian-tosiana-criccaboniana e anche là ove era possibile un’alternativa l’infame ignavia o la vergognosa malafede dei docenti e del personale tecnico amministrativo hanno fatto sì che si scegliesse il candidato della cricca (http://ilcittadinoonline.it/news/153882/Universit%C3%A0__completate_le_elezioni_dei_direttori_dei_dipartimenti.html). C’è di più: l’abusivissimo Criccaboni ha fatto in modo di avere all’inaugurazione dell’anno accademico anche quel bell’esemplare lombrosiano di Profumo, ultimo devastatore dell’istruzione italiana. Questi uffici si aspettano una durissima contestazione che vada ben oltre i vuoti comunicati. Orsù personale tecnico amministrativo macellato nei propri diritti dal tandem dell’insulsaggine e dell’incapacità! Orsù studenti vessati da questa brancata di incapaci e inetti! Orsù docenti che hanno ancora a cuore la ricerca e la didattica! Questi uffici attendono con impazienza una dura contestazione al protettore degli abusivi, al continuatore del dissesto, al perpetuatore della devastazione. Contestazione con tanto di slogan, megafoni, fischi, corna e – se del caso – anche qualche sputo. Se questo non accadrà questi uffici osservano che tutti quanti i summenzionati non si meriteranno altro che continuare la corsa verso il baratro, se non altro dell’ateneo nella sua funzione di centro di alta formazione, e verso il suo declassamento a stipendificio a spese pubbliche. Se questo dovesse verificarsi prima chiuderà tutto e andranno tutti chi a casa, chi nelle vigne, chi a raccattare cartoni come il povero Carlone e meglio sarà per il Paese.
    Di questi uffici

    Cesare Mori

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