Dalla conferenza stampa dei sindacati Cgil-Cisl-Uil sul licenziamento dei 64 dipendenti (30 dei quali disabili) della Cooperativa “Solidarietà”: «I soldi non ci sono e si va a tagliare nel sociale, a penalizzare quei lavoratori di serie B che non hanno un rapporto di assunzione diretta con l’ente. Oltretutto con la soppressione del rapporto con la cooperativa Solidarietà si torna indietro anche a livello di conquiste civili e sociali. Noi ci aspettavamo che l’Università andasse a risparmiare e recuperare soldi laddove ce ne sono, magari fra i docenti e non a risicare sui subappalti.»
Dall’intervento di una lavoratrice della Cooperativa “Solidarietà”: «Con la soppressione delle portinerie nascono i problemi. Qualche giorno fa a San Miniato 12 ragazzi sono rimasti bloccati in ascensore e nessuno sapeva come sbloccarlo. I servizi mancano, gli studenti si lamentano e nessuno risponde al telefono.»
Che significa «recuperare soldi fra i docenti»? Mandarli a casa? Questo vuol dire chiudere altri corsi di laurea! Come dice Rabbi: «Annichilendo le strutture didattiche e di ricerca vi saranno per forza ulteriori ripercussioni anche sul personale tecnico ed amministrativo!» Ma perché i sindacati non rivolgono la loro attenzione agli sprechi dell’amministrazione universitaria per attività non necessarie in periodo emergenziale? Vedremo di dar loro una mano.
Filed under: Commissariarla per salvarla, Il saccheggio, Quelli dell'uva puttanella | Tagged: Angelo Riccaboni, Cooperativa Solidarietà, Francesco Frati, Ines Fabbro, Malgoverno, Sindacati, Sprechi, Trio patacca, Università di Siena | 1 Comment »