FLC CGIL. Non entriamo nel merito di scelte gestionali legittime come la volontà di bandire un concorso per ricoprire un posto da dirigente per il DIPINT e diamo per scontato, naturalmente, che siano garantite le coperture finanziarie dalla Regione Toscana. Tuttavia, dal momento che si è voluto fare della trasparenza una delle bandiere del rilancio di questa Università (almeno questa è la percezione) quello che suscita più di una perplessità e, soprattutto, solleva dubbi di opportunità, è la nomina della Dott.ssa Ines Fabbro nella Commissione Giudicatrice del concorso. Sicuramente dal punto di vista formale sarà tutto corretto, ma bandire un concorso in qualità di Direttore Amministrativo e poi, quando non lo si è più, rientrare dalla finestra, facendosi nominare componente della commissione giudicatrice di quello stesso concorso, solleva almeno qualche dubbio.
Probabilmente si dirà che la Dott.ssa Fabbro conosce il DIPINT e le sue problematiche, ma altrettanto legittimamente si potrebbe sostenere che la Dott.ssa Fabbro conosca i candidati: un componente esterno dovrebbe assicurare una terzietà di giudizio, visto che a garantire e a difendere gli interessi dell’Università degli Studi di Siena c’è già il nostro Direttore Generale e per l’Azienda Universitaria Ospedaliera è in commissione il suo Direttore Generale. I dubbi aumentano se andiamo a cercare di capire quali siano gli obiettivi da assegnare al futuro dirigente del DIPINT, visto che fino ad ora si è navigato a vista e che alcune scelte organizzative sono già state fatte, anche in assenza di questa figura.
Suggeriamo pertanto al Magnifico Rettore e al Direttore Generale un cambiamento di rotta e persone per continuare a percorrere una strada nuova e uscire da vecchie pratiche che sappiamo fin troppo bene dove hanno portato la nostra Università, garantendo al contempo la necessaria trasparenza al pubblico concorso. Pensiamo infatti che, trattandosi proprio di un pubblico concorso, esso dovrebbe dare a tutti i candidati le stesse opportunità. Tale cosa può essere difficilmente garantita da una figura che bene o male è stata per anni titolare della gestione del personale della nostra università. Sarebbe opportuno infine prevedere un’apposita seduta di contrattazione in modo da comprendere meglio quali siano le intenzioni dell’amministrazione relativamente alla struttura organizzativa del DIPINT.
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