«All’interno della Facoltà di Medicina un confronto serio e costruttivo per trovare la sintesi sul nome» (Corriere di Siena, 2 febbraio 2016)
Anna Coluccia (Docente universitario). Dal Corriere di Siena del 28 u. s. apprendo con sorpresa che nelle elezioni per il futuro Rettore della nostra Università sarebbero in corsa due candidati, contrapposti quasi a singolar tenzone.
Senza entrare ora nel merito dell’attendibilità o meno della notizia, ritengo che essa – nella forma in cui è stata data – rischia di far passare sotto silenzio, e quindi svilire, il dibattito tuttora in corso all’interno del nostro Ateneo e della ex Facoltà di Medicina in particolare. Dispiace soprattutto che le prossime elezioni per il Rettorato vengano presentate come una specie di competizione agonistica tra due “contendenti”. Posso assicurare che fortunatamente non è così: nel nostro Ateneo fervono ancora le discussioni sul futuro dell’Università, si confrontano idee e programmi. Il tutto all’insegna di una progettualità alta, che appassiona ed impegna tutti coloro che hanno a cuore lo Studio senese mentre attraversa una fase molto delicata, e direi cruciale, della sua storia plurisecolare. La situazione dell’Ateneo è infatti più complessa rispetto a quanto emerge dalle Sue fin troppo benevoli osservazioni sull’asserito “risanamento” attuato dall’attuale governance. Per molti aspetti infatti tale situazione è da ritenersi ancora critica. A meno che di non voler considerare in termini positivi, dissennatamente, l’innegabile ridimensionamento cui l’Università di Siena è andata incontro in questi ultimi anni, a molti livelli.
Al di là di questi rilievi, vorrei che il lettore del «Corriere» sapesse, per esempio, che nella ex Facoltà di Medicina è in corso un dibattito serio e costruttivo alla ricerca di una piattaforma comune capace di diventare sintesi per un discorso che affronti con reale efficacia, finalmente, le sfide del presente. Proprio per questo, prima di fare i nomi di chicchessia, noi del Dipartimento di Scienze Mediche Chirurgiche e Neuroscienze, abbiamo scelto la strada della riflessione, affidando a un nostro collega, il professor Alessandro Rossi, l’incarico di perlustrare le differenti progettualità disponibili e di individuare una possibile sintesi tra di esse. Ciò al fine di giungere a una candidatura unitaria, espressione della nostra ex Facoltà ma capace di dialogare con i molteplici saperi presenti nel nostro Ateneo. È una questione di metodo: vorremmo che il nostro candidato fosse frutto di una consapevole partecipazione democratica da parte di tutti e non di una designazione dall’alto (ogni riferimento è, mi creda, meramente casuale…).
Tanto mi premeva precisare, caro Direttore, senza alcuna intenzione polemica, ma in spirito di verità e come contributo a un’informazione più ricca e articolata rispetto alle attuali vicende della nostra Università.
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