Cultura alla senese

Dopo Franco Cardini e Paolo Prodi, anche Ernesto Galli della Loggia prende posizione (Corriere cultura di oggi) sull’esclusione, per ragioni politiche, di Mario Ascheri dal comitato che dovrà celebrare il “Costituto volgarizzato del 1309-10”.

Ernesto Galli della Loggia. Gli assessori alla cultura sono, come si sa, un importante strumento del potere delle sinistre negli enti locali. È lì, infatti, che si definiscono in grande misura il volto ideale della comunità e l’immagine pubblica delle amministrazioni, è di lì che passa in parte notevole il consenso dei ceti borghesi e intellettuali. Ma è lì anche, però, che si attuano le discriminazioni ideologiche più smaccate. È accaduto a Siena di recente, per esempio, che dovendosi formare il Comitato per celebrare un famoso statuto del comune medievale, ne sia stato escluso un illustre medievista di quella città, Mario Ascheri (che tra l’altro è tra i massimi studiosi proprio di quel documento), perché, dice il sindaco, egli sarebbe, in quanto consigliere di una lista civica di opposizione, «in conflitto d’interessi e di funzioni» con la presenza nel detto Comitato. Quale conflitto non si capisce (è all’opposizione!). Si capisce solo che a Siena, di fronte alla politica, la cultura deve cedere il passo.

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