Cosimo Loré. Il Rettore dell’Università del Salento, Prof. Domenico Laforgia, scrive una delle pagine più belle e utili nella storia dell’accademia italiana: la replica ad un politico diventa occasione per la definizione magistrale delle condizioni e delle funzioni degli atenei in questa fase delicata e, per alcuni aspetti inerenti la questione morale e la gestione finanziaria, drammatica della vita della c.d. alta scuola… In una epoca di scarsa memoria storica e troppa frenesia consumistica le parole pacate e pesanti di questo autorevole amministratore della cosa pubblica di eccezionale valore che si chiama universitas, sostantivo femminile che sta ad indicare e significare la particolare comunità dove si fa insiemericerca e formazione scientifica, risultano una pietra miliare per chi non insegue chimere. La crescita culturale è alimentata dallo spirito critico nel continuo confronto scientifico e sociale garante della credibilità del ricercatore e della dignità dell’istituzione; altrimenti vi è l’accademia dispensatrice di appariscenti quanto evanescenti diplomi nello sfarzo di cerimonie autocelebrative suggello del tradimento dei compiti decisivi della formazione dell’umano sapere e delle nuove leve. La richiesta formulata dal Magnifico di Lecce costituisce la condizione minima per la convivenza e la sopravvivenza stessa di qualsiasi comunità e società: “essere valutati con parametri giusti dopo un adeguato approfondimento tecnico” come – ahimè – avviene sempre meno in questa sciagurato scivolamento nel cupio dissolvi d’un paese ridotto a collettivo senescente e scontento.
Domenico Laforgia. Onorevole Mantovano, sono sollevato nel leggere nella Sua lettera aperta al Quotidiano, pubblicata venerdì scorso, che in qualità di rappresentante del territorio salentino Lei intenda farsi carico in concreto delle esigenze del territorio e, quindi, della nostra Università.
Già da due anni, dai primi mesi del mio insediamento come Rettore, ho avvertito tutti del rischio di commissariamento dell’Ateneo salentino se questa politica dei tagli lineari “uguali per tutti” non fosse stata rivista. Chi ha buona memoria ricorda bene che conclusi con queste parole il mio discorso all’inaugurazione dell’anno accademico 2008-2009. E veniamo al modo: io sono abituato, per formazione etico-culturale, a dare la massima trasparenza alle mie azioni. A questo si aggiunge il fatto che l’Università del Salento non è mia o dei miei colleghi, è del territorio, della gente e anche di quelli che sono stati votati a rappresentare questa gente nelle sedi istituzionali. Dunque, l’incontro, sollecitato da molti esponenti politici, non poteva che svolgersi nella forma in cui si è svolto. Dentro l’istituzione, a porte aperte, senza filtri, in piena trasparenza, perché tutti potessero farsi un’idea chiara della situazione reale, conti alla mano, e fossero liberi di togliersi eventuali dubbi.
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