Con comportamenti seri e rigorosissimi, non più autoreferenziali, caratterizzati dallo spirito di servizio nei confronti dell’università di Siena, tutti insieme, forse, col tempo, una via d’uscita la si ritroverà

Pubblichiamo l’ottava puntata del resoconto integrale dell’incontro-dibattito «Salvare l’università di Siena. Quale modello per il futuro?» La prima parte: «Ci sarà un risorgimento per l’università di Siena?». La seconda parte: «La crisi dell’università è crisi del “sistema Siena” e non può essere risolta da chi l’ha creata». La terza parte: «L’università di Siena è destinata per molti anni a stare in rianimazione». La quarta parte: «L’università di Siena è cresciuta in modo disordinato, senza criteri di omogeneità e di efficienza». La quinta parte: «Università di Siena: basta con l’autoreferenzialità e con l’autonomia dell’irresponsabilità». La sesta parte: «E il proliferare di master che non portano ad uno sbocco nel mondo del lavoro ma servono a far cassa». La settima parte: «A Siena la malauniversità è disordine strutturale, inefficienza endemica, organizzazione mirata a scopi diversi da quelli propri dell’università che, com’è noto, sono didattica e ricerca».

Stefano Bisi (Vice Direttore “Corriere di Siena”) Moderatore. La parola all’ex Pro-Rettore.

Giovanni Minnucci (Già Pro-Rettore dell’Ateneo di Siena). È una sorta di costrizione questa, perché il mio intervento non era minimamente previsto. Inoltre, sono un po’ emozionato perché ho davanti a me il Magnifico Rettore di quando mi sono iscritto all’Università, cioè il professor Barni, e il Magnifico Rettore di cui ho l’autografo sul diploma di laurea, cioè il prof. Grossi; c’è, inoltre, fra il pubblico, il prof. Remo Martini che era il mio Preside nonché il Presidente della commissione di laurea; quindi, come dire, sono sistemato per le feste! Sono passati, però, più di trent’anni da allora, quindi è passata molta acqua sotto i ponti.

Ringrazio Stefano Bisi per questo invito estemporaneo. Ho molto apprezzato tutto quello che è stato detto, e non è che io abbia molte cose originali da aggiungere. Ho sentito, infatti, molti discorsi e molti argomenti condivisibili e assolutamente sensati. Mi limito ad alcune cosette che mi sono venute in mente ascoltandovi e anche derivanti un po’ dalla recente e tutto sommato breve ma intensa esperienza di pro-rettore. Terrei distinte le due questioni, vale a dire il problema del “buco di bilancio” precedente e il problema del futuro. Mettiamo da parte momentaneamente il passato che è stato ampiamente discusso. Per il futuro, oltre allo sbilancio attuale, abbiamo problemi di natura strutturale, perché non abbiamo rispettato quella buona e sana Amministrazione cui faceva riferimento il professor Grasso: quella cioè di lavorare, anche sotto il profilo economico-finanziario, avendo lo sguardo orientato al futuro lontano, attraverso un lavoro di seria e rigorosa programmazione e non, come invece s’è fatto, solo all’oggi immediato. Mi limiterei ad alcune brevi riflessioni, su qualche argomento specifico, premettendo che, per tentare di uscire da questa situazione, occorre molto rigore e molta responsabilità. L’autonomia, infatti, senza una rigorosa responsabilità genera, normalmente, dei veri e propri disastri. Anzi la mancanza di una rigorosa responsabilità è il tradimento dell’autonomia. Faccio solo un cenno ad alcune questioni, e mi scuserete se quel che dico, non essendo stato in alcun modo programmato, risulterà tutto sommato non molto organico.

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