Sulle misure da adottare per il risanamento dell’università di Siena uno scopino da cesso mette tutti d’accordo

Uno scopino da cesso mette d’accordo tutti nel dibattito riguardante le misure da adottare per il risanamento dell’Università di Siena! Tra i favorevoli e i contrari allo “shock generazionale”, che prevede il prepensionamento volontario dei docenti di età superiore a 65 anni, si è sviluppato un dibattito utilissimo ma duro, aspro, polemico, con risvolti, a volte, anche offensivi. Allora perché parlare di scopini da cesso? Perché l’ateneo senese li comprò per il San Niccolò, sede delle Facoltà di Lettere e Ingegneria, alla modica cifra di 60 euro più Iva ciascuno! E non si parla di un’università con i bilanci in regola, ma di quella senese, «che ha il più mastodontico deficit mai accumulato da un ateneo italiano», come scriveva Antonio Rossitto, su Panorama il 31 ottobre 2008, nel suo articolo «L’università laureata in sprechi», di cui si raccomanda la lettura o rilettura. Dichiaravo in quell’occasione: «Qui lo sperpero è diventato filosofia. A Siena c’è stato un uso disinvolto delle istituzioni che ormai ci ha portato alla conclamata bancarotta. E docenti, organi d’informazione e politica locale hanno sempre mostrato la più completa indifferenza. Intanto, gli organici si sono gonfiati a dismisura e nessuno ha badato a spese».

Una quarantina di dipendenti, convocati dalla Cgil, condannarono gli articoli perché, a loro dire, farebbero «un processo sommario, danneggiando l’autorevolezza e l’immagine dell’Ateneo» e minacciarono «un’azione legale per diffamazione nei confronti di Panorama, Tg5 e verso il professor Giovanni Grasso, in merito alle sue dichiarazioni e all’uso improprio dell’informazione presente nel suo blog». Peccato che la querela non sia mai arrivata! Risulta, ormai, evidente che le aule di Tribunale sono rimaste l’unica sede per evidenziare la miseria anche morale di certi personaggi autorevoli; la loro pidocchieria, la dilapidazione del pubblico denaro ammantata di spese per la ricerca e/o spese di rappresentanza; i furti sistematici; le feste e i festini; la creazione dal nulla di posti di ricercatori per figli e amici, con la scusa del finanziamento esterno, mai versato nelle casse dell’ateneo. Purtroppo, il giornalista, che pure aveva raccolto ampia documentazione fotografica proprio sugli sperperi al San Niccolò, non ne fece menzione nel suo lungo articolo. Se ne parla oggi, sia pure limitatamente agli scopini dei cessi, e il giudizio di condanna è unanime. Gli articoli di quel periodo risultano, oggi, oltremodo istruttivi ed esilaranti, specialmente quando si afferma che l’ateneo non è «una palude di sprechi», o quando si cerca di negare la realtà facendo passare, quanto denunciato, come «caricature dei media», o quando si dichiara: «non siamo la banda del buco». E sono proprio quei docenti che usano gli scopini da design a esporsi con queste brillanti dichiarazioni.

Articolo pubblicato anche da:
– Il Santo Notizie di Siena (4 settembre 2011). Gli scopini del cesso… E la costituzione di parte civile.
Il Cittadino Online (4 settembre 2011). Giovanni Grasso e lo scopino. L’Università degli sprechi si vede alla toilette.
Smallcountry (4 settembre 2011). Giovanni Grasso e lo scopino.

5 Risposte

  1. […] Sulle misure da adottare per il risanamento dell’università di Siena uno scopino da cesso mette t… […]

  2. …a me è venuta in mente la mia ultima visita ai magazzini IKEA di Sesto Fiorentino: l’occhio mi cadde su due splendide fanciulle, somale, o forse etiopi, che acquistavano scopini: vo’ mi capite, non è che l’animo fosse attratto esattamente dagli scopini, ma nella circostanza non potei non notare il cartello che campeggiava sopra la cesta degli scopini: “euro 0,99″. Insomma, gli scopini del manicomio pare siano costati settanta volte tanto (che manco fossero intrecciati di fili d’oro). È poi a molti è ancora presente (e duole) il disarmante e iniquo confronto fra il mesto, quanto eroico sobbollire di un paiolo sul fornello di un collega chimico senese, e il fantascientifico laboratorio germanico di Francoforte, che l’inverno scorso ci inflisse “Annozero” a mo’ di esempio di quanto bistrattata sia la ricerca scientifica in Italia; il contrasto fra il lesinare su pipette, spruzzette, cuvette, provette, beute, cannule e crogiuoli da un lato, e lo scialacquare in strumenti di ben altri “laboratori” come gli scopini da cesso, dall’altro lato odora di sconfitta. Ma in fondo anche questa è “scienza”: filosofia nella toilette, se non nel boudoir. Un passo oltre il marquise de Sade. E poi, siamo o non siamo “un paese di merda”?

  3. […] colpevolmente, non lo sapesse) l’ha fatta, ancora una volta, davvero grossa, tirando fuori la magagna degli scopini da cesso iperpagati (60 euro, più Iva) dall’Università. Uno dei tanti esempi di spreco per lo […]

  4. […] a lezione. Al contrario, non si è investito nell’informatizzazione ma si è sperperato negli scopini da cesso e nel “Progetto merchandising” di cui si torna a parlare in questi giorni. Scrivevo […]

  5. […] non si è investito nell’informatizzazione ma si è sperperato negli <scopini da cesso e nel <“Progetto merchandising” di cui si torna a parlare in questi giorni. […]

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