«Il sistema sulla spartizione delle cattedre universitarie dura da decenni» come scrive, in questi giorni, “L’Espresso” e, in precedenza, era stato descritto in tanti libri sull’argomento. E qualche libro fu anche dedicato ai tanti «ribelli» che in quegli anni avevano «denunciato abusi, aperto blog e siti internet contro il malcostume accademico», come si legge in quello di Davide Carlucci e Antonio Castaldo, “Un paese di baroni”. Finì tutto in una bolla di sapone e chi aveva denunciato la malauniversità finì sotto processo. Oggi, chi denuncia i concorsi truccati è descritto come un eroe, da nominare su due piedi ministro. Da un eccesso al suo opposto.
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