«Sarete venduti ai vostri nemici come schiavi e schiave, e mancherà il compratore!»
Rabbi Jaqov Jizchaq. «Le università con i conti in ordine potranno assumere prof dagli atenei in rosso. Tra le novità dell’ultima ora della manovra che si avvia al varo definitivo spunta una norma che consentirà alle università “virtuose” di assumere prof e ricercatori dagli atenei in difficoltà economiche.»
…con i saldi di fine stagione si aprono interessanti prospettive di risanamento. Questo conferma la tendenza monopolistica alla concentrazione e al “trust”, già evidenziata nei precedenti messaggi, che mette all’angolo le imprese di modeste dimensioni.
Non sono specificati i dettagli e non so se questo prelude comunque a una maggiore mobilità, nella cornice asfittica e immobile dell’autonomia universitaria: se un ateneo, per ragioni sue (come di fatto sta avvenendo a Siena) decide o è costretto a dismettere aree scientifiche, anche importanti, poi non sa di che farsene, in sostanza, delle persone d’avanzo che operano in quei settori ed è sensato che esse vengano dirottate in altre sedi, magari quelle viciniori – visto che oramai si parla sempre più di “integrazione”, qualunque cosa voglia dire – a creare quella “massa critica” di cui si diceva e che oramai pare essere considerata indispensabile per reggere la concorrenza. Ma non so se è questo il senso della norma succitata.
Una piccola chiosa all’Eretico: il quasi dimezzamento dell’ateneo non comporta solo un problema per la didattica (che pure in diversi settori di base, ben inteso, c’è, ed è pesante), cioè una sofferenza momentanea, sperabilmente mitigabile in un non meglio precisato futuro, un corpo debilitato, ma integro, bensì la sparizione, al presente o nel futuro prossimo, di aree scientifiche intere, e la loro mera e temporanea sopravvivenza in forma di simulacro (il che è anche peggio): uno scenario distopico, ma quanto mai realistico.
Si dice che è in atto un processo di “semplificazione”, ma la semplificazione è stata realizzata col metodo della “roulette russa”. La stessa compattazione dei dipartimenti, sovente, è avvenuta con la delicatezza e capacità di discernimento di una pressa idraulica. Voglio dire, è in corso una metamorfosi, e più in generale è proprio il volto degli atenei che sta cambiando, non una mera operazione di maquillage.
La notizia tratta dal Sole 24 Ore mi pare si collochi in questa cornice. Singolare, semmai, è che si affidi quello che dovrebbe essere un compito della politica universitaria, attraverso una programmazione razionale, alla legge del più forte, dopo che tutti gli attori si sono dichiarati fatalisticamente impotenti nel prendere decisioni risolutive.
Buone feste.
«Sarete venduti ai vostri nemici per essere schiavi e schiave, e mancheranno i compratori». (Deuteronomio 28, 68)
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