Con un trucco contabile, e trasferimenti, le università non virtuose si svuotano, risanano e ridiventano “virtuose”?

Da: Italian Engineers (12 gennaio 2018)

Michele Ciavarella. Il collega ItalianEngineer “Renzo Rosso” di PoliMI lamentava sul SecoloXIX vedi qua che non ci sono più i trasferimenti. Si sbagliava! La legge italiana rende trasferibile e quindi virtuoso un docente, conteso da tutte le Università italiane, non perché è bravo, ma perché viene da una Università non virtuosa!

Sì avete sentito bene, il paradosso è questo, solo un qualunque docente di Università non virtuosa ha uno status privilegiato, e diventa per questo “virtuoso”. Forse le Università che lo accolgono fanno una scelta e verificano se è virtuoso, ma siccome costa zero, perché andare per il sottile?
Le università che sono in “tensione finanziaria”, una volta si diceva “non virtuose”, potrebbero svuotarsi progressivamente (probabilmente semplicemente dei docenti di altra sede), almeno fino a riportarsi a situazione “positiva” (ossia sotto 80% di quota stipendi), e ridiventare virtuose. Anzi, i docenti di queste sedi hanno un’occasione unica per andarsene, visto che chi li assume, recupera interamente il loro costo!

Questo va:
0) A vantaggio dei docenti fuori sede delle Università non virtuose, che in questo hanno un vantaggio rispetto ad analoghi docenti di Università virtuose; la discriminazione paradossale di cui sopra.
1) A vantaggio delle grandi Università virtuose che non hanno questo problema e si possono scegliere dei docenti da assumere “gratis”; questo almeno mi pare sensato.
2) A vantaggio anche delle Università non virtuose che risolvono la loro situazione rapidamente: si svuotano! Sembrerebbe paradossale ma questo lo fa intuire che l’emendamento sia stato proposto da un parlamentare dell’area di Cassino (Pilozzi). Infatti, svuotandosi, si torna in condizioni finanziarie vantaggiose (sotto 80% del monte stipendi) ossia virtuosi, e si può ottenere per il futuro più posti da Professore visto che l’indicatore oltre all’80% blocca l’assegnazione al 50% del turnover.
Quindi, se perdo X professori oggi, però scendo sotto 80%, il turn-over si sblocca. Per capire il vantaggio occorrerebbe sapere quanti sono i docenti che devono andare in pensione. Se sono molti (per es. 10X), allora si crea un vantaggio netto passando da 25% del turnover (credo) al 50%, di 2X docenti.
3) Alla fine tutto ridiventa “virtuoso”, ma fa parte dei giochi complessi dell’assegnazione dei fondi all’università che non ci sia stato un intervento a copertura della manovra, perché in realtà questo non crea dei punti organico, ma solo sblocca il turnover in alcune Università. Se fosse stato fatto anni fa, quando le Università non virtuose erano molte, avrebbe creato un chaos.
4) Naturalmente, a regime tutti diventiamo “virtuosi”, fino a nuova definizione di “virtuoso”, ad oggi sconosciuta, e che verrà decisa a posteriori un giorno X non noto oggi.

Se questa manovra viene anche ripetuta è un po’ la ciliegina sulla torta di chi pensava che veramente nel 2001, quando si cominciò a parlare di Università virtuose, si volesse fare sul serio!

3 Risposte

  1. […] Con un trucco contabile, e trasferimenti, le università non virtuose si svuotano, risanano e ridive… […]

  2. È terribile, ma è così: svuoto tutto! Viene in mente la satirica “modest proposal” di Swift http://www.filosofico.net/Antologia_file/AntologiaS/SWIFT_%20UNA%20MODESTA%20PROPOSTA.htm per impedire che i bambini della povera gente siano di peso per i loro genitori: darli da mangiare ai ricchi

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