Con un’intervista al Corriere di Siena, tre giorni dopo il suo rinvio a giudizio, il Prof. Piero Tosi, ex rettore dell’Ateneo senese ed ex presidente della Crui, ritorna sulla sua vicenda giudiziaria, iniziata il 24 febbraio 2006. In precedenza, era intervenuto solo al momento della sospensione dalla carica di rettore e quando, un mese dopo, rassegnò le dimissioni dall’incarico. È un’intervista da leggere con attenzione. Di seguito si riportano i passi più inquietanti, che collocano l’ateneo senese nel mondo virtuale di Second Life. Ancora un primato! A noi il compito di riportare l’ex rettore alla cruda realtà, elencando in seguito, sempre su questo blog, le sue “disattenzioni” che, indipendentemente dalla loro supposta rilevanza penale, relegano l’università di Siena all’ultimo posto tra gli atenei del nostro paese.
Autoreferenzialità
«I dodici anni di rettorato sono stati durissimi, ma sono orgoglioso di aver lasciato una Università valutata al primo posto fra i grandi atenei nonostante le enormi difficoltà finanziarie dovute alle inadempienze dei Governi a tutti note, all’interno e all’esterno dell’Università a livello locale e nazionale.»
Autostrade per i figli
«Vi possono essere nell’università italiana comportamenti da condannare e da correggere, ma è anche vero che i figli, quando si applicano a discipline diversissime da quelle dei padri o parenti e lo fanno con meriti riconosciuti in campo nazionale e internazionale, hanno il diritto di fare la loro strada. Vi sono esempi nella storia dell’università di marito e moglie che hanno vinto il premio Nobel: oggi marito e moglie (non è il mio caso) dovrebbero o l’uno o l’altro trasferirsi in altra sede? Questo non toglie, lo ripeto, che l’etica dovrebbe imporre di separare gli interessi e di far prevalere sempre e comunque il merito.»
Autolatria
«Dal 2002 sono divenuto presidente della Conferenza dei Rettori: mi sono impegnato molto e credo di aver ottenuto qualche risultato, ad esempio di aver contribuito ad evitare lo smembramento dell’università pubblica. Quando ho lasciato la Crui, essa era il primo interlocutore del Governo e del Parlamento per i problemi dell’università.»
Autoassoluzione
«È comprensibile che qualche disattenzione possa esserci stata nel mio lavoro di rettore a Siena, ma niente di scorretto o di nascosto. Sono disattenzioni che hanno costituito oggetto di imputazioni dolose, che respingo, e delle quali, ne sono certo, la Giustizia, in cui fermamente credo, riconoscerà l’insussistenza.»
Autocandeggio
«Credo nella Giustizia e quindi nel riconoscimento della mia innocenza. Certamente, la mia coscienza è assolutamente pulita.»
Autodafé
«Credo sia giunto il momento che chi ha tentato dall’interno dell’Università e dall’esterno di infangare il mio nome e la mia famiglia debba prepararsi a pagare prima di tutto nella sua coscienza e poi nelle sedi legali.»
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Tosi, ti ho visto camminare rasente i muri della mia città… chissà se provavi vergogna… Poi ti ho visto uscire di casa con la tua bella lussuosa macchina come uno zar Putin… Ma forse è tutta una macchinazione contro di te, caro, magari vai a scomodare il tuo portavoce Boldrini, quello che, come Veltroni e C., faceva il comunista, e moderno, per giunta!!!
«È comprensibile che qualche disattenzione possa esserci stata nel mio lavoro di rettore a Siena, ma niente di scorretto o di nascosto. Sono disattenzioni che hanno costituito oggetto di imputazioni dolose, che respingo, e delle quali, ne sono certo, la Giustizia, in cui fermamente credo, riconoscerà l’insussistenza.»
Benissimo… se son disattenzioni … (appare tutt’altro oggi) staremo a vedere… sig ex rettore… La disattenzione da che mondo è mondo non è reato… a meno che non ci sia il dolo….
Un pomeriggio li ho visti tutti, i “professori” di Lettere, gli ex comunisti rivoluzionari, sbavazzare nei bar di Siena col “giro”… In realtà questi “frati sornioni” fan parte della Casta, quella descritta dal figlio dell’Ascheri. Si credono superintelligenti, sghignazzano stile fascio… poi tornano nei covi da cui lanciavano proclami br, ml, autop… È roba che fa vomitare solo a vederli…
Non solo Siena, ma anche altre università toscane subiscono le conseguenze della malaamministrazione. I media di Firenze hanno recentemente sottolineato le gravi difficoltà finanziarie dell’ateneo fiorentino, per non parlare delle vicende, anche giudiziarie, del SUM.
Leggendo la compiacente intervista che il Corriere di Siena ha fatto al rettore Piero Tosi, uno dei tanti venuti giù con la piena, mi sono ricordato di un’altra esternazione del Nostro quando, alcuni anni fa, era al massimo della “gloria”. Assai impudicamente scrisse allora su “La Nazione” (vado a memoria perché ora non ho il tempo per cercare quel ritaglio nel mare magnum delle mie carte) che era inutile che i Senesi si opponessero: Siena e soprattutto il suo centro storico erano destinati a diventare il “naturale” campus degli studenti e dei professori dell’Università. Insomma lui avrebbe portato a compimento il progetto inconfessato del suo predecessore e mentore Luigi Berlinguer, un altro venuto giù con la piena. Con un’arroganza e una volgarità senza pari ci disse apertis verbis che lui, non i Cittadini, aveva in mano le sorti della Città e che ne disponeva ad libitum. La Resistenza, la Costituzione e oltre 40 anni di democrazia più o meno reale cancellati in sole tre righe di stampa: per lui il fascismo, nella sostanza, non era mai finito.
Non dico queste cose solo ora per manzoniano codardo oltraggio, approfittando della sua caduta in disgrazia. Senza farmi soverchie illusioni, gliele dissi subito sulla stampa cittadina che allora non era stata ancora del tutto sottomessa da quella Casta che oggi soffoca la nostra comunità.
Ho sempre pensato che il famoso detto del saggio cinese, “siediti sulla riva del fiume e aspetta: prima o poi vedrai passare il cadavere del tuo nemico”, fosse un’emerita puttanata. Fortunatamente non sempre.
Mauro Aurigi