Il Pm Carlo Lasperanza ha chiesto, il 20 giugno 2008, il rinvio a giudizio per tre docenti di una commissione concorsuale per un posto di professore ordinario di Statistica, bandito dalla Facoltà di Sociologia dell’Università di Roma “La Sapienza”. L’udienza preliminare (Gup Andrea Vardaro) si terrà il prossimo 28 ottobre con l’imputazione di abuso di atti d’ufficio e concorso in reato. Imputati tre commissari (Alfredo Rizzi, Roma-La Sapienza; Tonino Sclocco, Chieti-Pescara; Roberta Siciliano, Federico II di Napoli), Luciano Benadusi (per correità, dato il suo ruolo di Preside) e Mary Fraire (vincitrice del concorso). Merita riportare quanto richiesto dal Pm. Gli indagati, «agendo in concorso tra loro nelle rispettive qualità di candidata vincitrice di concorso (…) e di membri di maggioranza della commissione (…) adottando motivi non supportati da una corretta valutazione sulla produzione scientifica della candidata ed in contrasto con quanto previsto dalla legge (art. 4 del DPR 117/2000) e con i criteri stessi che la commissione si era prefissa in piena conformità a quanto previsto dalla surrichiamata normativa, in quanto i lavori della candidata non contenendo aspetti di innovatività nei contenuti disciplinari, non potevano essere selezionati e presentati tra le pubblicazioni scientifiche di un candidato ad una procedura di valutazione comparativa e quindi conseguentemente non potevano formare oggetto di valutazione comparativa nei confronti degli elaborati presentati dagli altri candidati che tale caratteristica invece avevano, attesa la carenza di requisiti di cui non si fa menzione alcuna nei verbali da parte della maggioranza della commissione che, abusando così del suo ufficio, al fine di procurare un ingiusto vantaggio anche di natura patrimoniale a Fraire Mary, la dichiarava vincitrice di concorso in danno di (…)». Gli altri due commissari (Lorenzo Fattorini, Siena; Giancarlo Diana, Padova) si dichiararono contrari alla decisione di maggioranza evidenziando la totale assenza di contributi metodologici originali ed una inadeguata collocazione editoriale della produzione scientifica della Prof.ssa Fraire. La denuncia fu presentata da uno dei candidati, il Prof. Tommaso Gastaldi, dopo la firma (2 febbraio 2007) della regolarità degli atti concorsuali da parte del rettore.
Pronta la risposta dell’avvocato Guido Calvi tutta incentrata sulla relazione dei due consulenti del Pm, i Proff. Fortunato Pesarin (Padova) e Bruno Chiandotto (Firenze) appartenenti entrambi allo stesso settore scientifico-disciplinare dei commissari e dei candidati. «Questa consulenza ha travalicato i limiti. Pretende di mettersi al posto di un organo come quello universitario. Non compete a nessuno se non all’università stabilire quale valutazione scientifica è stata fatta. Il giudizio delle commissioni è insindacabile. Quello che era stato chiesto ai consulenti era solo di valutare se c’era stato un abuso. Ora presenteremo una nostra consulenza di altissimo livello scientifico. La professoressa Fraire meritava quel titolo. Contesteremo anche la condotta dei consulenti che hanno travalicato i limiti del loro mandato. È scandaloso e inaccettabile. Lo dico anche da professore universitario.»
Nel frattempo la Prof.ssa Fraire è stata nominata dal CUN membro della commissione (costituita da tre docenti) che dovrà decidere della conferma nel ruolo di associato del Prof. Gastaldi. Che dire? Condividiamo quanto affermato da Gastaldi: «il CUN e i casi surreali della vita, ovvero quando gli eventi rari continuano a verificarsi».
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