Un nuovo libro sul malcostume accademico: “Chiarelettere” editore, Milano 2009, € 14,60.
Sommario. Prima parte (Un sistema «mafioso»): Gli infiltrati tra i baroni. La grande truffa dei concorsi. Parentopoli d’Italia. Seconda parte (I poteri che contano): La massoneria in cattedra. Mafia e ‘ndrangheta alla conquista di Messina. Poteri trasversali. Baroni virtuali. Terza parte (La politica): Le consulenze. I baroni del Mediterraneo. Un esercito di primari. La facoltà dei figli di papà. Epilogo (La rivolta): Il coraggio di testimoniare. Il Masaniello di Modena. L’architetto che voleva diventare associato. Quirino Paris, profeta in patria. L’indovino. Il capopopolo figlio del preside.
Davide Carlucci e Antonio Castaldo. Questo libro racconta l’università dei privilegi e anche l’università di chi lavora seriamente tutti i giorni e per pochi soldi. Le storie e le testimonianze di chi si è ribellato contro i concorsi truccati rivelano un sistema fortissimo, basato molto sull’obbedienza e molto meno sul merito: esistono delle vere e proprie gerarchie nazionali per ogni disciplina, chi occupa il vertice comanda su tutti. Il libro è dedicato ai tanti «ribelli» che in questi ultimi anni hanno denunciato abusi, hanno aperto blog e siti internet contro il malcostume accademico, e hanno scritto, spesso firmando con nome e cognome, ai quotidiani nazionali. E ai tantissimi professori e ricercatori onesti. Perché non perdano la speranza. Per non darla vinta ai baroni, e per non essere costretti un domani a comportarsi come loro. Grazie a essi l’Italia risulta ai primissimi posti di una speciale classifica di merito stilata dalla rivista «Nature» nel 2004, e calcolata in base alla proporzione tra investimenti ricevuti e qualità delle pubblicazioni sulle principali riviste di ricerca internazionali. Come dire: nonostante i pochi soldi, i concorsi truccati, la corruzione e molto altro, i ricercatori italiani ottengono risultati eccezionali. Incredibile ma vero.
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