Un altro primato dell’ateneo senese: il nuovo direttore amministrativo è un docente

BarrettaSilvano Focardi. Oggi, in esito alla determinazione del dottor Emilio Miccolis di mettere a disposizione il suo mandato, è stato risolto consensualmente, con decorrenza dal 1° dicembre 2009, il contratto di lavoro a tempo determinato con il dottor Miccolis, avente ad oggetto l’incarico di Direttore amministrativo della nostra Università, stipulato in data 11 dicembre 2008.
Nel pomeriggio il Consiglio di amministrazione ha espresso parere favorevole sulla mia proposta di attribuire l’incarico di Direttore amministrativo, fino al termine dell’Anno accademico 2009/2010, al professor Antonio Davide Barretta, con decorrenza dal prossimo 1° dicembre.
Al dottor Miccolis, che ci lascia, desidero esprimere i più sentiti ringraziamenti per il gran lavoro svolto, per quanto si è prodigato sin dallo scorso mese di dicembre – in un momento difficilissimo per la storia del nostro Ateneo – riuscendo in pochi mesi ad accertare la reale situazione economico-finanziaria dell’Università, impostando e portando a felice conclusione tutta una serie di atti e provvedimenti che hanno consentito di avviare e di far procedere il processo di risanamento dell’Ateneo. E desidero ringraziarlo anche per lo spirito di abnegazione con il quale, malgrado la complessità della situazione e le numerose difficoltà incontrate, ha guidato in questi mesi la nostra Amministrazione.
La decisione di attribuire l’incarico al professor Barretta deriva dal grande impegno che egli ha profuso sin dal 26 settembre 2008, seguendo quotidianamente l’andamento economico-finanziario dell’Ateneo, dimostrando un alto senso delle Istituzioni, nonché una indiscutibile competenza, tanto da essere unanimemente apprezzato da tutti gli Organi dell’Ateneo e dalle tecnostrutture delle Istituzioni locali, regionali, nazionali e bancarie, con le quali è stato quotidianamente in contatto.

10 Risposte

  1. Le dichiarazioni del Dott. Emilio Miccolis ai giornalisti.

    «Una risoluzione consensuale del contratto, all’insegna dello spirito di servizio che, anche in questo momento, intendo assolvere. Sono molto amareggiato, ma se questa soluzione, che il rettore ha trovato con il mio consenso, serve a favorire la progressione del processo di rinascita dell’Ateneo, va bene così. Mi sento un dirigente dello Stato, ritengo perciò sia stata una saggia decisione, se è per il bene dell’Ateneo. Dirò di più: sono orgoglioso di quanto ho fatto. Non mi sono pentito, anzi lo rifarei. Certo, per compiere il mio dovere evidentemente ho dato noia a molte persone che invece non dovevo toccare. Se la città non mi vuole perché rimanere? Il rettore Focardi, persona che stimo e che mi ha voluto qui, non andrà certo a casa per causa mia. Ecco dunque il mio passo indietro, come richiesto. E ancora prima del compimento di un anno di servizio; non mi pagheranno neppure la tredicesima. Da quando sono entrato qui dentro abbiamo messo a punto tante cose che consentiranno di salvare l’università, tanto per dirne alcune abbiamo messo in pari i conti con l’Inpdap e abbiamo risolto il contenzioso con il fisco, non abbiamo debiti pregressi e gli stipendi sono stati sempre pagati e lo saranno nei prossimi mesi. Ho imposto però regole e rigore per rimettere in piedi questa università e nel farlo forse ho rotto le scatole a qualcuno. Ecco questa è la testimonianza che non ho mai rubato una lira. Mi sono sempre comportato con onestà ed ho fatto il mio dovere, questa è la mia regola di vita. Alla Corte dei conti ci sono andato quando hanno iniziato ad indagare su di me, ma non sono mai arrivato ad una conciliazione, non c’era niente da conciliare. E poi ecco il contratto integrativo di cui tanto si parla, come sapete l’ho ritirato e ho restituito 11mila euro. Credetemi sono sereno e certo di aver fatto tutto nell’interesse dell’università, ma ai poteri forti di questa città non sono piaciuto, chissà perchè.»

    Alla domanda dei giornalisti perchè, se è sereno e certo di non aver fatto errori, ha rimesso il mandato, ha risposto: «Lo capirete nelle prossime settimane.»

  2. I poteri forti qui possono contare su sgherri e ruffiani, futuri scherani e mazzieri: solo i fessi non lo vedono (come non videro che Obama era un guerrafondaio camuffato, ad es.). Chi non piace – non so se è il caso di Miccolis – viene fatto fuori, magari mobbizzato. Pare che Siena sia un grumo marcio di ex comunisti, frammassoni cincischioni, pretaioli che contano nelle alte sfere e gerarchie, cattofascisti, ecc. Su tutto domina Babbo Monte. Micolis almeno ha reso i denari. Se certi “professori” dovessero rendere il maltolto indebiterebbero per almeno 50 generazioni. Ma la Neo Mafia li protegge.
    C’è un nuovo professore che gestisce l'”Economato”? Piace a tutti? Amico di tutti amico di nessuno.
    Pòra Università, c’è da vergognarsi a farne parte, e mi spiace per gente con la spina dorsale dritta come il prof. Loré (e lui sa che non è piaggeria!).
    Bardo

  3. Miccolis conclude l’intervista dicendo: «lo capirete tra poche settimane…»
    Alluderà al fatto… che non pagheranno la tredicesima?? A qualche provvedimento della magistratura?? A qualche denuncia, che Lui stesso farà??
    Speriamo che non sia come la profezia dell’avv. Taormina sul caso Cogne… stiamo ancora aspettando il nome dell’assassino… tante volte annunciato.

  4. Scusate, ma non vedete voi senesi residenti che seguite sempre il tema che vi indica il Massone? Non uno si è meravigliato che Detti ad esempio, sempre solidale con i rettori del gran buco, abbia di nuovo, per confondere, chiesto le dimissioni di Focardi!
    Certo, resta da chiarire chi lo ha firmato il contratto integrativo del Miccolis, no?
    Ma, ripeto, mi pare che il misterioso LAU, creazione del sindacato confederale, emerso in questo blog sia ben più meritevole d’attenzione. Non facciamoci indicare la strada dal Nemico: porta al precipizio! Che ricerca scientifica fate senza questi elementari criteri di non condizionamento?
    Mio Dio, si lavora più sperimentalmente nelle cantine… e si beve certo meglio che all’università vostra!
    Salute, amici miei, a.

  5. Ora mi trasferisco a Firenze! Magari lo potessi! E pensare che ci dovevo nascere… Forse il mio destino non sarebbe stato quello di passar la vita tra i pidocchi e i mafiosetti straprovinciali, reazionari anche nelle punte più ultraradicali!
    Detti? Iddio ne scampi… dagli Orsenigo! Questo burocrate del Partito di Togliatti sedeva in pompa magna e guatava tutti dall’alto in basso. Le ragazzotte se lo mangiavano cogli occhi. È un figlio di Beria e Violante, a vederlo avevo orrore, sentivo il rumore dei catenacci di qualche carcere siberiano ove la Nomenklatura infilava qualunque dissidente.
    È vero: non seguite la strada del nemico, ma anzi: il nemico è il miglior maestro, come diceva il Grande Timoniere. Io però vorrei essere come quella regina che sfotte Falstaff presso la quercia e mandare gli elfi a pungere gli “agenti”, con le loro “sporche facce di servi” (Shakespeare).
    L’Italico Bardo

  6. Barretta senza dubbio ha dimostrato di avere gli attributi. Ma chi glielo fa fare? È associato, è giovane, ha anche un certo qual numero di pubblicazioni… poteva stare a casa sua come hanno fatto tanti e aspettare che passi la buriana. Invece si è messo a dare una mano. Rischiando di persona perché se come DA dovrà far fare sacrifici ai noti personaggi del nostro ateneo tutto ciò ha probabilità di ritorcerglisi contro tra qualche tempo. Questo denota attaccamento alle istituzioni… e quindi per me bravo!

  7. Se il nuovo DA vorrà agire in modo deciso verso il risanamento, e dovrà sicuramente usare la necessaria e ormai famosa falce fienaia per tagliare benefici, sprechi e sperperi, sono curioso di vedere quali stratagemmi utilizzeranno i soliti baroni, i soliti sindacati, i soliti consiglieri di amministrazione, i soliti presidi e i soliti politici di m…a (tutti targati PD), per ostacolarlo e boicottarlo.
    Sarà bene che ora il Focardi tiri fuori le palle per contrastare questi “signoroni”, anche per portare rispetto al buon Miccolis, che, a prescindere da eventuali errori che possa aver commesso (davvero inezie in confronto ai barbari del recente passato), in una situazione veramente difficile per i continui e spesso pretestuosi attacchi, ha portato un sincero rispetto a lui e al nostro Ateneo.

  8. @ cal
    Chi glielo fa fare? Il suo gruppo (Catturi, Riccaboni, Mussari)… tu gli diresti di no, sapendo che se non stai al gioco te li strizzano gli attributi di cui parli? È chiaro che Detti fa gli attacchi “politici” e Barretta pavimenta la strada al futuro rettore Riccaboni… e quando rientra dall’aspettativa Barretta si trova tutto d’un tratto ordinario… così semplicemente (come diceva una volta qualcuno…)

  9. @machiavelli
    Secondo te è il gruppo che vuole Barretta DA? Ma neanche per sogno! Il suo gruppo è molto perplesso e un po’ anche incavolato… fidati…
    Riccaboni è un sodale di Tosi… e questo basta… quanto Barretta gli spiani la strada non lo so… certo non potremo avere tutti i ruoli apicali coperti da studi aziendali no?
    Barretta – fidati – le pubblicazioni e il prestigio per diventare ordinario ce l’ha anche senza fare il DA…

  10. La lettera del nuovo Direttore amministrativo alla comunità accademica

    Ho accettato l’incarico di direttore amministrativo con lo stesso spirito con cui ho fatto parte della commissione consultiva, presieduta dal professore Vittorio Santoro, e con cui successivamente ho svolto il ruolo di delegato del Rettore al bilancio, la programmazione economica ed il controllo di gestione: offrire il mio apporto in un momento difficile per il nostro Ateneo.
    Mi è sembrato doveroso dare il mio contributo all’Istituzione cui appartengo per fare chiarezza nei conti e per strutturare nuovi strumenti di monitoraggio sulla gestione. Non mi ha mosso solo l’attaccamento alla nostra Università, ma ne ho fatto anche una questione di orgoglio personale.
    Insegno ai miei studenti come si redige un bilancio, come si programma e si controlla la gestione di un’azienda pubblica; non mi sarei più sentito a mio agio ad insegnare in un’aula del nostro Ateneo principi e tecniche di cui la nostra Università ha dimostrato di aver grande bisogno nella loro fase applicativa.
    Assumo l’incarico in un momento molto critico nella storia della nostra Università. Quest’anno è stato caratterizzato da grandi difficoltà e dall’assunzione di molte decisioni difficili. Anche il 2010 sarà un anno complicato. Dovremo assumere (o confermare) scelte dolorose ed impopolari senza le quali però il nostro Ateneo è destinato a non avere un futuro. Mi prodigherò per farne comprendere la necessità, per ascoltare se esistono alternative migliori, ma non mi tirerò indietro rispetto alle mie responsabilità se le scelte da assumere saranno decisive per la salvezza del nostro Ateneo.
    L’agire dell’Amministrazione sarà ispirato ai principi della chiarezza, della trasparenza e della condivisione delle decisioni. È necessario ricostruire un clima di fiducia sia dentro l’Università che nel rapporto con le altre Istituzioni. All’interno del nostro Ateneo occorre realizzare iniziative che promuovano il dialogo fra gli uffici dell’amministrazione e fra questi e le strutture dedite alla ricerca ed alla didattica, valorizzare chi possiede volontà, capacità e buone idee e chi, soprattutto nella nostra situazione, dimostra di anteporre le necessità dell’Università agli interessi personali. È il momento di lavorare tutti insieme per il bene comune, è il momento in cui l’apporto del singolo è fondamentale. Sono stati fatti molti sacrifici ed altri ne dovremo fare. Lo spirito che ci deve muovere è quello di lavorare per il bene dell’Istituzione alla quale apparteniamo. La condivisione delle decisioni sarà uno dei fili conduttori dell’agire dell’Amministrazione. Il confronto richiede tempo (che noi non possediamo in abbondanza) ed è faticoso; tuttavia, è indispensabile perché consente di comprendere meglio le problematiche, produce consapevolezza di queste ed aiuta ad identificare le migliori soluzioni.
    Le altre Istituzioni avranno fiducia nella nostra Università se mostreremo chiarezza, disponibilità all’ascolto pur nell’esercizio della nostra autonomia, rispetto degli impegni presi, capacità nel raggiungimento degli obiettivi che ci siamo assegnati, e determinazione nel sanzionare chiunque adotti comportamenti contrari alle disposizioni normative.
    Ci attende tanto duro lavoro. Dovremo continuare a perseguire gli obiettivi del Piano di risanamento, ricercare soluzioni per non compromettere le nostre performance di qualità, concentrare sempre più le risorse sulle eccellenze e rilanciare l’immagine dell’Ateneo. Rispetto al perseguimento del risanamento, nei prossimi mesi, occorrerà, fra le altre cose, portare a termine le trattative con la Regione Toscana per la vendita del policlinico le Scotte; ottenere una risposta ministeriale circa l’autorizzazione a contrarre il finanziamento di 110 milioni di euro offerto dalla banca MPS di Siena; nell’eventualità di un diniego si renderà necessaria l’identificazione di un’operazione straordinaria alternativa che generi almeno la stessa liquidità. Occorrerà procedere, inoltre, nel piano di dismissione degli immobili già deliberato dal Consiglio di amministrazione; monitorare continuamente il grado di raggiungimento degli obiettivi del Piano di risanamento; identificare azioni correttive nel caso in cui alcune mete del Piano non dovessero essere raggiunte; rappresentare periodicamente in sede ministeriale l’evolversi della nostra situazione economica e finanziaria affinché il governo centrale possa adottare le opportune misure. Dovremo interagire, infine, con le Istituzioni cittadine e la Regione Toscana affinché queste possano conoscere l’evoluzione della situazione finanziaria dell’Ateneo ed adottare i provvedimenti che il tavolo interistituzionale riterrà più adeguati. L’Amministrazione farà la sua parte nel migliore dei modi possibili per realizzare questi obiettivi e per dare applicazione agli indirizzi e alle decisioni degli Organi di governo.

    Prima di concludere questa mia comunicazione, desidero fare una precisazione. Pur prendendo atto della durata minima legislativamente imposta al contratto di direttore amministrativo, che non consente la previsione di un incarico inferiore ai tre anni, e di quella derivante dal nostro Statuto che è di quattro anni, voglio comunque sottolineare che è mia intenzione lasciare assolutamente libera l’Amministrazione universitaria di scegliere un nuovo direttore amministrativo allo scadere del mandato dell’attuale Rettore, a meno che non mi venga espressamente richiesto di offrire ancora la mia disponibilità in tal senso. Ringrazio il Magnifico Rettore ed il Consiglio di amministrazione per la fiducia riposta in me. Vorrei rassicurare chi si è già preoccupato del fatto che, non essendo ancora ordinario, potrei essere condizionato, in qualche misura, nello svolgimento del mio lavoro. Ciò non è avvenuto finora né avverrà in futuro. Un avanzamento nella mia carriera di docente è ben poca cosa rispetto alla sfida che dobbiamo affrontare e vincere tutti insieme.
    Auspico fin d’ora che, per il bene dell’Ateneo, la prossima campagna elettorale si possa svolgere in un clima che non sia di ostacolo all’operato degli Organi di governo e dell’Amministrazione. Chiedo a tutti i futuri candidati alla carica di Rettore ed ai loro sostenitori di valutare attentamente gli effetti sul nostro Ateneo di ogni loro dichiarazione e di ogni loro azione. Non chiedo che mi si risparmino critiche, se costruttive. Quel che va accuratamente evitato sono le strumentalizzazioni: esse risulterebbero pericolose per tutti noi.
    Molti all’interno dell’Ateneo hanno già chiesto di incontrami. La mia porta sarà sempre aperta a tutti, soprattutto a coloro che saranno portatori di proposte utili per l’Università. Chiedo solo di pazientare un paio di settimane; c’è bisogno di risolvere le urgenze di questo mese ed è doveroso prendere contatto nella mia nuova veste con le Istituzioni cittadine, con il Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica, con il Ministero dell’Economia e delle Finanze e con la Regione Toscana.
    Per concludere auspico che, con la collaborazione di tutti, si possa nel più breve tempo possibile uscire da questo periodo buio della storia della nostra Università e tornare ad essere pienamente orgogliosi di farne parte.

    Cordiali saluti,
    Antonio D. Barretta

Scrivi una risposta a Giovanni Grasso Cancella risposta