L’approvazione (29 dicembre 2009) del bilancio di previsione 2010 da parte del CdA dell’università di Siena – 15 mesi dopo la scoperta della voragine nei conti – poteva essere l’occasione buona per riflettere sulle dichiarazioni e sui dati forniti dagli organi di governo. Purtroppo, così non è stato. Rileggere, oggi, alcune di quelle dichiarazioni e verificare la severità e l’affidabilità dei dati è, pertanto, indispensabile.
Rettore (Silvano Focardi): «il disavanzo complessivo di 125 milioni – al netto dei crediti a breve termine ed esclusi i mutui passivi, con l’aggiunta di ulteriori 32 milioni di euro (disavanzo di competenza per il 2010) – delinea un quadro a tinte fosche per il futuro della nostra università. Sono tuttavia questi i numeri con i quali dobbiamo lavorare per trovare le soluzioni migliori per uscire dalla crisi. (…) Si tratta di un documento di previsione finanziaria che dà un quadro doverosamente realistico della situazione, basato su dati rigorosi e affidabili.»
Direttore Amministrativo (Antonio Davide Barretta): è «un bilancio di previsione improntato al massimo rigore possibile…».
Senato accademico: nell’esprimere parere favorevole, sottolinea «la stringente necessità di una sempre maggiore chiarezza, trasparenza e collegialità nelle decisioni finalizzate a ridisegnare strategicamente il futuro dell’Ateneo.»
Collegio dei revisori dei conti: nel ribadire che «una credibile fase di risanamento finanziario non potrà che essere accompagnata essenzialmente da una politica di riduzione dei costi per il personale da perseguire anche attraverso i prepensionamenti e la mobilità (…) esprime parere negativo nei confronti di un bilancio di previsione strutturalmente in disavanzo.»
Candidati a rettore e loro sodali: ovviamente silenzio assoluto, trattandosi di marziani e seleniti.
Facendo un po’ di conti ed eliminando, in parte, l’eccesso di fondotinta dai dati forniti alla stampa, si ottiene per il 2010:
254.139.269,32 € (entrate dichiarate).
219.139.269,32 € (entrate reali, prive dei 35 milioni del FFO anticipati nel 2009).
67.302.550,63 € (disavanzo di competenza).
115.000.000.00 € (importo rivalutato e quindi ottimistico del FFO).
142.478.410,54 € (spese fisse per il personale).
123,89% (rapporto tra spese fisse e FFO).
Anche considerando le riduzioni previste dalla legge 143/2004 – comprendenti il costo del personale impegnato in attività assistenziali, gli incrementi stipendiali e le convenzioni stabili –, il rapporto spese fisse/FFO resterà ben saldo oltre il 100%.
Concludiamo con le ultime dichiarazioni del Collegio dei revisori: «Anche il Bilancio di previsione 2010 non indica linee strategiche d’intervento necessarie per riequilibrare la gestione finanziaria. La sola politica delle dismissioni patrimoniali risulta fallimentare se serve solo a reperire liquidità per sostenere la spesa corrente senza essere accompagnata da provvedimenti diretti a ridurre drasticamente la spesa corrente e l’indebitamento. Peraltro garantirsi liquidità con anticipazione di cassa, cessioni di credito, rinvio nel soddisfacimento degli impegni comporta, per il Bilancio, oneri aggiuntivi che penalizzeranno pesantemente l’equilibrio dei futuri esercizi. (…) Se si considera che il disavanzo preventivo al 30 giugno 2010 sconta l’intero utilizzo del FFO, si deve convenire che la gestione finanziaria del secondo semestre 2010 diventerà insostenibile.»
In queste condizioni, agli organi di governo dell’università di Siena non resta che farsi da parte e rimettere il mandato nelle mani del Ministro.
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Non fa una grinza! Sono degli scellerati! Ma chi, a livello politico, se ne rende conto a Siena? Forse solo gli scatenati della Lega possono parlarne… o il Milani che è qui intervenuto vorrà dire qualcosa? Le liste civiche che dicono? Sembrano attonite: anche a voi? L’Ascheri non ha più scritto in ZOOM mi dicono: che vuol dire? L’avete notato? Controllate per favore, dalle mie cantine chiantigiane non si può seguire tutto.
Grazie, Servitor Vostro
a.
Perché nessuno dell’attuale governance ha chiesto al candidato governatore della Toscana, Enrico Rossi, se intende ancora appoggiare l’acquisto delle Scotte, dopo le dichiarazione di qualche giorno fà?
Magari, chiedere, per par condicio, alla candidata Monica Faenzi, se Lei, intende appoggiare questo acquisto..
Silenzio… silenzio, come sulla linea di finanziamento del Monte, che già prima di chiederla si sapeva che non sarebbe arrivata… Chiunque sarà il nuovo rettore, cambierà questo stato di cose? Iniziassero a dire, i candidati, come si pagheranno gli stipendi finito il FFO?…
Vicky, hai ragione! come si farà a votare in questo squallore? C’è qualche differenza reale tra i vari candidati, prof. Grasso? Io non ne vedo. Perché non intervengono sui dati di questo articolo? Risposte, pane al pane, vino al vino, signori! Rispondete se ne siete capaci… avremo da imparare. Altrimenti sarà bene andare al mare, non Vi pare?
Archie
Scusate ma nelle cifre… se nel 2009 si è anticipato il 2010… nel 2010 si anticiperà il 2011… e così via… Se l’ospedale venisse venduto colmeremmo il passato… mi si dice… se qualche vegliardo facesse la grazia di andarsene in pensione un po’ prima… se i sindacati invece di chiedere progressioni ragionassero sulla mobilità…
se se se… ma ognuno vuole che sia l’altro a fare il primo passo…
I sindacati non ragionano. Punto.
@ vicky
Consideriamo anche cosa è stato fatto… rimettersi in pari con l’Inpdad (e versare i contributi regolarmente) non è stata cosa da poco, anche se dolorosa (v. san niccolò).
Forse tutti i dipendenti (docenti e non) non si rendono conto della cosa aberrante che è stata fatta alle loro spalle da Tosi & i suoi compagni di merende e quindi non apprezzano neanche lo sforzo dell’attuale rettore a ripianare almeno questa situazione.
Gradirei che con la stessa enfasi con cui si critica l’attuale gestione (e rispetto in toto le critiche) si chiedesse alla giustizia (se esiste +) di fare il suo corso…
Non per essere forcaioli, ma per risparmiare sugli stipendi di chi ha contribuito a buttarci in fondo al burrone.
@machiavelli
Su questo blog sono stati scritti tanti post, auspicando l’emanazione di provvedimenti da parte giustizia interna (provvedimenti disciplinari), penale, contabile, ma per quanto se ne sa, nulla ancora…
Ma nessun eroe vedo dopo il 2006… né, ovviamente, tanto meno prima!! Come Tu hai ben scritto.
E pagare i contributi previdenziali è un obbligo, anche penalmente sanzionato, per tutti.
Ma oggi il quesito suscitato è: se la regione non acquisterà le Scotte, cosa accadrà, visti i dati, riportati nell’articolo in calce? Quale fondamento hanno gli articoli apparsi sulla stampa, che il candidato governatore Rossi, non ha intenzione di dar seguito all’acquisto?
Uhm, comprano all’ultimo momento pensando alle elezioni regionali, così in campagna elettorale diranno: vedete il governo è ladro, noi sì che siamo misericordiosi!
Banale, Watson! a.
So bene che questo blog chiede giustizia da sempre (anzi, direi è la sua mission), mi riferivo piuttosto ai sindacati e a chi rema contro l’università (attenzione: dico l’università non il Focardi): le persone passano, le istituzioni restano (si spera che restino…).
E se non pagare Inpdad (o inps) è sanzionato penalmente, che lo sia perdinci, per lo meno con una sospensione dalla mansione a livello interno!
C’è una ragione per cui a livello interno sono fermi. Che succederebbe se per caso ci fosse una sanzione interna ed un’assoluzione penale? Che l’assolto si rivarrebbe e farebbe una causa risarcitoria… allora… appena Formisano si degna… si spera che anche unisi bastoni…
A proposito, ma è possibile che continuiate a perdere i temi del dibattito? Ma quei corsi di laurea dismessi (presunti) nessuno li ha mai elencati, vero? Ma se non si sanno neppure queste cose, come si fa ad andare avanti? E poi parlano di pubblicità dell’Università! Chiedeteli a muso brutto, voi sindacalisti quando entrate in ‘trattativa’ (si fanno ancora?)
Mah, che di’, meglio la mia cantina (ferocemente) capitalista, cari Padroni ma con i soldi pubblici…
a.
A me piace stare con i piedi per terra.
Ho passato un pomeriggio a cercare sul web la fonte normativa del potere di nomina del Commissario straordinario per le Università, i suoi presupposti ed i relativi poteri.
Non ne sono venuto a capo (ho trovato solo qualcosa per gli Enti di Ricerca). C’è qualcuno che può aiutarmi?
Anche perché, senza questo, di cosa stiamo discutendo?
MM
Ma ve lo vedete voi il governo che toglie le castagne dal fuoco? Uhm, mi sembra un regalo che la Siena ‘rossa’ che ha insultato il ministro in visita alla città difficilmente possa meritare. A meno che… gli interessi ruotanti intorno al MPS, di Caltagirone, ad esempio, non lo suggeriscano.
Vi pare? Così si tengono i piedi in terra, anzi in cantina!
Legge 23 agosto 1988 n. 400 art. 11.
L’articolo 11 è così composto:
1. Al fine di realizzare specifici obiettivi determinati in relazione a programmi o indirizzi deliberati dal Parlamento o dal Consiglio dei Ministri o per particolari e temporanee esigenze di coordinamento operativo tra amministrazioni statali, può procedersi alla nomina di Commissari straordinari del Governo, ferme restando le attribuzioni dei Ministeri, fissate per legge.
2. La nomina è disposta con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri. Con il medesimo decreto sono determinati i compiti del commissario e le dotazioni di mezzi e di personale. l’incarico è conferito per il tempo indicato nel decreto di nomina, salvo proroga o revoca. Del conferimento dell’incarico è data immediata comunicazione al Parlamento e notizia nella Gazzetta Ufficiale.
3. Sull’attività del commissario straordinario riferisce al Parlamento il Presidente del Consiglio dei Ministri o un Ministro da lui delegato.
Oh bella: non dice nulla… e tutto.
Praticamente, occorrerebbe leggere il decreto di nomina del Commissario, futuribile, onde capire quali poteri e incarichi avrebbe ricevuto e riceverebbe dal Presidente della Repubblica, consiglio, etc.
Resto perpless…..issimo
Ma chi glielo fa fare? Una volta tanto sono d’accordo con Arlecchino: se non c’è un interesse concreto, e quindi esterno all’Università… forse la strana opposizione soft del centro-destra al Cenni? Ma le nomine ormai son fatte, quelle sì che potevano essere un bell’oggetto di scambio! Ora per tutto non è troppo tardi? Forse salvo giubilare il rettore PD e i candidati analoghi e cercare tra gli amici del centro-destra? Che per il salvataggio aspettino l’irresistibile ascesa di un nuovo candidato ‘amico’? Uhm, 2+2…
Mi sbaglierò, ma credo che l’art. 11 della legge 400/1988 citato da outis e Lorenzaccio non sia applicabile all’Università in regime di autonomia.
Remo Tessitore
Difatti la mia perplessità era legata alla possibilità di applicare questo articolo all’Università. Diversamente, se ci fosse un commissario questi può esser scelto tra le lunghe file dei servitori dello Stato, con il Mandato che avrà in tasca. Ed inoltre, mi pare che il palinsesto di questo blog sia internamente propenso a questa scelta. Se qualcuno ritiene che il Commissario, di cui in questo blog si parla da due anni è più, non sia più opportuno detto palinsesto dovrebbe chiudere bottega… Vi pare?
La mia perplessità è la seguente: a mio avviso i presupposti per il Commissariamento sussistono per varie ragioni e non stiamo qui ad elencarle perché le sappiamo; non vorrei, però, che il commissariamento avvenga sulla base dei tre commi dell’art. 11 perché in questo caso l’Università di Siena si esporrebbe ad una specie di Cesare Mori, il Prefetto di Palermo che fu incaricato di stanare la Mafia. A me, beninteso, non spaventa il “Cesare Mori” redivivo: è l’ipotesi del “durante” ed il “dopo”, soprattutto il dopo, che mi lascia perplesso. Comunque, si vada avanti, poi vedremo, che dirvi…
Da ignorante in diritto ragguagliatemi… che potrebbe fare il commissario che chi sta ora non può fare? Licenziare? Mandare in mobilità forzata? Ditemi, ditemi.
Pensando all’inchiesta della Maddalena, alla truffa per i prezzi rigonfiati delle opere… mi chiedo: ma il buco dipende solo dallo stranumero dei dipendenti, dalla gestione, in perdita, di talune strutture e foresterie ecc… ma le spese per le numerose opere edilizie degli ultimi anni? Saranno state anche gonfiate?
Certamente molti immobili fanno acqua (in senso letterale, quando piove)… e saranno anche l’origine degli sbilanci?? Se, in più, erano spese gonfiate, pur se saranno illeciti prescritti, sarebbe interessante (sotto il profilo contabile, crimonologico ecc…), comprendere l’origine del debito e non fermarsi a pochi individui, che non arrivavano neppure a stipendi di mille euro al mese.
…scusate se interpongo una nota di… ottimismo in questa congiuntura:
Per il 2011 il presidente della Crui, la conferenza dei rettori, Enrico De Cleva, lancia l’allarme: «Non siamo in grado di subire
per il prossimo anno un taglio del 18-20% rispetto alle risorse del 2008, sarebbe il collasso
dell’intero sistema universitario. Nessuno riuscirebbe a chiudere i bilanci». (da Repubblica del 19 Febbraio 2010)
Ritengo che per commissariare le università non si possa invocare l’art. 11 della L. 400/1988, in quanto essa ha per oggetto la “Disciplina dell’attività di Governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri”. Infatti, il 1° comma del precitato art. 11 dice che «può procedersi alla nomina di commissari straordinari del Governo al fine di realizzare specifici obiettivi determinati in relazione a programmi o indirizzi deliberati dal Parlamento o dal Consiglio dei ministri (…)». Tutto ciò è in linea con quanto dichiarato da MM, che non ha trovato «la fonte normativa del potere di nomina del Commissario straordinario per le Università». Una conferma in tal senso ci verrebbe anche da alcune indiscrezioni provenienti da ambienti ministeriali che riferiscono della decisione, nel novembre 2009, di commissariare l’università di Siena; decisione questa sospesa al momento della stesura del decreto, per l’evidente assenza di norme specifiche. Quel che è certo è che l’approvazione del DdL Gelmini fornirà al Ministero la facoltà di Commissariare le università. E fino ad allora? Rispondo con una domanda. Siamo proprio sicuri che la Magistratura non possa commissariare un ateneo che si trovi nelle condizioni in cui versa l’università di Siena?
Concordo completamente con l’ultimo commento di Lorenzaccio. Vorrei solo aggiungere che di commissariamento questo blog ne parla sin dalla nascita e ne dette un certo risalto il 17 gennaio 2007 quando il sottosegretario Luciano Modica dichiarò in un’intervista che avrebbe proposto «il commissariamento di quelle università con forti dissesti, di vario genere.» Per ora mi limito a dire che il commissariamento è necessario per ragioni di sanità pubblica: l’università di Siena è un cadavere in avanzato stato di decomposizione con evidenti rischi per tutti. Quanto a cal cercheremo di accontentarlo con un post ad hoc.
Parentopoli, crisi accademica. Dialogo con Nino Luca
Soprusi, accuse, infine denunce. È un fenomeno che le Università vivono sulla propria pelle.
Sotto la patina del “va tutto bene”, esiste anche del marcio. Ne parliamo con Nino Luca, autore di “Parentopoli” (Marsilio, 2009).
Le università italiane, un tema ultimamente affrontato in altri due libri. Perché tanto interesse accademico dopo anni di silenzio?
«Forse perché la misura è ormai colma. L’Università ha toccato veramente il fondo. Adesso si aggiunge anche il taglio delle risorse che aggrava il quadro già funesto di concorsi truccati, parentopoli e non riconoscimento del merito. L’unica risposta adesso è ribellarsi. Ma i tempi non sono ancora maturi. I baroni anche se sono sulla difensiva per via della riforma sono ancora forti e reprimono i colleghi meno potenti, esercitano pressioni fortissime. I magistrati parlano di veri e propri ricatti e di sistema di cultura mafiosa. Certo
che se gli studenti facessero propria la protesta, allora sì che si potrebbe parlare di speranza di cambiamento.»
L’intervista completa a:
http://www.ilrecensore.com/wp2/2009/06/parentopoli-crisi-accademica-dialogo-con-nino-luca/
Troppo buoni a farmi il post apposito. Perché, a sentire quel che si dice, il tanto agognato commissario potrebbe licenziare… come farà il mitico Iacoboni a spiegarlo ai suoi?
akaki, ma tu sei quello che va scrivendo che chi insegna all’università dev’essere pagato con una fetta di prosciutto: io spero che tu venga operato al cuore da uno che viene pagato con una fetta di prosciutto.
Stavrogin, le tue parole mi suggeriscono immagini e sentimenti che non posso scrivere in questa sede, per eleganza e decoro.
Tu speri che mi operino al cuore. Io spero che a te non accada mai nulla di tutto questo, e neppure ai tuoi cari.
Mi spiace per te, per la tua tristezza di fondo, per la pochezza dei tuoi pomeriggi annuvolati.
Ti avevo già salutato. Perché continui a disturbarmi?
«Stavrogin, le tue parole mi suggeriscono immagini e sentimenti che non posso scrivere in questa sede, per eleganza e decoro. Tu speri che mi operino al cuore. Io spero che a te non accada mai nulla di tutto questo, e neppure ai tuoi cari.» akaki
Se è per questo è già accaduto, quindi risparmiati l’invettiva; ma tu la devi piantare di insultare gratuitamente migliaia di persone: altrimenti è inevitabile che qualcuno ti chieda chi cacchio sei e da che pulpito parli. È evidente infatti a chiunque che in affari di politica e di morale, il generale anatema contro tutti, mira solo a proteggere qualcuno.
Uffa, che noia questo signore.
Per chiudere questa scenetta da avanspettacolo dico solo che tu sei un piccolo presuntuoso che vorrebbe imporre agli altri le proprie idee confuse. Purtroppo nel mondo non tutti sono d’accordo con te, devi accettare questo triste teorema anche se adesso non riesci proprio a mandarlo giù.
Tu (e ci mancherebbe) non hai il permesso né l’autorevolezza per dire a me cosa devo o non devo dire.
Anche in un blog io (come pure tu) ho il diritto di esprimermi, senza offendere direttamente nessuno. Dire la propria opinione su certi ambienti universitari e certi signori che vi operano può dare fastidio, può non essere condivisa, ma non è insulto.
Eppure al liceo certe idee sulla libertà di espressione e sulla dialettica del pensiero le insegnano. Mah, proprio non capisco certi pruriti.
Forse non sei abituato alle persone che dicono quel che pensano senza ipocrisia. Ecco, forse per questo ti senti a disagio quando leggi certe coe che non condividi.
Bah. Tranquillo, se non sei d’accordo con me, la cosa non pare in linea di massima un gran problema. Il mondo continuerà a far le sue rivoluzioni e rotazioni. E stai tranquillo che anche l’ateneo troverà chi gli metterà delle monetine nel cappello.
«Onestamente non credo che ci sia di che essere contenti. Se davvero il commissario potesse licenziare, saremmo davanti ad una probabile macelleria sociale. Chi mandiamo a casa? Docenti? Amministrativi? Tutti e due? Quanti? E le famiglie?» cal
La città intera subirà i contraccolpi della crisi dell’ateneo: checché ne dicano i beceri populisti che sparano sul “culturame”, l’università è ancora una delle maggiori fonti di proventi, direttamente o indirettamente, per gli abitanti di Siena; sono molti che “piangono col topo in bocca” per la dissipazione di risorse che ha portato alla crisi e i famigerati milioni del “buho”, non sono andati certo tutti “all’estero”.
«Nel caso che ci interessa, la c.d. riforma Mussi, la ratio legis è costituita proprio da quello che Stavrogin, e con lui tanti altri, deprecano.» favi
…no Favi, non mi attribuire l’opposto di quello che sto dicendo. Inoltre non siamo all’anno zero dei tagli e ti ricordo che proprio quest’a.a. sono entrati in vigore (nati morti) i nuovi ordinamenti, frutto di tagli dolorosi: ma come diceva quel gerarca fascista, “qui s’ammazza troppo poco”, e dunque siamo ancora a tagliare. Da una trave, ne caveremo un fuso e questo dovrebbe essere motivo di preoccupazione per tutti, anche se riconosco ovviamente che in questa fase abbiamo la libertà di una palla di cannone. Io non “depreco” il fatto che oggi piova, ma stai sicuro che se consideriamo solo “i numeri”, cosa assai più fuggevole e relativa di quanto si potrebbe immaginare, la sopravvivenza del famigerato corso di laurea “L’impatto sociale della rarefazione del bue muschiato” è garantita, l’attività riformatrice presunta consistendo a questo punto solo nella contemplazione degli stadi della putrefazione di molti comparti fondamentali, come negli affreschi del camposanto di Pisa.
«A proposito, ma è possibile che continuiate a perdere i temi del dibattito? Ma quei corsi di laurea dismessi (presunti) nessuno li ha mai elencati, vero?» arlecchino
Arlecchino, non solo di tagli ne sono stati effettuati, ma anche nei prossimi anni ci attendono solo tagli, tagli e ancora tagli; alcuni sono opportuni, altri inevitabili, ma a scanso di equivoci, non si tratta del solito, logoro esempio del “corso di laurea sul bue muschiato”, perché i naturali massicci pensionamenti colpiranno un po’ alla rinfusa e a casaccio, essendo legati all’anagrafe e alla distribuzione per nulla omogenea, sia come quantità – dove troppi e dove pochi -, sia come età, di docenti nei vari settori; il mio sospetto è che colpiranno dunque senza alcun nesso ragionevole con la “qualità”, la razionalità, la “programmazione”, l’ “eccellenza”, il numero di studenti e così via. Sono diversi i corsi di laurea in grave affanno, perché non tutti hanno quadruplicato le cattedre “praeter necessitatem”, come dice l’occamista Favi: in questo non c’entra un fico secco la “qualità”, o non c’è un nesso diretto. Le recenti circolari – in attesa della legge e di un quadro normativo più stabile che ponga fine al terremoto incessante che rende impossibile stare in piedi a chi non sia molto robusto, ossia i grandi atenei o i corsi di laurea con un numero esorbitante di docenti – complicano maledettamente la faccenda dei “requisiti minimi di docenza” e di fatto già costringono a buttare a monte molti dei corsi appena varati, per procedere ad ulteriori “accorpamenti” forzosi entro l’anno accademico prossimo (già sapendo che massimo fra un paio d’anni anch’essi verranno a loro volta ributtati all’aria) rendendo l’offerta formativa sensibilmente più povera e vaga.
«Ovviamente sono d’accordo con Stavrogin (et alii) che gli effetti letali mietono vittime innocenti.» favi
…e sono tante! Perché proprio loro? E non si vede perché le vittime designate (ma designate da chi?) dovrebbero porgere gioiosamente il collo, quando a chiederne l’immolazione è spesso chi porta la corresponsabilità di questo sfascio. Come ripeto, sappiamo tutti in che condizione si trova l’ateneo senese, dunque non ho soluzioni palingenetiche da proporre, ad impossibilia nemo tenetur, ma per piacere, non trinceriamoci dietro alla retorica o un sarcasmo fuor di luogo: il momento è grave e dire che chi sopravviverà a quest’ennesimo giro di vite sarà darwinianamente “il migliore”, significa solo fotografare lo stato degli attuali rapporti di forza, cristallizzati dalla crisi. Il potere logora soprattutto chi non ce l’ha, mors tua vita mea e quanto alle disgrazie, come diceva Totò, “che ci vuoi fare? Oggi a te, domani a lui….”. tri. L’ateneo senese, se vuol sopravvivere, dovrà essere interamente ridisegnato nei prossimi anni, ma se prevarranno esclusivamente logiche di potere e l’unica regola sarà che vince chi ce l’ha più grosso (il corpo docenti), allora il futuro radioso che ci attende vedrà tanti bei corsi sul “bue muschiato” (più belli e forti che pria, ahimè).
«Il feu feu, o pianto greco che si voglia, non serve e non è mai servito a nulla; chiedersi che spettacolo avrà il campo di Waterloo, una volta perduta la battaglia, ha poco senso. Io chiedevo in primis, un po’ scherzando, un po’ sul serio, della natura dei 34 corsi deleti o accorpati, per sapere quanto dovessimo piangerci sopra, poco, tanto, o per niente.» outis
La prima riforma sarebbe quella del linguaggio, invece si continua a diffondere l’idea che si stiano facendo fuori corsi di laurea bizzarri, settori scientifici di poca consistenza; ma qualcuno ha mai verificato, ed è interessato a verificare, se veramente vi è un nesso tra amputazioni e valutazione della qualità? Io direi di no: azzardo a dire che sono due cose completamente indipendenti. By the way, è disgraziatamente vero che v’è gente che compare solo nominalmente e al libro paga in questo ateneo, che stenta a insegnare la metà di un ricercatore. Vero che c’è ancora tanta polvere e muffa e fuffa da rimuovere, ma stai sicuro/a Outis che molti insigni signori/e nessuno continueranno imperterriti e sussiegosi a tenere corsi sull’impatto sociale della rarefazione del bue muschiato, per il semplice fatto che sono molti e hanno più divisioni e carri armati di altri.
Per concludere, mentre (leggo su una rivista) a Trieste si è da poco inaugurato il nuovo acceleratore di particelle “Enrico Fermi”, non vorrei che qui al contrario si procedesse all’eutanasia della ricerca di base. Visto che alcuni vanno scrivendo nei forum che i docenti e ricercatori sono inutili persone che dovrebbero essere ricompensate al massimo con qualche fetta di prosciutto e un tozzo di pane, con sereno disincanto mi viene da pensare che però in fondo “fermi” lo siamo (da un pezzo) un po’ anche qui.
Perché Stavrogin continui a cavalcare urlante sulle praterie della mia metafora? Avrai capito, spero, che era una frase provocatoria, e quindi eccessiva. Forse non hai origini toscane, dunque ti perdono certe distrazioni.
Non ho mai scritto che i prof sono scellerati e buontemponi incapaci di operare in ambiti importanti. Ho scritto anzi che ai miei lontani tempi in cui studiavo a Pisa ho incontrato professori straordinari che mi hanno realmente dato un insegnamento.
Ma io lavoro in un ateneo. E so bene come si svolgono i concorsi, e come si arriva dalla ricerca al ruolo di prof associato e quindi ordinario. Se tu lavori in ateneo, perché non dici la verità? Perché non dici cosa vedi e senti ogni giorno? Perché non racconti le storie vere, anziché annoiarci con le tue opinioni che partono a caso e non si capisce mai dove vogliono andare?
Io intendo dire che per salvare l’Ateneo non sarebbe male, oltre alle altre misure di cui ci si riempie la bocca ogni 10 minuti per poi non fare nulla, ridurre la retribuzione anche dei prof ordinari che potrebbero “mangiare il prosciutto”, cioè vivere egregiamente, pur con stipendi di 2500 euro mensili, ad esempio.
Vi pare uno scandalo? Un becero frutto di derive populiste, come suggerisce il tero Stavrogin? Va be, pazienza. Mi piace il populismo, e pure la demagogia, quando significa condivisione e aiutare gli ultimi.
Se oggi in Italia non passa la diffusione e distribuzione sana dei redditi, non si arriva in porto. La nave affonda prima. Pure in ateneo.
Mi spiace per le operazioni al cuore di Stavrogin. Pur se la pensa diversamente da me, sono felice di poter dialogare con lui e gli auguro una vita lunga e serena. Credo comunque che si possa operare al cuore serenamente e con mano ferma anche se il 27 entrano in tasca “solo” 3000 euro anziché 5000 o 7000.
«Ma io lavoro in un ateneo. E so bene come si svolgono i concorsi, e come si arriva dalla ricerca al ruolo di prof associato e quindi ordinario. Se tu lavori in ateneo, perché non dici la verità?» akaki
E come si arriva al ruolo di prof. o di associato? Ci si arriva in quel modo solo a Siena o anche altrove? Tu ci sei arrivato leccando i piedi? Io no. “La verità”, l’ho scritta mille volte, ma se tu fai finta di niente, continuando a spargere letame a destra e a manca: le tue generalizzazioni sono false e soprattutto inutili, e se intendi seguitare nel tuo noiosissimo qualunquismo insultando più o meno tutti quelli che ti capitano a tiro, vuol dire solo che sei in malafede: forse è solo il fantasma di Banquo che viene di notte a tirarti i piedi.
Si parla di crisi e tagli, ma mi risulta una manovra elettorale del Focardi che sfruttando un decreto ministeriale ha dato un aumento stipendiale ai docenti di circa 300 euro.
Mentre per noi tecnici e amminstrativi non ci sono risorse per le progressioni orizzontali e abbiamo stipendi da fame.
Se davvero fosse così (sigh) come i musicisti a Sanremo getterei via lo spartito e griderei vergogna a Emanuele Filiberto Focardi e al Pupo (o Puparo?) Barretta.
@ inkazzato
gli aumenti stipendiali dei docenti sono automatici. Non diamo a Focardi colpe che non ha.
Se poi uno non è felice della sua condizione lavorativa se ne può anche andare. Francamente 1100-1200 euro per 36 ore alla settimana non è poco… quando uscite avete una giornata davanti per fare un altro lavoro…
I concorsi.
Mi ripeto e scusate. A Siena, per esperienza, so che i concorsi si svolgono così: c’è da sistemare un servo di partito. Si telefona al ministro e si sente il Gotha universitario. Poi si chiama il capo della commissione, il “membro influente” (che può essere una testa di cazzo qualsiasi, metti uno dei soliti papponi del centrosinistra), e gli si promette un favore in cambio del posto. Conta la tessera e l’amicizia di tipo massonico. Se poi sei “figlio d’arte” il giuoco è fatto. Nel senso che i proff amici faranno appposta per te quel concorso dettandoti a una a una le domande per vincere. Un po’ come il Televoto di sanscemo e il pressing delle case discografiche.
W Siena!
W l’Italia!
Bardo
Bardo, ma se veramente funziona così denuncialo. Fai nomi e cognomi… al magistrato.
Perché sennò sono chiacchere da bar (come le mie peraltro spesso)… facile populismo… Io i pochi concorsi che ho vinto penso di averli vinti meritatamente… questo sparare nel mucchio dà fastidio. Peraltro se così fosse in modo generalizzato non saremmo per molte cose una delle migliori Facoltà in italia o no?
Ho denunciato 10 concorsi truccati alla Procura. Ho avuto solo il piacere di vedere le teste di c… professorali tenere la porta aperta durante il concorso pubblico… e costringerli a farsi dare i documenti. Di più non ho ottenuto, e io non sono Nembo Kid. Ho denunciato alla Stranieri, a Lettere, in quel di Scienze Politiche: là una cricca di merde professorali tacitò malamente il pubblico che applaudì una mia lezione sul nazismo.
Bardo
P.S. Ho amche fatto mandare i carabinieri a casa di un importantissimo uomo politico senese e di un capo sindacale perché – notitia criminis – sapevano di concorsi truccati.
Ti basta?
A margine.
Ma resta da aggiungere degli stipendi altissimi dei professori di prima fascia rispetto a tutti gli altri. Come pèndant vi è la P.A. Là un dirigente, magari in pensione, può venire reintegrato con contratti d’oro (ti dico: anche 200.000 euro annui. E un potere amm.vo amplissimo). Questi dirigenti tengono in ricatto tutti i dipendenti, facendo anche abusi e falsi d’ufficio!!! Sono, naturalmente, ricattati e ricattabili. Nessuno pon freno a questo scandalo. Il fulcro del “centrosinistra” è talmente colluso coi principii mafiosi che ormai mangiano solo gli amici degli amici. O i “compagni”… di merenda. Chi non vota Berlusconi non può certo votare questi delinquenti, mafiosi e gendarmi beriani.
Bardo
Corollario
Se poi vuoi pubblicare qualcosa, non c’è bisogno di ricorrere al “fondo illimitato” ove quel tale mascherato da professore attingeva al rettorato, basta andare alla “Protagon”. Là potrai pubblicare romanzetti per signorine e gigolò, anche a costo di prendere granchi. Ah, dimenticavo: la tessera Pd è d’obbligo. Ma il buffet è assicurato. Gli osti amici ci sono, magari ti raccontano dei momenti operaisti di 30 anni fa…
Il Bardo
«Il capitalismo è un’ingiusta ripartizione della ricchezza. Il Comunismo è una giusta distribuzione della miseria.»
Winston Churchill
Amen! Tosi e Riccaboni tornano a farsi vivi, vero? Tenetemi i ritagli… ci sarà da sganasciarsi, quasi come a leggere il Taccioli, ma Marchese segnalato da qualcuno in un video anche come umorista d’antan non è male.
Noi scherziamo ma ‘sto PD è veramente preoccupante e nell’università mostra tutto il suo nulla come il sindacato della “conoscenza” (fosse stata almeno dei registri contabili!): ah Lui’, torna, torna che almeno sapevi parlare e scrivere!
soltanto ora mi raggiunge un report sulla lezione dottorale Berlinguer: non c’era quasi nessuno ed è stata a quanto pare assai piatta: i dottorandi si chiedevano perché lo avessero riesumato.
Voi avete qualche idea?
Ma se suo figlio accetta il documento IdV come base non c’è male: il divertimento comincerà allora. Pensare che è stato anche nel CdA dell’aeroporto!
Oh, stavolta ti ho colto, caro, quasi online!
No, il problema non è essere in un CdA, ma come ci sei: lui senza nessuna carica critica, come mi dicono ora il prof. Bertelli in Fondazione MPS.
Non l’ha scritto nessuno che per il fatto di essere in una situazione ultraprivilegiata (il prof. Ascheri ci finisce al manicomio con ‘st’ossessione) si è anche obbligati a incassare senza parlare, senz’essere capaci di un minimo di spunto critico.
Vi pare? Una volta c’erano i capitalisti che tradivano la loro classe… chiappali ora!
[…] Grasso. Crisi dell’università di Siena: non è più tempo di maquillage nei conti ma è l’ora del […]