Chiarezza dalla magistratura sulle responsabilità per la voragine e sulla regolarità del voto, elemento decisivo per la legittimazione di chi dovrà guidare l’Ateneo senese

Elisa Meloni e Alessandro Mugnaioli (segretari provinciale e comunale del Pd senese). Siamo vicini alla comunità accademica che vive questo momento di doppia incertezza: per le sorti dell’università italiana, gravemente penalizzata dai tagli del governo e dagli effetti negativi del provvedimento Gelmini e per quelle del nostro Ateneo alle prese con una difficile opera di rilancio. Il piano di risanamento varato dalla gestione Focardi-Barretta, più realistico e comprensibile di quello della direzione Miccolis, tanto cara alle Liste Civiche, è molto ambizioso, ma rappresenta l’unica strada da perseguire, per quanto migliorabile, per salvare l’Ateneo, il prestigio di Siena e una parte importante della sua ricchezza. L’attuazione del Piano, fino ad oggi, è stata resa possibile dalle dolorose cessioni immobiliari; dall’investimento della regione Toscana sulla ricerca per 40 milioni di euro in 5 anni; dalla decisiva acquisizione, sempre da parte della regione, delle “Scotte” per oltre 150 milioni di euro; dalle erogazioni della Fondazione Mps che ha garantito decine di milioni di euro di risorse aggiuntive e dal protocollo per la mobilità volontaria tra enti varato dalla provincia di Siena e dai comuni. Un grande sforzo fatto dalla nostra comunità e dalla regione al quale il governo ha partecipato solo con anticipazioni di cassa che prima hanno coinvolto solo il nostro Ateneo e oggi sono necessarie per garantire la liquidità a quasi la metà delle università italiane alle quali Tremonti ha tagliato 1,4 Mld su 7 in tre anni. L’appello, lanciato dalla Lega Nord al governo affinché commissari l’Ateneo rappresenta l’ennesimo atto di una strategia golpista, che punta a destabilizzare le istituzioni senesi per rovesciarne il governo senza passare dal consenso. L’obiettivo è spudorato: insediare un commissario “amico degli amici” che gestisca politicamente l’Ateneo nella fase delle elezioni comunali, per tenere sotto scacco i dipendenti e la città.

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