Il segretario generale della Cgil di Siena si candida a guidare l’università

Claudio Guggiari. La formulazione attuale del nuovo Statuto dell’Università degli Studi di Siena ancora non convince, almeno nella parte relativa alla partecipazione degli Enti locali nel CdA. Una regola farraginosa quella dell’art. 32, per quanto migliorata rispetto alla prima formulazione, che fa intendere la volontà di avere un rapporto determinante con gli enti territoriali ma non ne certifica la presenza nell’organo di governo. Sono incomprensibili le reticenze che evidentemente si manifestano all’interno della comunità accademica di fronte alla sacrosanta necessità di mantenere l’Ente in un rapporto costante e diretto con il territorio che ne esprime la sua natura. Gli sforzi che sono stati fatti devono ora poter concretizzare un modello gestionale che sia rispettoso dell’esigenza della nostra collettività di essere responsabilmente artefice del suo futuro. In un equilibrio che non ne comprometta l’essenza scientifica e possa determinare la più ampia partecipazione di genere al suo governo.

Il punto di vista degli studenti di “Dimensione Autonoma Studentesca” sull’operato del rettore dell’università di Siena

Di seguito il brano riguardante l’ateneo senese, tratto da un’intervista a Lia Valentini, rappresentante dei DAS (Dimensione Autonoma Studentesca), pubblicata da “Fratello Illuminato – Il blog”. Domanda: «qual è il vostro giudizio sull’operato del rettore pro tempore Riccaboni?». Ecco la risposta.

Lia Valentini. Il Rettore Riccaboni si sta dimostrando completamente incapace di gestire le difficoltà dell’Ateneo e con lui la direttrice amministrativa. Emblematici sono, secondo me, tre casi: 
il piano di risanamento perché dal nostro punto di vista non è con la svendita di locali dell’Università che si può risanare un buco di milioni di euro; le alienazioni possono sì dare un lieve e momentaneo respiro, ma se si punta ad un reale progetto di risanamento occorre principalmente un concreto investimento, unito ad una forte spinta di rilancio.
 In secondo luogo le scelte dell’amministrazione in merito alla questione dei lavoratori (basti ricordare come l’amministrazione si è posta nei confronti dei lettori di lingua straniera) che tracciano una concezione dei rapporti di lavoro assolutamente iniqua. Quello che è stato fatto nel corso di quest’anno è chiedere sacrifici a lavoratori e studenti (i quali hanno visto i servizi notevolmente diminuire) e preservare, però, i privilegi dei baroni e di tutti coloro che hanno ingrassato le loro tasche utilizzando la nostra Università come strumento di ascesa sociale e carrieristica. 
Infine, si fa per dire, ricordiamo la Commissione Statuto, che in questi mesi ha svolto i suoi lavori senza far trapelare le reali intenzioni “riorganizzative”, spesso, forse, celate anche agli stessi membri della commissione, membri rappresentanti di quelle realtà che non siano quelle baronali.