Esagera, Rabbi, a scrivere che «nelle operazioni decantate dal Magnifico, non vi sia alcuna concreta considerazione di tipo scientifico e qualitativo a giustificazione delle scelte operate o non operate». Infatti, all’insegna dell’internazionalizzazione, con «rigore e passione per il cimento della ricerca», il rettore ha ideato “L’Europa nel pallone, guarda le partite a mensa! Visione, parole e suoni intorno agli europei di calcio 2012”. Gli studenti universitari potranno seguire Italia vs Croazia, il 14 giugno alla mensa Sallustio Bandini, gustando il “Menu degli Europei” al prezzo consueto, con la birra a 1 € e le patatine a 0,20 €. Quasi a voler ricordare, a chi pensava di cenare a sbafo, che l’Università di Siena è sempre con le pezze al culo. In compenso, però, arachidi e salatini saranno a consumo libero. Infine, gli studenti saranno onorati del saluto di Angelo Riccaboni e potranno ascoltare Damiano Tommasi (presidente dell’Associazione Italiana Calciatori), che intratterrà i presenti su “La linea di fondo: l’altro nell’Europa del calcio”. E così, gli orfani di “Parole & Musica”, del “Progetto merchandising”, del “Caffè dell’artista”, dell’etichetta musicale Emu (per l’edizione, produzione e messa in commercio di cd), impegnati negli ultimi sei anni a rigirarsi i pollici, intravedono la possibilità di un ritorno alla “filosofia dello sperpero”, così cara ai rettori che hanno portato l’ateneo alla bancarotta. Non si finirà mai di chiedere quanto sia costato in dieci anni questo baraccone. Quali aziende e designer sono stati coinvolti. Se sia lecito distrarre fondi dalla didattica e dalla ricerca per costituire un’attività commerciale, completamente fallita, che ha penalizzato l’ateneo per i fondi qualità ministeriali. Intanto, nell’era di internet e del digitale, gli studenti continuano ad usare vecchissimi microscopi monoculari del 1960, mentre occorrerebbe una moderna aula didattica interattiva per lo studio dei preparati microscopici. A essere penalizzati, però, sono solo gli studenti di Medicina; i loro colleghi di Biologia, infatti, hanno a disposizione modernissimi microscopi, fatti acquistare dall’attuale prorettore vicario, subito dopo il suo insediamento.
Articolo pubblicato anche da: il Cittadino Online (13 giugno 2012) con lo stesso titolo di questo blog e il seguente sottotitolo: Grasso contro la “filosofia dello sperpero”.
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Mentre si pensa da una parte al calcio, e dall’altra ad affossare Riccaboni, come se una o l’altra fossero la soluzione, si tace sulla vera emergenza sociale che i comportamenti scriteriati, soprattutto nell’ultimo decennio, e la preservazione degli interessi (oppsss… “diritti”) degli strutturati hanno determinato: la “scomparsa” di una intera generazione di studiosi e l’assenza di qualsiasi possibilità per gli attuali “giovani” non-strutturati.
Per un approfondimento:
http://www.roars.it/online/?p=9017#more-9017
“Il triste destino dei precari della ricerca nell’università italiana”
[…] Europa nel pallone e Unisi nel fognone Share this:TwitterMoreStampaEmailFacebookLike this:Mi piaceBe the first to like this. Categories: Uncategorized Commenti (0) Trackback (0) Lascia un commento Trackback […]
…panem et circenses… Quello che ha sempre funzionato a Siena…
Golene, ritieni forse marchionnescamente che avere un contratto di lavoro regolare sia per sé una colpa a prescindere da tutto? Scusa tanto, ma la tua ontologia lievemente manichea (gli “strutturati” contro i “non strutturati”, come se fossero tutti uguali ed ugualmente retribuiti, oppure nati “strutturati” e sempre stati strutturati sin da piccini) è solo un tentativo di depistaggio: se poi vuoi dire che in epoche a noi remote diventare persino ordinario per via politico-massonica è stato per alcuni più facile di quanto in generale non sia oggi per un giovane non raccomandato ricevere un assegno di ricerca, siamo perfettamente d’accordo. Il nesso fra le premesse e le conclusioni del tuo ragionamento altrimenti mi pare alquanto sfuggente e l’anatema comunque dovresti rivolgerlo ad altri giacché questo forum è una delle poche voci cittadine che non tace (altri celebrano l’armonioso groviglio). Ma non ti punge vaghezza di indagare se per caso non vi sia un qualche nesso di causa-effetto tra il dissesto creato dalla gestione dissennata dell’università italiana (e a fortiori senese) e il fatto che una generazione di ricercatori precari (ma anche non-precari, visto che sono entrati in crisi interi comparti della ricerca e come ho cercato di porre all’attenzione del gentile pubblico, non è chiaro se con chi ci lavorava vogliono farci il sapone o che altro) sia stata fottuta?
Io l’ho chiaro, vivendolo sulla mia pelle.
Tu ne parli. Che buon pro ti faccia.
Alla fine mi sono limitato a segnalare un articolo.
Articolo meglio:
Voi qui parlate. Soprattutto criticate. Bene. Necessario e utile. Costruttivamente? Niente.
E noi crepiamo.
In altre parole gli sputasentenze di questo blog, strutturati a c.. parato, sentenziano e gli altri, oltre ad essere denigrati per le idee diverse, non tanto perché affermano che gli strutturati sono diversi dai non strutturati (ed è comprensibile che così sia), perché denunciano che loro oggi non hanno neanche l’idea di come diventare strutturati.
Che non è una parolaccia. Ma solo un modo di dire voglio continuare a fare questo mestiere.
Il solito sketch dell’abbuffato che lamentandosi del cibo rutta in faccia al morto di fame, e magari lo sberleffa anche se prova a fargli presente la sua situazione, e che se magari quello avesse mangiato un po’ meno, nella sua pancia qualcosa sarebbe arrivato anche a lui.
…ma naturalmente se quello ha mangiato quel che c’era, porello che ci poteva fare. Era lì al momento giusto, era un suo diritto. E se oggi continua nello stesso modo, magari ancora a scapito dei soliti morti di fame, è perché lui il diritto se l’è conquistato; anche ai vecchi tempi c’era la crisi, la lotta per la pagnotta e me la sono meritata.
Voi il desco lo avete già frequentato anche parecchi anni, di che vi lamentate? Non sapevate quando vi siete affacciati la prima volta che niente era garantito? E allora che volete? E così via.
E qui voi paladini della legge, della morale, della retta via che nessuno se non voi (a parole) vuol seguire.
Un ultimo esempio a favore di quei lettori che magari ancora non si scandalizzano a sentire una voce fuori coro tra coloro che a loro volta scandalizzano. In un estratto non ufficiale di discussioni in Facoltà (non a Siena), ecco cosa si dicono i lor-professori nell’organizzarsi per le possibili chiamate:
«Ad esempio, per i PO, potrebbe convenire chiamare subito tutti gli idonei, perché dal prossimo anno per ogni PO è necessario fare anche un RTD senior, mentre per quest’anno abbiamo i concorsi RTI banditi nel 2011 e non ancora terminati che potrebbero essere usati per restare dentro i vincoli di legge.»
La legge a cui fa riferimento (un ricercatore senior per ogni PO) è la milleproroghe (o simile) nel gennaio 2012
Pur di non chiamare un non-strutturato che minerebbe equilibri decennali (ma quali?!?!?) ecco che si accontentano gli interni, RTI, e PA. Nessun precario nell’accademia! La pagnotta è nostra! Che non ce la tocchino.
E ne avrei altri di aneddoti da raccontare, per far capire perché chi è fuori si accanisce così con chi è dentro.
Saluti,
Giovanni
«Io l’ho chiaro, vivendolo sulla mia pelle. Tu ne parli. Che buon pro ti faccia.» Golene
Ma tu che ne sai? Chi ti conosce? Hai scritto dei messaggi urbi et orbi di soli insulti all’indirizzo de “gli strutturati” latu senso evidentemente non conoscendo nemmeno il significato del termine. Non insegnare al babbo a fa i figliòli: qui c’è gente che di precariato ti dà lezione (a partire dal sottoscritto). Ma cosa vuoi fare, mettere i trentenni contro i quarantenni? Aizzare le guerre tra poveri e sparucchiando giudizi som(m)ari? Personalmente avrei preferito di gran lunga che illo tempore assumessero cinquanta vigorosi ricercatori, piuttosto che altrettanti addetti all’ufficio per la propaganda dell’ “immagine” ed altre cazzatone simili: tu no? Non convieni che siano state anche le politiche dissennatte a livello locale, oltre la generale crisi e carenza di risorse ad aver ridotto a mal partito l’università? Se tu mi insulti per questo, allora stai facendo il doppio gioco, perché è evidente che è così che si è sistematicamente azzoppata la ricerca e distrutta una generazione: per la pompa di pochi satrapi, peraltro nemmeno identificabili tout court col corpo docente. Se per te sono tutti colpevoli (ergo, nessuno è colpevole) sei solo il solito doppiogiochista.
Non è che puoi attribuire la colpa in modo generico agli “strutturati”, cioè a dire, immagino, a tutti coloro che godono di un contratto regolare (da 800 euro a 8000 euro… anche qui qualche differenza, spero, riuscirai a intravederla) chiunque essi siano, ovunque siano incardinati, comunque siano entrati: perché non è che tutti il posticino lo hanno vinto alla lotteria partitocratica o sono nati stabilizzati; c’è gente che si è fatta un paiolo così con un paio di lustri almeno di precariato a pane e cicoria, non ha rubato niente a nessuno, svolge un ruolo essenziale, ha titolo per farlo e non ha molto da “ringraziare” (se non a randellate nel groppone) quelli che tu idolatri e difendi, i santi dei tuoi tabernacoli, e tantomeno gode di presunti privilegi di cui vergognarsi.
«Articolo meglio: Voi qui parlate. Soprattutto criticate. Bene. Necessario e utile. Costruttivamente? Niente.» Golene
Costruttivamente niente?!?!?! Dico, ma leggi o no quello che commenti? Mi domando cosa ti aspetti dall’università, se non si dà corso a soluzioni del tipo di quella che ho proposto? Ho denunciato la scomparsa graduale di pezzi della ricerca e ho proposto che si riprogrammino i tre atenei maggiori in modo da salvaguardare in almeno una sede i comparti che non possono essere più sostenuti da tutte e tre, anziché perdere tradizioni e competenze scientifiche pluridecennali, mandando lì i docenti in esubero e dotando queste strutture di adegaute risorse: ti sembra poco? Vuol dire rimettere in discussione l’impianto feudale dell’università italiana, ma hic Rhodus, hic salta! Se ci fosse un ministro, farebbe così. Se ci fosse un Parlamento, ridiscuterebbe la surreale “autonomia universitaria” che lo impedisce.
Siena ricomincerà a chiamare, se va bene, tra cinque o sei anni: ci saranno le idoneità e poi le chiamate (di fatto) dirette: come pensi di essere “chiamato”, se non esisterà più nemmeno il tuo settore disciplinare? Non esiste in astratto “il risanamento”, un corpaccione smunto che deve solo riprendere vigore: qui ci sono le amputazioni, non so se ti è chiaro! A meno che tu non creda nella favoletta del desaparecido Cal, che mentre l’università perde pezzi si tratti solo di stare sulla riva ed attendere il cadavere del professore anziano che passa per prendere d’un balzo il suo posto, che poi tutto rimarrà come prima. Tutto ciò è fuori dal mondo e dalla grazia di Dio: certo se vuoi debellare la peste bubbonica con delle sane camomille, fai pure: ma non prendere per il didietro, perché ogni autentico precario sa bene che il gioco non è questo.
«In altre parole gli sputasentenze di questo blog, strutturati a culo parato, sentenziano… E qui voi paladini della legge, della morale, della retta via che nessuno se non voi (a parole) vuol seguire.» Golene
Golene, mi pare che tu abbia la lingua più veloce del cervello; rutti un po’ a casaccio, usi “strutturati” come sinonimo di P.O. (e gli altri, tecnici, ricercatori ecc.?). Io conosco un’unica regola: “rigare dritto”, a questa regola mi sono sempre attenuto e ho la fedina penale pulita. Non so te. La butti sul volgare perché hai poco o nulla da dire e codeste cialtronate meritano solo un vaffanculo.
Il prorettore vicario, Prof. Francesco Frati, mi ha inviato una mail con la quale tenta di “correggere” quanto da me dichiarato, in merito all’acquisto dei microscopi per il Corso di Laurea in Scienze Biologiche. La sottopongo all’attenzione dei lettori riservandomi di ritornare sull’argomento con dati più precisi.
Caro Grasso,
mi spiace doverti correggere, ma quanto da te scritto sul Cittadinoonline a proposito dell’acquisto dei microscopi per gli studenti di Scienze Biologiche è inesatto. Come ti può confermare qualsiasi membro del Comitato per la didattica del Corso di Laurea di Scienze Biologiche, io non ho assolutamente fatto acquistare modernissimi microscopi per gli studenti di quel corso di laurea. Molto più semplicemente, lo stesso Comitato per la Didattica ha autonomamente deciso il suddetto acquisto con i fondi che tutti i Corsi di Laurea ricevono per il sostegno alle attività didattiche.
Bastava che tu lo avessi chiesto e la cosa sarebbe stata chiarita.
Cordialmente
Francesco Frati
Invece i Comitati per la didattica di Medicina non chiedono mai niente perché a loro vanno bene i microscopi dell’epoca in cui ancora si studiava l’atomo di Bohr. Per non parlare del fatto che ancora non avete spiegato il perché e il percome della seguente circostanza: il 5×1000 che tutti gli anni chiedete ai dipendenti viene sempre assegnato, per intero, ad un altro delegato, quello alla ricerca Sorrentino che ne fa l’uso che meglio ritiene. Ma perché non la smettete almeno di raccontare che cristo è morto dal freddo ai piedi? Almeno evitare di prendere in giro la gente sarebbe un’apprezzata correttezza, manica di post-dissestatori che altro non siete. Quanto a Giovanni Golene la risposta di Rabbi poteva essere enormemente più sintetica e limitarsi all’ultima parola seguita da punto: vaffanculo.
Di questi uffici
Cesare Mori
[…] studiosi e all’assenza di qualsiasi possibilità per gli attuali “giovani” non-strutturati, il punto toccato è drammatico: naturalmente occorre operare dei distinguo, ma io non vedo altro modo, se non quello […]