Rsu d’Ateneo, Cisal, Cisapuni, Cisl, Flc-Cgil, Ugl-Intesa, Uil-Rua, Usb PI. Chiarissimo Rettore e gentile Direttrice, molti colleghi, che lavorano attualmente nei Dipartimenti o nelle strutture periferiche, ci chiamano preoccupati per quanto sta accadendo in questi giorni, nei quali si susseguono colloqui con la Direzione Amministrativa e le persone deputate all’assegnazione del personale alle strutture periferiche, secondo i criteri della nuova organizzazione dipartimentale. Le preoccupazioni vengono soprattutto dal fatto che è disattesa la parola data anche in sede di informativa sindacale, nella quale ci avete comunicato che il personale avrebbe continuato a lavorare nei nuovi Dipartimenti, mantenendo comunque indicativamente ciascuno la propria attività e la propria sede di servizio; così come ci avevate detto che non sarebbe esistito alcun problema relativamente all’assegnazione dei segretari di dipartimento, a seguito della riduzione dei Dipartimenti stessi, in quanto molti di loro avevano già manifestato la propria volontà di essere adibiti ad altre mansioni. Sembra invece che si stia attuando un piano ben diverso, che prevede spostamenti di segretari amministrativi, che ne declassa alcuni al ruolo di “vice segretario” (figura che sembra uscita all’improvviso, con chissà quale ruolo reale), che tiene in considerazione spostamenti d’intere segreterie amministrative che seguono un segretario e che vanno a ricoprire ruoli fino ad ora ricoperti da altre persone… un po’ come se la valutazione delle capacità operative di queste persone fossero compito del segretario amministrativo, che decide chi portarsi dietro nella nuova struttura.
Al personale delle c.d. “periferie” è stato fatto un test per la rilevazione delle attività svolte (nonostante molte informazioni fossero rilevabili da altri database), che doveva servire a valutare le competenze del personale e indirizzarlo nei posti di lavoro più appropriati. Sembra proprio che tutto ciò non sia servito a nulla, poiché l’amministrazione sta attribuendo incarichi e determinando trasferimenti, anche in sedi diverse, senza curarsi delle volontà del personale e adottando un criterio soggettivo per le proprie scelte, con riferimento sia agli incarichi di segretario amministrativo che all’assegnazione a sedi diverse. Una domanda, dunque, sorge spontanea: a cosa sono serviti i test? Chi li ha valutati? Quali i criteri oggettivi che hanno portato a scegliere i futuri segretari di dipartimento e a distribuire il restante personale nelle filiere? In questa fase delicata tutto si deve ispirare a trasparenza e a criteri equi e definiti. Invece tutto sembra essere frutto di trattative singole fatte con i vertici dell’Amministrazione. L’amministrazione deve subito convocare le OO.SS. per spiegare e illustrare criteri e parametri utilizzati per individuare queste nuove figure e deve interrompere subito questo assurdo e iniquo metodo di scelta (mosso da criteri piuttosto “personali”) che sta determinando un ulteriore disagio a tutto il personale interessato.
Filed under: Commissariarla per salvarla, Diritti negati, Quelli dell'uva puttanella | Tagged: Angelo Riccaboni, Ines Fabbro, Organizzazione nuovi dipartimenti, Segretari amministrativi, Sindacati universitari, Università di Siena |
Rispondi