A quanto ammonta il credito dell’Università di Siena con il Sum per le borse di dottorato?

La domanda, non retorica, ci viene suggerita dall’articolo di Fabio Sottocornola, attento conoscitore delle questioni universitarie che, sul settimanale Il Mondo, tiene la rubrica “In cattedra”. Attendiamo una risposta! O dobbiamo chiederlo alla Corte dei Conti?

Sum, tra crediti e fusioni Normali (30 agosto 2012)

Fabio Sottocornola. Imbarazzante Sum, l’Istituto di studi umanistici fiorentino guidato, fino a qualche mese fa, dal professor Aldo Schiavone oggi sotto processo (con altri) per imputazioni come peculato e abuso d’ufficio. I fastidi riguardano il modo in cui l’élite accademica vorrebbe chiudere quest’avventura. Da un lato, c’è il progetto di unire in matrimonio l’alta scuola di dottorati con la Normale di Pisa, guidata da Fabio Beltram. L’idea delle nozze sarebbe di Alessandro Schiesaro, latinista della Sapienza, consulente di ministri, amico di Beltram. Su un’altra faccenda spinosa, qualche passo ufficiale lo ha mosso anche l’università di Firenze. Infatti, tempo fa il CdA dell’ateneo ha nominato Mario Labate liquidatore dell’Isu, Istituto di studi umanistici nato nel 2001, in pratica il nonno del Sum. Risale proprio all’Isu la creazione di un Consorzio (2002) con atenei come Bologna e Napoli Federico II, che a loro volta nel 2005 hanno dato vita al Sum. Curioso ciò che si legge nella delibera: dal febbraio 2011 l’Isu non ha più organi in carica, non svolge attività né tiene rapporti con il Sum. Ha però una «disponibilità di somme residue per 47.755 € e vanta crediti complessivi per 319.185 €». L’ente «detiene contabilmente beni acquistati negli anni per un costo di 110.567 €, privo di un valore effettivo». Significa che è roba da buttare? La delibera non dà risposta. Quanto al credito da 319 mila €, l’università può riaverne dal Sum 252 mila erogati come borse di studio. Invece «il credito di 66.896 euro è difficilmente recuperabile» dal debitore: l’École des hautes études en sciences sociales (Eehs). Una delle più prestigiose scuole di Parigi che aveva un accordo di cooperazione con il Sum. Nessuno ha spiegato di che tipo di credito si tratti. E perché dalla Ville Lumière non saldano il debito con Firenze. Domande che anche la Corte dei Conti dovrebbe porre.

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