Un anno fa De Risi chiedeva le dimissioni di Riccaboni ora, insieme a Tucci, chiede risposte esaurienti e chiare

Tucci-DeRisiIl 13 maggio, il giudice del lavoro condanna l’Università di Siena a pagare il salario accessorio 2011, illegittimamente sospeso al personale tecnico e amministrativo da Riccaboni e Fabbro. Da quel momento, “Il senso della misura” comincia a pubblicare le posizioni sull’argomento rinvenute sulla stampa e in rete: quella di Eugenio Neri, di Francesco Giusti, di Laura Vigni, di Marco Falorni, di Pierluigi Pelosi, di Bruno Valentini, di Michele Pinassi, dei sindacati Uil, Cisapuni, e Usb. Manca quella d’Alessandro Corsini, Mauro Marzucchi ed Enrico Tucci, che restano silenziosi. Mi rendo conto che qualcosa può sfuggire, anche perché, l’unico candidato a sindaco che sistematicamente invia i suoi comunicati al curatore del blog è Laura Vigni. Sei giorni dopo, questo blog pubblica altri interventi (Gianni Guazzi, Katia Leolini, Carlo Regina) e, nel contempo, sollecita, con garbo e un pizzico d’ironia, i tre candidati a pronunciarsi sulle dimissioni o sulla “beatificazione” di Riccaboni e Fabbro. Un commento anonimo (Il Tolkeniano) segnala la posizione di Tucci sulla vicenda, di seguito integralmente riproposta. Fin qui nulla da eccepire, una migliore pubblicizzazione delle posizioni del candidato avrebbe evitato l’equivoco.

La seconda parte del commento, del tutto irricevibile, impone, però, alcune precisazioni. Dal link indicato dal Tolkeniano si vede che la posizione sull’università della lista “Cittadini di Siena” viene postata il 17 maggio: a questo punto, però, la sentenza del giudice del lavoro ha ceduto il passo a un nuovo argomento, l’udienza in Tribunale sul dissesto dell’ateneo. Non è vero, come dice “Il Tolkeniano” che sia una posizione molto vecchia. Di vecchio, c’è la mozione di Gabriele Corradi ed Enzo De Risi della Lista “Per Corradi” (del 12 febbraio 2012), consultabile nella sua forma integrale proprio su questo blog. A distanza di 15 mesi, è pur sempre necessario che De Risi chiarisca, pubblicamente, che la sua posizione non sia cambiata e che, soprattutto, sia condivisa da Tucci e dalla nuova lista “Cittadini di Siena”. Prendo atto che ciò è avvenuto l’altro ieri con il post sul sito della lista, anche se, trattandosi di una posizione vecchia di un anno, è arrivata troppo tardi rispetto alla sentenza del giudice del lavoro. Risulta, pertanto, indebito e inaccettabile il finale del commento che suggerisce una mia precisa volontà di danneggiare Tucci, attraverso l’accostamento ingiustificato “a quegli altri due”.

Enzo De Risi (candidato lista “Cittadini di Siena”). Si chiede al Sig. Sindaco:

− che, in ragione del legame secolare tra il Comune di Siena e l’Università degli Studi di Siena, si attivi immediatamente per chiedere al Rettore, e di conseguenza a tutti i componenti dell’attuale amministrazione, di rimettere il mandato nelle mani del Ministro dell’Università e della Ricerca, per consentire di far rientrare l’Ateneo Senese in un contesto di legittimità, legalità e trasparenza, unici elementi costitutivi per il risanamento e il rilancio dell’Università degli Studi di Siena, bene primario della Città e del territorio;
− di valutare la possibilità che il Comune di Siena si costituisca parte civile in eventuale azione giudiziaria, e/o a procedere ad un’eventuale azione di responsabilità verso coloro che saranno riconosciuti responsabili del dissesto, anche in linea con quanto dichiarato dalle stesse forze di maggioranza, e diffuso con specifico volantinaggio in occasione dell’apertura dell’anno accademico 2012.

Questa la conclusione di una mozione da me presentata il 12 febbraio 2012, mai messa all’ordine del giorno.

In queste ultime settimane continuano purtroppo ad accumularsi notizie negative sulla gestione amministrativa dell’Università, dalle dimissioni del presidente del Collegio dei Revisori dei Conti al recentissimo pronunciamento del Giudice del Lavoro che impone il pagamento dell’indennità accessoria al personale tecnico-amministrativo condannando l’Università al rimborso delle spese legali dei ricorrenti, passando per la condanna dell’ex-Rettore Focardi per spese non giustificate.

Spiace dover constatare, dopo poco più di un anno dalla presentazione di quella mozione nella quale invitavo il Rettore a riconsiderare il suo ruolo, come l’Ateneo senese sia stato continuamente oggetto d’indagini e sentenze senza che nessuno abbia, per ora, avuto il buon gusto di fornire chiarimenti o magari di scusarsi.

Spiace anche ricordare che questa mozione, da me fortemente voluta, non sia mai stata discussa, forse anche per volontà di quei consiglieri che ora si proclamano araldi del cambiamento, ma all’epoca erano occupati a tutelare le loro poltrone nel Monte dei Paschi e nelle varie società del gruppo e noncuranti dei gravi problemi dell’Università.

Oggi siamo al punto che il Direttore Amministrativo è stato sonoramente bocciato dal Giudice e non sente nemmeno il bisogno di dare una spiegazione. È possibile che di fronte a tanta, purtroppo acclarata, inadeguatezza non si cerchi di provvedere correggendo gli errori e gli atteggiamenti, anziché perseverare?

Mi auguro che il Rettore stavolta si renda conto che è giunto il momento di dare risposte esaurienti e chiare ai futuri amministratori, ma soprattutto alla cittadinanza.

6 Risposte

  1. […] Un anno fa De Risi chiedeva le dimissioni di Riccaboni ora, insieme a Tucci, chiede risposte esaurie… […]

  2. Caro Professore,
    ci siamo fraintesi. Non la accusavo proprio di niente, tantomeno di voler “danneggiare” qualcuno! Intendevo solo suggerire che talvolta, prima di accostare persone per bene e dalle posizioni chiare (sì, è vero, non sbraitate: ma è davvero un difetto?) a chi è complice del disastro, e tace per sua carità, basterebbe sfruttare google o leggere i quotidiani online. Continuo però a ritenere ridicole le ripicchine che spesso si sentono tra oppositori al Sistema: avrei sperato maggiore comunità di intenti.
    Con stima per la sua attività,
    l’anonimo tolkeniano

  3. «Mi auguro che il Rettore stavolta si renda conto che è giunto il momento di dare risposte esaurienti e chiare ai futuri amministratori, ma soprattutto alla cittadinanza.» De Risi

    Beh, ora o mai più, che tra un po’ scade!
    Un breve riepilogo: tra il 2008 e il 2020 Siena perderà circa metà del corpo docente (da 1064 a una cifra ufficialmente attorno ai 600, ad oggi siamo già ad 800, ma mi risulta che continui l’esodo strisciante di chi trova una via per andarsene: quindi saranno di meno) ma manterrà per intero il personale TA: due amministrativi per docente, il doppio della media nazionale. Sindacati e demagoghi vari insistono nel picchiare sulla docenza, convinti assurdamente che questa situazione non avrà alcuna ripercussione sul personale TA medesimo.

    Il personale docente sarà costituito in stragrande maggioranza da Ricercatori, cioè, per parlare italiano, in gran parte docenti rimasti al palo perché carriere e reclutamento sono bloccati da anni (già ad oggi costituiscono il 43,7% e coprono amplissime fasce della didattica rimasta scoperta: non c’è più nemmeno l’ipocrita tetto al “monte ore”). Nel frattempo stanno scomparendo due terzi dei corsi di laurea: da poco più di 60 (ciclo completo), ai 30 circa odierni (molti dei quali frutto di accorpamenti, ossia di operazioni di poco momento che non sono piaciute agli studenti), ai poco più di 20 che le vigenti leggi sui requisiti minimi di docenza consentiranno con quei numeri (vd. anche il il decreto 47 citato nei precedenti messaggi). Nel 2008 a Siena c’erano 22.660 studenti; oggi ce ne sono 15.440 (vd. http://osservatorio.cineca.it/php5/home.php), cioè a dire ha perso in questi anni all’incirca il 32% degli iscritti. Quest’anno Siena ne ha persi il 17%, molti più immatricolati, con punte del 25% nei corsi di laurea più sofferenti dal punto di vista dell’offerta didattica. Ciò che via via chiude, beninteso, non riaprirà, questa è l’unica cosa certa.

    E credo di essere ottimista: difatti è difficile calcolare l’esatto impatto sui requisiti di docenza dell’uscita di ruolo casuale del 50% dei docenti di ruolo. Vi tornano questi dati? “Se sbaglio, mi corigerete”. Io li ho attinti per lo più al sito del MIUR e a comuncazioni ufficiali (vedi la più volte citata tabella). C’è dell’altro? Un meteorite? Un’epidemia? L’invasione delle cavallette o qualche altra piaga biblica? Cosa deve accadere affinché la politica cominci ad interrogarsi sul destino di questo ateneo e di chi ci lavora? La crisi picchia duro a Siena per le scelleratezze che sappiamo, ma non risparmia altri atenei. Siccome si tratta oramai di un problema di sistema, cioè che investe il sistema degli atenei, nella fattispecie quelli toscani, io non vedo altra soluzione se non quella più volte indicata e che non vi ripeto. In fondo non è fantasia, ma l’art. 3 della riforma: se ai politici (inclusi quelli che hanno votato od ispirato questa riforma) ciò non pare ragionevole, ci sanno indicare una (diconsi una) proposta alternativa?

    A cinque anni dallo scoppio del “buho”, coi problemi che in questo pregiato blog sono stati evidenziati, non si può stare fermi a bisticciare intorno ad un astratto “risanamento” che prescinda da questi dati sul ponte di un vascello che placidamente cola a picco (ma quale “risanamento” del menga?); a mio avviso “complice del disastro” è anche chi, presentandosi sulla scena dell’agone politico, si limita ad imprecare contro il destino cinico e baro e a dire ciò che non è, ciò che non vuole senza dire quello che vuole, e a ribadire le oramai ben note responsabilità, con maggiore o minore veemenza a seconda della maggiore o minore distanza dal nucleo dell’Armonioso Groviglio, ma senza al contempo affermare una propria autonoma posizione nel merito delle questioni concrete. Una posizione alternativa non può limitarsi alla considerazione che l’attuale establishement ha fallito, senza, dal canto suo individuare le ragioni strutturali del fallimento (al di là della dabbenaggine individuale), né esporre un proprio piano alternativo che tocchi tutte le questioni concrete di cui abbiamo detto e spieghi, leggi e bilanci alla mano come si intenderebbe arginare la falla ed evitare i medesimi errori.

  4. A Rabbi, che – commentando il passo di De Risi che «si augura che il Rettore stavolta si renda conto che è giunto il momento di dare risposte esaurienti e chiare ai futuri amministratori, ma soprattutto alla cittadinanza.» – scrive: «Beh, ora o mai più, che tra un po’ scade!»

    Caro Rabbi, Riccaboni è stato eletto con un mandato di 4 anni, ma ne farà 6 per grazia ricevuta dalla Gelmini! Perciò, l’Ateneo senese si terrà per 2 anni in più il “peggior rettore” che abbia mai avuto. “Peggiore” non perché lo dica io, ma per i fatti che il blog ha già documentato e continuerà ad esporre nei prossimi giorni.

  5. …Ave Maris Stella, Dei Mater alma, Atque semper virgo …ma siamo sicuri di andare avanti ancora due anni?

  6. «…ma siamo sicuri di andare avanti ancora due anni?» Rabbi

    …ma siamo sicuri di arrivare alla scadenza naturale e cioè 31 ottobre 2014? Altro che i due anni aggiunti dalla Gelmini! Vedrai entro Natale con il taglio di altri corsi di laurea, e non è ancora partita la programmazione 2013-2014.

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