Università di Siena: i buchi non finiscono mai!

Questa notte la Befana avrà il compito facilitato per entrare nell’Università di Siena, passando attraverso i locali (noti come “Quartiere Funaioli-Mazzi”) dell’ex convento dei Servi di Maria, dove hanno sede gli studi di alcuni docenti, i laboratori e le aule del Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali.

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2 Risposte

  1. …sì, la notizia non ha meritato nemmeno una piccola eco sui giornali locali: che non merita nemmeno l’attenzione della gente (“quante cose più importanti hanno da fare”, per dirla col poeta), perché oramai una tegola in testa, dopo tutte quelle che si sono prese, è mera routine: ogni tanto viene giù qualche cosa; non è la prima volta e sospetto che non sarà l’ultima. Altri edifici del centro storico dove ha sede l’università non paiono esattamente in ottime condizioni: quanti sono a norma? Facciamo finta di niente, finché un trave non cadrà in testa a qualche augusto luminare, il quale magari griderà: “Eureka!” Ma poi, a proposito di edifici fatiscenti, com’è finita la vicenda di Via Fieravecchia? Se la tengono o la mollano? Se la mollano, dove finisce la biblioteca? E se la tengono, chi paga i lavori di restauro e messa a norma? Oppure non si fa restauro e messa a norma, in attesa che crolli un altro tetto o un solaio (se la memoria non mi tradisce, proprio lì anni fa cadde il tetto)?

    Er mejo ateneo d’Italia, anzi “tra i meglio del mondo”, come scrissero i teorici dell’Armonioso Groviglio? Dipinte in queste rive; son dell’umana gente; le magnifiche sorti e progressive…

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