Un rettore delegittimato che finge di non saperlo e le prime costituzioni di parte civile per la voragine nei conti dell’ateneo senese

USB Università di Siena. Da giorni escono sui quotidiani locali e nazionali notizie più o meno precise sullo stato delle indagini riguardanti il nostro Ateneo. L’imprecisione, se così vogliamo metterla, viene superata dalle note di agenzia emesse direttamente dalla Procura, dalla Guardia di Finanza e dai Carabinieri. Possiamo solo dire che attendiamo i passaggi ufficiali nell’indagine sul buco d’Ateneo per costituirci parte civile come sigla sindacale. Abbiamo infatti dato mandato all’avvocato della USB di studiare la formulazione dei capi di accusa per permetterci di fare questo atto doveroso.

Sulle elezioni del Rettore crediamo che si debba attendere gli ulteriori sviluppi che a giorni ci saranno, ma certo la posizione del nostro Magnifico esce molto indebolita dalla vicenda. Le elezioni su cui si sta indagando sono quelle che hanno permesso allo stesso di essere poi nominato dal Ministro per cui è ovvio che indirettamente la questione lo riguarda, e già solo l’indagine è un brutto biglietto da visita. Lo stesso Ministro al momento della nomina ebbe a scrivere sulla questione le seguenti parole: «Si tratta di una presa d’atto dovuta dei risultati delle elezioni, che a oggi non risultano essere stati invalidati. Il provvedimento non intende quindi esprimere una valutazione su profili di merito, in relazione ai quali si attendono i risultati delle indagini in corso. Con tale provvedimento il Ministero ha doverosamente recepito i risultati elettorali comunicati dall’Università, come previsto dalla legge.»

Il Ministro parla di risultato delle indagini come punto dirimente sulla questione e non del risultato del processo. Sembra inoltre che sia la stessa Procura a poter decidere in merito. Saranno però il nuovo Ministro e la Procura stessa a occuparsene. Come lavoratrici e lavoratori possiamo rilevare la difficile situazione in cui ci troviamo: un Rettore delegittimato, che finge di non saperlo, e la necessità a fine anno di avere un rappresentante forte che ottenga la liquidità che ci serve per sopravvivere. Ora, non vogliamo arrivare a chiedere al Magnifico di farsi da parte, dimettersi, ma di ragionare sulle dimissioni se e quando sarà chiaro che la sua posizione è diventata d’impedimento al risanamento di questo Ateneo. Il risanamento avanza per l’impegno di tutti, anche suo, ma non è direttamente proporzionale alla sua presenza, è proporzionale allo sforzo di tutta la comunità. Questa nostra battaglia di risanamento non è una singolar tenzone medioevale. Per ultimo vogliamo evidenziare una cosa a margine della vicenda. Esiste un problema grave di comunicazione fra il nostro Magnifico e l’intera comunità universitaria che è chiamato a rappresentare, la distanza è sempre più evidente. Il messaggio inviato ieri dal Rettore alle 16 a tutto il personale e agli studenti è arrivato ai giornali alle 13. Questo è il rispetto che ci viene riconosciuto. Come al solito da queste vicende appare chiaro che non è in pericolo l’immagine di un singolo, il Rettore, ma il lavoro di più di 3000 cittadini e delle loro famiglie. Vorremmo che fosse chiaro.

Una proposta per l’Università di Siena, da prendere in seria considerazione, viene dagli studenti: «occorre un rettore riconosciuto da tutti»

Dimensione Autonoma Studentesca (DAS). Il DAS, dopo settimane di riflessione politica ha deciso di inviare questo comunicato alla stampa cittadina. Una decisione difficile, presa dopo che la Procura della Repubblica ha convocato i rappresentanti degli studenti per interrogarli in merito alle elezioni rettorali. Un comunicato che arriva dopo una serie di esposti, interrogazioni, relazioni e rinvii di nomine in un momento in cui questa nostra Università ha bisogno di chiarezza, rigore e responsabilità.

Gli studenti non ci stanno ad essere additati come responsabili di irregolarità nelle elezioni a Rettore. Non ci stanno, non ci stiamo. 
Noi studenti del DAS siamo stati fin troppo spesso accusati di essere degli untori che, denunciando pubblicamente la decadenza dell’istituzione accademica, farebbero sponda a detrattori che vogliono la chiusura del nostro Ateneo. È forse giunto il momento che l’amministrazione dell’Ateneo (centrale così come nelle Facoltà) si faccia un esame di coscienza, anche alla luce della relazione degli ispettori ministeriali che – ancora segreta – sta già facendo tremare troppe persone. Un momento catartico, che permetta di creare insieme un nuovo modello di Università, dopo il crollo presente e la bomba atomica chiamata DDL Gelmini. Una riflessione da parte di quelle persone le quali, accusando noi, cercano di occultare un marcio che, per quanto nascosto, continua a palesarsi.

Alla luce di queste riflessioni appare evidente la necessità di rifondare in toto la comunità accademica, ormai sfilacciata per via di interessi particolaristici e già pronta a spartirsi le macerie accademiche che rimarranno dopo la deflagrazione dell’ordigno Gelminiano. La cogenza di ricreare un sentire comune tra lavoratori, studenti e poi docenti non può però basarsi su presupposti poco chiari.

Per questo motivo ci interroghiamo sull’esigenza, ad oggi, di andare avanti con la nomina di un nuovo Rettore che dovrà guidare il nostro Ateneo in una situazione che quotidianamente diventa più difficile. Un Rettore che verrebbe nominato in circostanze pregiudiziali per l’interesse della nostra Università, con una elezione su cui la Procura sta investigando e sulla quale troppi interessi terzi – politici e finanziari – si sono evidenziati. È infatti necessario che la figura del nuovo Rettore sia riconosciuta da tutti, senza che forze esterne, con finalità aliene al mondo accademico, possano continuare a delegittimare l’Università di Siena, come stanno facendo ormai da mesi. Non vogliamo un commissario governativo. Ma ci interroghiamo se – forse – non sia necessario procedere a nuove elezioni a Rettore, senza “tramini”, senza macchie, senza pregiudiziali. Per questo chiediamo al professor Riccaboni di fare un passo indietro, e al decano dell’Università di indire nuove elezioni a Rettore, nell’impegno comune, da parte di ognuno, per una completa trasparenza in tutti i procedimenti decisionali dell’Ateneo.