Il servizio che non soddisfa gli studenti: note per i candidati a Rettore

LogoUnisiUniSI? UniNO! (da:  My BOG – La mia palude)

Dr. J. Iccapot. Quando sei un giovane studente, l’Università, in tutte le sue peggiori manifestazioni, la subisci passivamente.
Quando invece hai maturato esperienze lavorative e sai come gira il mondo, l’Università la vedi come un servizio che acquisti, e lo acquisti solo se soddisfa le tue esigenze.
Un’università, come quella di Siena, dove alcuni docenti NON hanno sul sito l’indirizzo email corretto; dove se scrivi a un docente questo sistematicamente NON ti risponde; dove gli orari di ricevimento sono indicati per prendere in giro (vedi); dove talvolta NON è possibile sapere né i contenuti degli esami né i testi di riferimento né gli orari delle lezioni; dove se ti rivolgi alla segreteria questa ignora i tuoi messaggi di posta elettronica, be’, un’università così NON è certo un prodotto da comprare; poche decine di chilometri ci separano da un altro ‘fornitore’.
E allora, noi i nostri soldi abbiamo deciso di NON buttarli più nell’Università di Siena.

Università di Siena: alla ricerca del senso del ridicolo perduto

DatiUnisi2015

Grande soddisfazione del rettore dell’Università di Siena per le 213 matricole del 2014/2015 – crollate a 86 l’anno prima – nei corsi di laurea aretini in Lingue per la comunicazione interculturale e d’impresa e in Scienze dell’educazione e della formazione. Ovviamente, com’è suo stile, il “magnifico”, così loquace nel commentare segnali poco significativi, non dice nulla sul dimezzamento delle immatricolazioni in dieci anni e sulle reali condizioni dell’Ateneo.

Il numero dei docenti è sceso a 755 unità (costo: circa 65 milioni di euro), mentre quello del personale tecnico-amministrativo e dei collaboratori ed esperti linguistici (Cel) è pari a 1.068 unità (costo: circa 39 milioni di euro). Al 31 dicembre 2014, mancano all’appello 50 docenti, rispetto all’evoluzione fornitaci dal rettore che, alla stessa data, ne prevedeva 805: e certamente non saranno state tutte morti premature. Silenzio sul rapporto docenti/tecnici-amministrativi che, oggi, risulta pari a 0,72.

Con Riccaboni il numero degli studenti è crollato da 18.088 dell’A.A. 2011/2012 a 14.524 dell’anno corrente. La decisione di mantenere per l’università di Siena, unica sede in Italia, l’accesso libero a Farmacia, Chimica e Tecnologia Farmaceutiche (CTF), Biologia – in assenza dei requisiti minimi di legge (numero di docenti, risorse strumentali e logistiche) – ha portato alla distruzione di tali corsi di laurea, fiore all’occhiello del nostro ateneo. Gli studenti hanno pagato profumatamente le tasse per un servizio che l’Ateneo non poteva assicurare. E così, tutta l’operazione è servita per far cassa e per titoli reboanti sulla stampa locale, nell’ottobre 2011: «Mille studenti in più, ricaduta economica per tutta la città»; «Immatricolazioni alle stelle; clamorosa impennata»; «Vola il mercato degli affitti».

Articolo pubblicato anche da:
Il Cittadino Online (23 gennaio 2015) con lo stesso titolo.
Bastardo Senza Gloria (24 gennaio 2015) con il titolo Lo stato delle cose: riceviamo e pubblichiamo per i nostri lettori l’analisi di Giovanni Grasso.

Una proposta per l’Università di Siena, da prendere in seria considerazione, viene dagli studenti: «occorre un rettore riconosciuto da tutti»

Dimensione Autonoma Studentesca (DAS). Il DAS, dopo settimane di riflessione politica ha deciso di inviare questo comunicato alla stampa cittadina. Una decisione difficile, presa dopo che la Procura della Repubblica ha convocato i rappresentanti degli studenti per interrogarli in merito alle elezioni rettorali. Un comunicato che arriva dopo una serie di esposti, interrogazioni, relazioni e rinvii di nomine in un momento in cui questa nostra Università ha bisogno di chiarezza, rigore e responsabilità.

Gli studenti non ci stanno ad essere additati come responsabili di irregolarità nelle elezioni a Rettore. Non ci stanno, non ci stiamo. 
Noi studenti del DAS siamo stati fin troppo spesso accusati di essere degli untori che, denunciando pubblicamente la decadenza dell’istituzione accademica, farebbero sponda a detrattori che vogliono la chiusura del nostro Ateneo. È forse giunto il momento che l’amministrazione dell’Ateneo (centrale così come nelle Facoltà) si faccia un esame di coscienza, anche alla luce della relazione degli ispettori ministeriali che – ancora segreta – sta già facendo tremare troppe persone. Un momento catartico, che permetta di creare insieme un nuovo modello di Università, dopo il crollo presente e la bomba atomica chiamata DDL Gelmini. Una riflessione da parte di quelle persone le quali, accusando noi, cercano di occultare un marcio che, per quanto nascosto, continua a palesarsi.

Alla luce di queste riflessioni appare evidente la necessità di rifondare in toto la comunità accademica, ormai sfilacciata per via di interessi particolaristici e già pronta a spartirsi le macerie accademiche che rimarranno dopo la deflagrazione dell’ordigno Gelminiano. La cogenza di ricreare un sentire comune tra lavoratori, studenti e poi docenti non può però basarsi su presupposti poco chiari.

Per questo motivo ci interroghiamo sull’esigenza, ad oggi, di andare avanti con la nomina di un nuovo Rettore che dovrà guidare il nostro Ateneo in una situazione che quotidianamente diventa più difficile. Un Rettore che verrebbe nominato in circostanze pregiudiziali per l’interesse della nostra Università, con una elezione su cui la Procura sta investigando e sulla quale troppi interessi terzi – politici e finanziari – si sono evidenziati. È infatti necessario che la figura del nuovo Rettore sia riconosciuta da tutti, senza che forze esterne, con finalità aliene al mondo accademico, possano continuare a delegittimare l’Università di Siena, come stanno facendo ormai da mesi. Non vogliamo un commissario governativo. Ma ci interroghiamo se – forse – non sia necessario procedere a nuove elezioni a Rettore, senza “tramini”, senza macchie, senza pregiudiziali. Per questo chiediamo al professor Riccaboni di fare un passo indietro, e al decano dell’Università di indire nuove elezioni a Rettore, nell’impegno comune, da parte di ognuno, per una completa trasparenza in tutti i procedimenti decisionali dell’Ateneo.

Un docente anticonformista che ha curato lo sviluppo del senso critico e della responsabilità degli studenti

Il Prof. Antonio Viti con alcuni studenti di Medicina e Chirurgia

Il Prof. Antonio Viti con alcuni studenti di Medicina e Chirurgia

Il 27 gennaio 2009, la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Siena ha ricordato, con le parole del Preside Alberto Auteri, la scomparsa del prof. Antonio Viti.

È molto difficile ricordare un Collega scomparso senza cadere nella retorica dei sentimenti ma questo deve essere evitato, soprattutto parlando di Antonio Viti, che ha sempre vissuto lontano da ogni conformismo.

Molti di noi non dimenticheranno Antonio Viti. Un carattere schivo ma un uomo generoso, amatissimo dagli amici e sopratutto da generazioni di studenti.

Ha avuto la capacità di trasmettere il vero significato della figura del docente universitario; una sintesi di risorse culturali, morali e spirituali.

Come succede alle persone di talento ha teorizzato, con anni di anticipo, la necessità di riformare il modo di fare didattica nell’Università. Aveva capito che la crescita continua della conoscenza stava rendendo instabile ogni sapere. Questa provvisorietà richiedeva che il docente curasse soprattutto lo sviluppo del senso critico e della responsabilità, rinunciando ad affollare lo studente con nozioni destinate a cambiare.

Non sempre è stato capito, perché non sempre l’Università è riuscita a guardare oltre le proprie tradizioni e consuetudini. Probabilmente questo e la sua lunga malattia hanno contribuito al senso di solitudine che ha caratterizzato gli ultimi anni della sua vita.

I nostri sentimenti di profondo cordoglio sono per i suoi cari, la moglie e le figlie.