“Mobbing” e riflessi economici negli enti pubblici

Scrivevo nella lettera di candidatura a rettore che la prima, delle emergenze da affrontare, è quella “Sulla questione morale e i diritti negati”. La mancanza di senso delle istituzioni e della legalità, la rinuncia degli organi di governo ad esercitare le proprie prerogative, sono tutti fattori che rendono precaria la condizione democratica dell’Università e ne favoriscono gli squilibri, a danno degli studenti, del personale tecnico-amministrativo e dei docenti, specialmente di quelli meno protetti. Queste condizioni generano situazioni d’illegalità, con pressioni e supplenza decisionale da parte di singoli o gruppi. Il continuo manifestarsi di conflitti d’interesse e di competenze e di regole ad personam sono elementi idonei a creare un regime d’ingovernabilità non più tollerabile.
Per la sezione “diritti negati” cominciamo a riflettere su una interessantissima sentenza della terza sezione centrale della Corte dei Conti riguardante i danni da mobbing negli enti pubblici. La tutela del lavoratore, e quindi il rimborso, che si traduce in un danno erariale, «deve avere diretti riflessi economici sul patrimonio del funzionario, protagonista di un comportamento illecito».
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