Università: come fare concorrenza al CEPU

Ombra_4 Le parole d’ordine per seguire la vicenda della “svendita” delle lauree sono: abbuonare esami, abbuonare crediti, recupero crediti, riconoscimento crediti. Ma l’obiettivo delle università è il solito “far soldi” e il risultato è assicurato: “lo scadimento dell’offerta formativa”. Si scriveva su questo blog il 27 marzo che «presto la laurea sarà portata a casa dal fattorino, telefonando, sullo schema del ”pronto pizza”. La situazione è seria e il degrado è inarrestabile». L’Ateneo di Siena è stato il primo: sono stati “svenduti” 2.350 titoli di tutti i corsi triennali della Facoltà di Medicina e 9.000 lauree del corso di laurea in scienze dell’amministrazione verranno consegnate nei prossimi anni al prezzo di 300 € cadauna già versati. La risposta nelle altre università non si è fatta attendere, come si vede dagli articoli di Giuseppe Caruso e, in precedenza, di Gian Antonio Stella, Cristiana Gamba, della Sinistra Universitaria di Siena o di S.M..

«Fuori dal coro»… sul nuovo e sul vecchio rettore dell’Ateneo senese

Pier Egisto Valensin. Rien ne va plus. I giochi sono fatti e Giovanni Grasso può dare atto al sottoscritto, astrologo di Brozzi, di aver previsto esattamente l’esito finale dell’elezione rettorale. Rien ne va plus. Il vecchio rettore se ne va, con il corredo (legittimo) di una struggente lettera di commiato in cui rivendica (scontato) i propri meriti e la propria coerenza che, questa sì, gli va ampiamente riconosciuta, anche se non indirizzata ad obiettivi che personalmente giudico quelli giusti. Il nuovo rettore si insedia, ringraziando tutti, proprio tutti, in mezzo al giubilo di tutti, proprio tutti. E qui, detto fuori dal coro, qualcosa non mi torna: perché esultano per la vittoria di chi appariva il candidato del cambiamento tutti coloro che avevano fatto quadrato intorno al personaggio emblema dello status quo? In un simile contesto gli elogi al candidato si fanno prima, per ciò che ha fatto nella sua vita e per ciò che si impegna a fare una volta eletto, dopo, per ciò che fa e non semplicemente perché ha vinto (anzi stravinto); nel frattempo, si fa quel che intende fare con questa nota e in assoluta sincerità il sottoscritto, ci si congratula, gli si augura buon lavoro e gli si raccomanda di presentare subito un programma di lavoro che testimoni un rinnovato impegno di rispetto della legalità e di democraticità formale e sostanziale e soltanto dopo di procedere alla nomina dei propri delegati, scelti fra quelli più adatti a mettere in pratica le sue chiare indicazioni programmatiche.
Il nuovo rettore merita sicuramente credito e fiducia che possa realizzare ciò che si è proposto (in una dichiarazione di oggi a La Nazione afferma di mettere al primo posto ricerca e sanità), ma il sottoscritto vorrebbe che gli fossero fugati i pur che minimi dubbi che abbia qualche conto da saldare e che ciò possa interferire sulla sua volontà di far bene. Nonostante il numero dei candidati, la campagna elettorale non è stata poi così sostanzialmente diversa, soprattutto per quanto riguarda la trasparenza, da quando il candidato era uno solo. Per questo motivo, per scacciare questi pur che minimi dubbi, vorrei chiedere a Giovanni Grasso, certo meglio informato di me, se è in grado di rispondere alla seguente trinariciuta domanda: l’andamento della campagna elettorale e il suo esito finale sono stati influenzati (sì/no e, se sì, in che modo e fino a che punto): (a) dalle vicende giuridiche del rettore Tosi; (b) dall’efficientissimo Centro Comunicazione (e Marketing) d’Ateneo; (c) da partiti, organizzazioni sindacali centrali o di settore, altri tipi di istituzioni. Grazie.

P.S. Colgo l’occasione per ringraziare, per il benevolo commento, M.A.G.M.B. che, giuro, non ho la più pallida idea di chi sia.

Ateneo di Siena: sul degrado del Polo Scientifico di San Miniato

Piccola rassegna fotografica di un complesso edilizio il cui ultimo lotto, consegnato nel 2002, già tre anni dopo presentava evidenti segni di degrado.
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Svendita di lauree sulla base del “riconoscimento dei crediti formativi”

OmbraNella “presentazione e scopi” di questo blog si legge: «Nel nostro Ateneo “Comunicazione e Marketing” sono ora il top della conoscenza, il sapere dei saperi, la filosofia di questa vita e anche dell’aldilà. Si tratta il sapere come merce da vendere, cercando di coinvolgere, sulla base del “riconoscimento dei crediti”, masse sempre più cospicue di persone e intere categorie professionali, vale a dire persone di tutte le età. Si tratta il titolo di studio come un prodotto da consumare. Presto la laurea sarà portata a casa dal fattorino, telefonando sullo schema del “pronto pizza”! La situazione è seria e il degrado è inarrestabile. La cultura non può scendere per andare incontro alle masse; lo studio è da sempre fatica e selezione.»
In questo campo la realtà ha ormai superato la fantasia. È sufficiente leggere «Lauree facili proposte in convenzione come batterie di pentole», come dice Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera, o Cristiana Gamba su Il Sole 24 Ore, o la Sinistra Universitaria di Siena sul Manifesto o S.M. sul Corriere di Siena.

Vivere la legalità: dall’educazione alla legalità alla “cultura” della legalità come pratica diffusa

rettoratointerno150Il Comitato Nazionale per la Legalità, la Cittadinanza e lo Sviluppo ha promosso la Giornata “Scuola e Legalità” affinché le scuole diventino luoghi privilegiati di rispetto dei diritti umani, di pratica della democrazia e di solidarietà. Il Comitato ha, inoltre, diffuso un manifesto che è un invito a riflettere sul rispetto delle norme e delle regole quale fattore fondamentale per la convivenza civile, nella vita quotidiana, a scuola come nella società e, riteniamo, a maggior ragione nell’Università.

Ateneo di Siena: si è dimesso il rettore Prof. Piero Tosi

Il professor Piero Tosi ha presentato questa mattina al ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca le dimissioni dalla carica di rettore dell’Università di Siena.
Le motivazioni in una lettera inviata alla comunità accademica senese.

Silvano Focardi è il nuovo rettore dell’Università degli Studi di Siena

Silvano Focardi: voti 515; Antonio Cardini: voti 382; schede bianche: 48; schede nulle: 29.

Dopo 20 anni di governo ad opera dello stesso gruppo, con candidature uniche e cooptazioni a tutti i livelli, l’elezione del nuovo rettore rappresenta un forte segnale di cambiamento in un drammatico momento di gravi emergenze per il nostro Ateneo. È necessario che l’apporto di tutti sia finalizzato alla salvaguardia della istituzione, messa a grave repentaglio da una gestione impropria. Noi tutti ci stringiamo attorno al nuovo rettore con il nostro piccolo contributo, perché prima di tutto si faccia portavoce delle istanze di tutti quelli che non sono stati rappresentati ed assicuri quello che a Siena non è ancora emerso: il concetto di “giustizia scientifica”, ossia le pari opportunità di ricerca e di lavoro per tutti, studenti, personale tecnico-amministrativo e docenti.

Pubblicato da: il Cittadino Oggi, 24 marzo 2006.

Elezioni del rettore, mutazione genetica del palio e classe dirigente a Siena

StemmaUnisiM.A.G.M.B. Egregio Professore Giovanni Grasso, leggo su “La Nazione“ del 16 marzo u.s.: “Silvano Focardi inizia primo il terzo giro di Piazza, si direbbe prendendo in prestito la terminologia paliesca. Tallonato da quel cavallo di razza che è Antonio Cardini. Un capitano (Chiocciola) contro un ex governatore (Oca): questi i candidati che andranno al ballottaggio per diventare rettore dell’università mercoledì 22 marzo.” … E più giù … “Cosa succede adesso? Il capitano Focardi dovrà mettersi a fare i partiti, ma anche l’ex governatore Cardini conosce il meccanismo”. Chi è in grado di capire, può giudicare da solo. Sono ormai anni e anni che i giornali si servono di immagini come queste che, sfrondate dalla retorica, lasciano un residuo consistente. Per chi “conosce il meccanismo” (non ci vogliono delle menti sovrane per conoscerlo!) i “partiti” sono gli accordi segreti, (i senesi nei giorni del palio hanno tutti la vocazione del complotto) volti al prevalere senza scrupoli di sorta: strategia, che non esclude i voltafaccia e la mancata fede alla parola data (che viene però mantenuta, a risultato ottenuto, nei pagamenti) e che istituzionalizza taluni comportamenti che non possono essere accettati fuori del “sistema palio”: primo la corruzione (nella restante società si chiama così!) di chiunque possa risultare utile, ivi compresi i fantini delle contrade avversarie che possono essere “comprati” col denaro, anche se rischiano di essere accoppati. Questo nel tentativo di far vincere la propria contrada o di far perdere con ignominia la nemica. Non credo che ci sia mai stata una contrada che abbia fatto causa per farsi restituire il maltolto. Sono questioni che vengono regolate, se vengono regolate, in altro modo. È quindi un sistema chiuso, decisamente anacronistico e fondamentalmente antieconomico (questo è sicuramente un pregio!), dove le contrade spendono i soldi dei contradaioli con pochi rientri.
 Spendono per la gloria! La forza, l’orgoglio, la superbia, l’astuzia, la frode, il raggiro, la volontà di dominare fino ad annientare l’avversario e ad umiliarlo con il dileggio sono valori che scaturiscono dalle profondità del medioevo e del rinascimento e che in altri contesti possono non esserlo e che comunque non possono essere trasportati come tali sul piano dell’etica corrente che è già sufficientemente dissestata e degradata per motivi del tutto differenti e relativi all’attuale società in generale. Tanto meno possono essere indicati come strada da percorrere a chi vuole diventare rettore dell’Università di Siena.

Nell’immediato dopoguerra e fino agli anni 50-60 Siena era molto povera, la miseria e il bisogno si vedevano ancora da molte parti. Chi vi ha vissuto (se è ancora vivo) lo ha dimenticato per bearsi del passato glorioso e chi non era nato ha la scusa di non averlo visto. Il palio era il divertimento e lo sfogo del popolino (che negli anni ’30 in un libro di Ezio Felici veniva ancora definito una plebe), degli ortolani e dei contadini dei “contorni” che venivano a Siena in quei giorni di festa, e che rompevano le costole alle persone coi loro gomiti “più duri del ferro”. Sono solo di 50 anni prima (la fine dell’800) le più belle descrizioni di questa folla multicolore. Fino al 1950 sono esistite a Siena persone, sopratutto ortolani, che non avevano mai visto il mare. Era dura a spiegarglielo! perché non riuscivano a farsene un’idea. Il palio, che per molti sostituiva la villeggiatura, ha avuto la sua mutazione genetica negli anni ’60 quando professionisti, studiosi e politici, non importa di quale professione, di quale disciplina e di quale partito, hanno cominciato a pubblicare sull’argomento. Già negli anni ’90 all’Archivio di Stato un enorme schedario non riusciva più a contenere i titoli delle pubblicazioni che avevano fatto. Dopo e ancor oggi le persone che appartengono a queste categorie si misurano l’un l’altra sulla base delle pubblicazioni fatte, e la stima che ricevono nella società che li circonda è dovuta alle pubblicazioni e alle cariche che ricoprono nelle contrade di appartenenza. ”Quelli con la giacchetta”, li definiva un contradaiolo. Le contrade sono così divenute le “corsie preferenziali” per professionisti, politici, studiosi e quanti sono nati con la vocazione di far parte della classe dirigente, che acquistano prestigio e salgono agli alti incarichi nella società senese senza che sia possibile distinguere il reale valore che hanno nella professione. Il palio non è un male in sé, il male è in chi lo usa.
Gentile Professore, Lei non diventerà rettore, ma col Suo Blog ha ottenuto un risultato insperato di cui probabilmente neanche Lei si è accorto e forse non saprebbe neanche dire quale……. i “rinoceronti” sono rimasti aggirati, anche se hanno taciuto: basterebbe tirare le conseguenze! Ma farò come l’Ariosto, lo dirò un’altra volta. “Incominciai con umil voce a dire Quel che io vo all’altro canto differire.”
Cordiali saluti, M.A.G.M.B.

Elezioni del rettore a Siena: riflessioni sull’ultimo confronto dai contenuti scontati

Pier Egisto Valensin. Sono andato alla riunione CGIL con i due candidati rettori rimasti al ballottaggio, un po’ per far onore all’unica tessera che mi rimane, ma, soprattutto, sperando, non più di tanto però, che venisse spiegato l’atteggiamento del sindacato sulle vicende giudiziarie del rettore vecchio e sull’elezione del rettore nuovo: come sarebbe stata motivata la valutazione di un “attacco politico al rettore e all’autonomia universitaria”, indotto dalla “dura battaglia anti-Moratti”, di cui sinceramente non mi ero accorto, come sarebbe stata motivata una scelta di campo elettorale che, per modi e tempi, suonava “avevamo una perla di rettore, stiamo attenti a sceglierne uno che faccia le stesse cose allo stesso modo”: mi sono trovato francamente a disagio a scoprirmi immerso in un clima “berlusconiano alla rovescia”, con “toghe azzurre anziché rosse”, anche se sono mancate almeno le accuse più becere sulla magistratura “cancro da estirpare” e sui giudici “mentalmente disturbati e antropologicamente diversi da ogni altro appartenente alla razza umana”.
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Università di Siena: spese misteriose

Di solito, in un conto consuntivo, le spese di piccola entità, che non rientrano nelle specifiche voci di bilancio, trovano posto nella categoria “assegnazioni diverse”. Ma quando, come accade nell’Università di Siena, l’entità è d’importo così elevato, il doppio di quanto si spende per la ricerca, credo sia lecito chiedere ai responsabili di fornirci in dettaglio le voci che hanno contribuito al raggiungimento di una cifra così alta. Nel contempo, invitiamo il prossimo Rettore a predisporre il bilancio consuntivo dell’esercizio finanziario 2005 tenendo conto della congruità ed attinenza delle cifre da inserire nella voce “assegnazioni diverse”.

Assegnazioni diverse

Esercizio finanziario 2003: 5.083.018,84 €

Esercizio finanziario 2004: 6.914.332,05 €

Totale (per i due esercizi): 11.997.340,89 €

Pubblicato da: il Cittadino Oggi 21 marzo 2006 e 5 maggio 2006.