“Mobbing” e riflessi economici negli enti pubblici

Scrivevo nella lettera di candidatura a rettore che la prima, delle emergenze da affrontare, è quella “Sulla questione morale e i diritti negati”. La mancanza di senso delle istituzioni e della legalità, la rinuncia degli organi di governo ad esercitare le proprie prerogative, sono tutti fattori che rendono precaria la condizione democratica dell’Università e ne favoriscono gli squilibri, a danno degli studenti, del personale tecnico-amministrativo e dei docenti, specialmente di quelli meno protetti. Queste condizioni generano situazioni d’illegalità, con pressioni e supplenza decisionale da parte di singoli o gruppi. Il continuo manifestarsi di conflitti d’interesse e di competenze e di regole ad personam sono elementi idonei a creare un regime d’ingovernabilità non più tollerabile.
Per la sezione “diritti negati” cominciamo a riflettere su una interessantissima sentenza della terza sezione centrale della Corte dei Conti riguardante i danni da mobbing negli enti pubblici. La tutela del lavoratore, e quindi il rimborso, che si traduce in un danno erariale, «deve avere diretti riflessi economici sul patrimonio del funzionario, protagonista di un comportamento illecito».
Per leggere l’articolo: danni da mobbing.

3 Risposte

  1. Diario di un esattore, è il mio modesto racconto elettronico. Mix di mobbing e giustizia mancata, perché, dopo tredici anni che l’aspetto, a perdere, oltre lo Stato, sono io! Grazie
    http://www.diariodiunesattore.blogspot.com/

  2. Lo so, lo so caro fortunato (mi sembra tu lo sia solo di nome).
    E sono convinto che parlarne può aiutare specialmente chi sta male, soffre ed inizia a vedere tutto nero (la depressione).
    In bocca al lupo

  3. È vero il mio nome è questo ma lo sono stato fino a quel brutto giorno che fecero un blitz e io nel più lussuoso, per me, salotto di bologna con la b minuscola mi trovai nei pasticci. Oggi dopo 14 anni ancora non mi rassegno e vi dirò di più! Mio fratello che imboccando in banca la strada giusta mi considera, e me lo ha detto, sono una merda!!!
    Merda non lo sono, non sono un disonesto, non ho fatto nulla, credevo di essere bravo. L’ho detto al giudice che finalmente ha cominciato a capirci… ma sono passati 13 anni… l’effetto pesce grosso… è scappato… ma guarda un po!!!!
    Fortunato

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